(questo post non ha titolo)
Ora che sei venuta
Ora che sei venuta,
che con passo di danza sei entrata
nella mia vita
quasi folata in una stanza chiusa
a festeggiarti, bene tanto atteso,
le parole mi mancano e la voce
e tacerti vicino già mi basta.
Il pigolìo così che assorda il bosco
al nascere dell’alba, ammutolisce
quando sull’orizzonte balza il sole.
Ma te la mia inquietudine cercava
quando ragazzo
nella notte d’estate mi facevo
alla finestra come soffocato:
che non sapevo, m’affannava il cuore.
E tutte tue sono le parole
che, come l’acqua all’orlo che trabocca,
alla bocca venivano da sole,
l’ore deserte, quando s’avanzan
puerilmente le mie labbra d’uomo
da sé, per desiderio di baciare…
[Camillo Sbarbaro]
bellissima suggestione dell’incanto, che stupisce sempre per quello che non contiene….così lontano dalle nostre aspettative.
Ciao [Cris], buona giornata.
Poesia che non conoscevo.
Splendida.
E un po’ splendida lo sei anche tu…
;-*
Ah ah ah, io ci litigo 4/5 voilte al dì. Berso. 🙂
Mi fai pensare che hai una buona biblioteca di poesia del primo Novecento, Gozzano e Sbarbaro e amici; che piacciono molto anche a me. Ed e’ l’atmosfera crepuscolare che si respira nel tuo blog.
..la biblioteca di Cris è eccellente…e non poteva essere altrimenti..
Sei arrivata,
tu sei arrivata,
sei arrivata,
cazzo se sei arrivata!
Sei arrivata sulla fine dell’estate piegando parafulmini
seguendo linee chiare primo autunno quello dei colori rossi
portata al mare, monti a Sauvignon e sei arrivata
sei arrivata su un aereo incompatibile senza ritorno
Sei arrivata dalle idee naviganti, dimenticato cane
ovulando per diletto sul disastro di questo caldo
fumandoti soldi, vittoria in placido relax
già sicura come i delfini color madreperla
non sapendo dei mari e del loro confine nel cielo gemello
come bestia sacra, tu sei arrivata
Tempesta in una stanza e uragano nel bicchiere
arrivi sempre bestemmiando sull’andare delle cose
passeggiando, calpestando spezzi l’ordine del tempo
respirare fuori casa dico: “Olè!”
Tu sei arrivata
sei arrivata
tu sei arrivata
cazzo se sei arrivata!
Nascosta da un pianeta che non dorme mai
sei solo la parabola di questi guai, dei nostri guai
Sei arrivata sulla fine dell’estate piegando parafulmini
seguendo linee chiare primo autunno quello dei colori rossi
portata al mare, monti a Sauvignon e sei arrivata
sei arrivata su un aereo incompatibile senza ritorno
ovulando per diletto sul disastro di questo caldo
Tempesta in una stanza e uragano nel bicchiere
arrivi sempre bestemmiando sull’andare delle cose
passeggiando, calpestando spezzi l’ordine del tempo
respirare fuori casa dico: “Olè!”
Tu sei arrivata
sei arrivata
tu sei arrivata
cazzo se sei arrivata!
Sei arrivata dalle idee naviganti, dimenticato cane
ovulando per diletto sul disastro di questo caldo
fumandoti soldi, vittoria in placido relax
già sicura come i delfini color madreperla
non sapendo dei mari e del loro confine nel cielo gemello
come bestia sacra, tu sei arrivata
Tempesta in una stanza e uragano nel bicchiere
arrivi sempre bestemmiando sull’andare delle cose
Tempesta in una stanza e uragano nel bicchiere
arrivi sempre bestemmiando sull’andare delle cose
passeggiando, calpestando spezzi l’ordine del tempo
respirare fuori casa dico: “Olè!”
[Cristiano De Andrè]
ciao cris :))
beh. questo mondoBlog mi stupisce e mi affascina sempre più.
ed approdai al tuo molo
sostai sul bagnasciuga
respirai i tuoi odori
e ne segnai le coordinate
bookmarkandoti… (aarrghhhhhhhh… plop!)
ciao
che bello questo blog. c’è un’atmosfera tutta particolare. ho letto qualche post sparso e alcune cose m’hanno davvero lasciato qualcosa…
Amo questa poesia, da quando l’ho letta la prima volta ho sempre pensato che solo certe sensibilità spinte possono capirla fino in fondo, quindi non mi stupisce il fatto di trovarla qui.
Un abbraccio, Cris, ed un grazie.
E tacerti vicino gia mi basta.
i fiati strozzanti in quella gola che manca di voce hanno un talento
nel sperperare emozioni..
oggi ti lasci cullare..(?)
“…solo quello…”
in che senso?
Nessun altro tocco, nessun’altra carezza se non quella giusta, Jak.
Mi sono spiegata male? chiedo scusa.
nessun’altra carezza se non quella giusta
e nessuna scusa da chiedere
:),
Grazie per aver condiviso una poesia stupenda che non conoscevo.
la poesia è bellissima. In quanto alla foto mi immagino che tu sia così…
Ma so che non è vero. (o si?)
tesi
bello.. gentile.. onesto, pare..
Che dire? Sbarbaro è un ricordo d’infanzia, una dolce e lieve carezza di vento, che un avvenire geloso ha percosso e inaridito troppo presto. Ti ringrazio per averlo fatto rinascere nei miei pensieri, sia pure solo per pochi attimi…
passare da qui è un’emozione continua, a partire dalla/e foto di apertura…
un bacio
come sempre…classe!!!
notte cris
ai miei occhi siete un po’ buffi 🙂 a forza di mettere specchi aumentano le probabilita’ che alcuni siano deformanti. invece cercando di mettere sempre specchi deformanti si rischia di metterne un paio fedeli…che ne dici?
dio, che fascino in questa fotografia!!
grazie..
un battito..