(questo post non ha titolo)
Quanto può essere determinante un attimo?
Ho colto uno sguardo, che è durato meno di un attimo, che mi si è piazzato nella memoria indelebilmente.
Avevo poco più di vent’anni quando ho capito per la prima volta che, in fondo, nei momenti più importanti della nostra vita, siamo soli. Siamo soli perfino nell’estremo istante del piacere, anche se le mani si intrecciano e i corpi sono fortemente legati tra loro.
Anche lì, c’è un palpito in cui percepisci quasi con sofferenza la nuda e cruda solitudine.
Quanto poco può bastare…
Mi ero tirata dietro la porta dopo aver scagliato dentro una pietra che forse rotola ancora adesso. Ancora adesso libera a piccole dosi come un veleno che non ti uccide ma ti spegne, l’eco delle mie parole: me ne vado via!
E poi la corsa per le scale, per la strada fino alla mia macchina. Veloce fino all’altra casa, altre scale, altra porta.
Bussare col fiato strozzato in gola.
Eccolo. Ora glielo dico e sarà contento. Era tanto che me lo chiedeva.
E, invece, quello sguardo.
Poi, le mani tra i capelli e la fretta di dissimulare. Ché se io, in quel momento, avessi guardato altrove, forse oggi ci crederei ancora. Forse.
Restai. Ma in quel momento tutto fu chiaro.
Non ho più cercato mani da afferrare per tirarmi su dallo strapiombo. Non ho più coltivato la speranza che qualcuno, all’infuori di me, avrebbe potuto essermi d’aiuto.
Combatto silenziosamente questo bisogno di accoglienza che avanza come la prima linea di un battaglione.
Un atteggiamento donchisciottesco, lo so. Prima o poi ci sarà la resa, so anche questo.
Come l’affronterò. Questo non so.
a testa alta. e consapevole. non vedo altro modo.
…io mi ritrovo ad andare avanti, avanti, avanti, e penso : finchè avrò energie interiori, ovvero mai. E lo penso davvero. Andrò avanti finchè non occorreranno più energie per andare avanti nello spazio, o nel tempo, insomma, non ci penserò neanche più… saluti implosivi.
ho passato anch’io qualche anno credendo di poter fare a meno di altre mani da afferrare, ma capita sempre il momento in cui arrendersi, in cui capisci che forse quelle mani non sono da afferrare ma ti basta il poterle stringere quando ne senti il bisogno
a volte è bello avere bisogno, perchè aiuta a ritrovare pezzi che pensavamo fossero andati distrutti
Tanto.conta tanto.
Ah beh, grazie per l’intrinseco giudizio! Gnà gnà gnà gnà gnà 😉
Ecco, e uno neanche riesce a rimanere incavolato, se lo smonti così 😀
Banalotta? Tu? Ma per favore…..
Io credo che se uno si aiuta da solo, poi trova anche chi lo aiuta.
Almeno per me è stato così: finché non mi davo una mano, nessuno me la dava.
Poi le cose sono cambiate.
Però ognuno di noi è diverso.
Bacio.
la resa? incondizionata. Che chi, come prima linea di unbattaglione, avrà saputo arrivare fino a te, fino a riprendere quelle mani che dici di voler ritrarre sempre e comunque…beh, lui o lei avranno la forza di non lasciartele andare più. Abbi solo la forza di non avere forza, di non opporti. Resa incondizionata.
per quello che mi hai detto…magari fosse così… ma non c’è più… quella Stupenda Lei non c’è più… inevitabile… in quanto a te… combattimenti … resa… ricordi… ah… meglio se non ti leggevo, oggi… giornata no… ma quantomeno trasmetti sensazioni tangibili… decisamente da preferire al nulla in cui galleggiare… anche se a volte ci vorrebbe… e dopo ‘sta vagonata de luoghi comuni, ti lascio, cara… un inchino… Always Respectfully Yours Speedangel
con abbandono,con totale abbandono.
Succederà Cris: lo sai, lo senti.
Cercherai di resistere, ma poi ti arrenderai.
Basterà uno sguardo
e ti abbandonerai.
bianca
Siamo soli se cerchiamo compagnia. Siamo meno soli quando troviamo un pò di noi, negli altri. Siamo soli se dissimuliamo noi stessi. Siamo meno soli quando siamo sinceramente noi.
Ricambio il sorriso. Ciao
Non hai guardato altrove, invece.
Ma ci credi ancora ed io questo lo so, come lo sai anche tu.
:-)***
è molto bello questo posto..dicono che non dici nulla di te?..forse non è proprio così..Lent
Un attimo può avere tutta l’importanza che decidiamo noi. Questo dobbiamo sempre ricordarcelo….lo so, sentenziare è sempre facile…Un bacio.
Ma Le immagini sono fuggite?
Giorgio
Forse ora non guardi altrove, sei ferita… ma Ti assicuro e parlo per esperienza (quando hai modo leggi la mia storia), che si puo’ risalire e ridiscendere in un attimo, ma non si puo’ dire mai… Ti auguro una felice ripresa, ma ricorda, hai perso una piccola battaglia, l’importante è andare avanti, essere vivi…
Giorgio
E’ accaduto 10 anni fa, Struzzo.
