Ieri sera ero inqu…
Ieri sera ero inquieta.
Aspettavo inconsciamente una telefonata.
Squilla il cellulare, chiudo il libro sul quale tento inutilmente di concentrarmi e rispondo. E’ C.
Mi parla. Rispondo a monosillabi. Ormai le sue telefonate le definisco “d’informazione”.
Mi parla. E mi inonda, poverina, con un profluvio di parole. Come se volesse risarcirmi di tutto il silenzio pneumatico al quale sono stata “condannata per il mio bene” negli ultimi mesi.
Mi racconta anche quello che non vorrei ascoltare.
Continuo a rispondere a monosillabi. Ogni tanto esce una domanda strozzata, impulsiva ma vergognosa.
Dopo mezzora decido che l’orlo è colmo.
La saluto, la ringrazio (…) e spengo il cellulare.
Sono trascorsi 9 mesi e continua a togliermi qualcosa.
Questa è la legge, la sua legge.
Si vede che non può fare diversamente. Spaventoso.
Mi addormento così, con la pelle d’oca, tramortita come chi, avendo vissuto a lungo in una stanza chiusa, viene colto dalle vertigini non appena è investito dall’aria fredda e tagliente, dalla raffica gelida della realtà.
E oggi vediamo come butta….
Buongiorno a te, e felice venerdì.
terribili queste telefonate…
ciao…
Sono tuttora convinto che alla fine tutto questo ti servirà….è nel mezzo della catarsi che si sta male e vederti soffrire così mi dispiace tantissimo, ma è giusto sapere……Un bacio ed un abbraccio forte.
Buonblog.
Come butta? 🙂
Da Dea, Lady! Sorrisi su sorrisi 🙂
(son credibile???)
[Cris]
Era solo per farti sentire la mia presenza 🙂 Anche se noto sempre con piacere che non sei sola. Ma tu..mi chiedo…lo hai notato? (Ogni riferimento a proposta di incontro con bloggers è puramente casuale ;-))
(Hem… Un po’ meno Cris!)
;-)))
Ci sono queste persone sanguisughe. Ho anche io un paio di amiche che mi chiamano da sempre solo per riversarmi tutti i loro guai, le loro negatività, e raramente per esprimere un’opinione rapida gratuita e dal pulpito su un mio accenno di problema. Tempo delle telefonata: un’ora, tempo concesso a me:5-6 minuti (compreso consiglio prezioso come il gancetto di una lattina). Nel mio momento più buio ho tagliato i ponti con loro. Sono tornate mesi dopo con la coda tra le gambe. Le ho accolte solo quando mi sono sentita serena abbastanza da reggerle e compatirle. Poverine loro.
ti abbraccio