(questo post non ha titolo)
Non dormire una notte. E non avere problemi a palesarlo e a spiegare. Motivare.
Sviscerare il disagio. Buttare le budella sul tavolo e dire "tu mi hai fatto male qui".
Un prolasso emotivo destabilizzante per chi si specchia nella contemporanea perfezione e si frustra.
Sistematicamente.
Inaugurare le proprie inquietudini ad ogni fragilità sfiorata.
A poco a poco mi intristisco di una tristezza insufficiente e, perciò, doppiamente triste.
l’insufficienza di qualcosa di non completo, anche se è dolore…
una voglia di totalità, giusto per non restare entro i limiti…
come dire…anche la tristezza è scadente…
ti capisco, ti ho capita tante volte
E poi… con tutti le acquile che volano in direzione nord, come si fa?
psss…basta tristezza
Questo nero scivolo di autoanalisi,
queste pagine diafane come la tua pelle, come il velo che ti separa dalla morte,
questo blog è il riflesso cinico della tua mente, e la tua mente sembra un eremo di disperazione,
ma ho voglia di vederti, perché sei più forte dell’Assenza, perché la tua parola è frutto di una sapiente magia, e fra tutte le cialtrone sedicenti streghe tu sei la vera Medea
passavo di qui… ho trovato cose belle…
🙂
F.
D’altra parte l’unica sensazione sufficiente a se stessa è la felicità.
Per quello dura così poco.
(e adesso facciamoci 4 risate, che forse è meglio)
:-*
scopro loreena mc kennitt. lascia senza fiato, questo pezzo, non ci sono parole. in fondo in giro ce ne sono così tante
Ti ritrovo. E la magia delle tue parole è sempre a cornice del tutto.