Ecco. Logo ha scritto quello che volevo scrivere io.
Parte da noi, ci diamo noi la mano per tirarci su. Poi arrivano le altre. Che ce n’è bisogno, e sono importanti, ma mai fondamentali quanto le nostre, le prime, quelle che danno la svolta.
Non credo di aver scritto di aver bisogno di essere tirata su da nessuno strapiombo.
Probabilmente non ho saputo evidenziare l’essenza del discorso.
L’ho sempre detto che i post lunghi non sono il mio forte.
🙂
“Non ho più coltivato la speranza che qualcuno, all’infuori di me, avrebbe potuto essermi d’aiuto” ..credo sia una cosa molto saggia, e mi sorprendo che tu l’abbia scoperto a vent’anni; non che sia bello, scoprirlo, perché c’é una parte di disillusione che, sicuramente, fa molto male… credo sia un pò come il diventare adulti: bello, e fa male.. [Cris], aspettavo questo post, da te..
come sempre, Cris, le tue parole mi toccano dentro, subito, intensamente. scrivi cio’ che penso e non riesco ad esprimere. una somiglianza di sentire.
credo che la mano più grande ce la dobbiamo dare da soli, si, sempre.e nostra è la responsabilità delle nostre scelte. nel bene e nel male.
gli altri ci accompagnano, un po’, chi per molto tempo, chi per un attimo, e noi non possiamo che accettare ed amare le loro offerte di vicinanza, rimanendo però consapevoli che il cammino dipende da noi..
un po’ di malinconia, oggi, forse anche per il diluvio che si è scatenato, qui, che ha reso tutto autunnale e grigio scuro.
un abbraccio.
Ma ma ma … avevo commentato. Ne ero anche fiera. Dimmi che Splinder se l’è ingoiato! Grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
Ah no. C’è. Ops. Vabbè, con la pioggia che viene oggi ho il cervello in acqua, è proprio il caso di dirlo.
..ah, ecco, come Viridian.. boh.. mah..
E in effetti la maggior parte delle aggregazioni umani o delle relazioni interpersonali si risolvono spesso in una sterile concatenazione di solitudini, in minuscole società di mutuo soccorso all’interno delle quali continua comunque a rimanere uno spazio incolmabile tra i soggetti.
Probabilmente la solitudine non è una questione sociale o generazionale, ma una questione di attitudine esistenziale.
Ci sono visioni del mondo in cui la solitudine non è contemplata (vedi certe forme di animismo e panteismo) e altre visioni del mondo in cui la solitudine è data quasi per scontata.
Ma trovo molto più irritante, della solitudine, il dover avere a che fare a tutti costi con certi esseri umani.
buona giornata.
e continua a combattere. mica è detto che ci sia la resa.
Ho appena notato che stai leggendo Cioran…è uno dei miei autori preferiti. Ho recuperato di lui e su di lui tutto ciò che si poteva recuperare, forse.
Se è la prima volta che leggi Cioran…buona fortuna.
Ho cominciato a leggerlo che ero ancora al liceo. A quell’età è difficile cogliere l’ironia contenuta nei suoi testi. Ma a distanza di anni e di letture Cioran riesce comunque sempre a stupirmi e a farmi sussurrare: “avrei voluto scriverla io, questa cosa…”
Grazie… Sei sempre indimenticabile…
Mi ritrassi in me stessa, cioe’, finsi di farlo, mentre restavo totalmente consapevole di ogni cosa. Nel mio non essere e non esistere in nessun luogo affermavo il non essere e non esistere in nessun luogo di chiunque intorno a me.
Janet Frame, Un angelo alla mia tavola
“Ogni giorno testimonierò, chi non vuole ascoltare ha l’orecchio complice”(Yolanda Mukagasana)
….nn so…ho fatto fatica a focalizzare la cosa e nn ho un bel commento da lasciarti,mi piace pensare che mi fa piacere leggerti ogni giorno almeno 4/5 volte!
“Security. Well, how secure are we?
Making our plans in a castle of sand as our dreams get
dragged to sea….”
mi e’ venuto in mente questa canzone,una delle mie preferite…..era d 1 gruppo hardcore punk hare krishna d nome shelter 🙂
notte
gli altri… puah, robaccia!
sorriso e bacio.
dopo tanto che te lo chiedeva…forse era troppo evidente che non si trattava di un approdo volontario, gli sarà sembrata di più una richiesta di asilo politico…forse era da attribuire a questo la titubanza…chi puo’ dirlo, ormai..
Beh Cris, fraintendimenti a parte, del tuo post mi ha colpito molto questa frase “Siamo soli perfino nell’estremo istante del piacere, anche se le mani si intrecciano e i corpi sono fortemente legati tra loro.
Anche lì, c’è un palpito in cui percepisci quasi con sofferenza la nuda e cruda solitudine.”
Mi ha dato da pensare, all’inizio rifiutavo l’affermazione categoricamente, poi ho capito che un fondo di verità c’è (ma bisogna essere piuttosto negativi per vederla)… Quindi quasi per consolare me stesso più che altro, ho scritto cosa mi fa sentire meno solo e cosa mi ha invece portato ad esserlo, in passato.
Auguri in ritardo…e un saluto veloce…