(questo post non ha titolo)
Profumo di erba salvia e narcisi selvatici.
Una passeggiata col naso per aria puntato verso il blu del cielo.
Brandelli di storia passata che galleggiano nella testa.
Situazioni asciutte, sentimenti dispersi, persone cancellate.
Cammino di buona lena. La fronte imperlata. I capelli disciplinati da una coda di cavallo.
In mano un mazzolino di fiori ruspanti e odorosi.
Gli altri, poco dietro, ciarlano e ridono.
Incrocio padri e madri e bambini con le guance rubiconde.
Una traccia di inattesa indulgenza accompagna la marcia del rientro.
Come è forte il rumore di questa tregua.
ogni tanto una tregua bisogna concedersela..
buona giornata 🙂
Tregua, già .
Però sarebbe bello riuscire a pensare che la nostra vita non sia una guerra.
Tregua come si diceva da bambini, allora (oppure “bando”, oppure “fido”, dipende dai luoghi).
La vita come un gioco: a volte crudele o stupido, d’accordo, ma pur sempre un gioco.
sebra qualcosa a che fare col ritorno alle proprie origini, quelle a cui dare anche tregua
Che te ne fai delle tregue, se puoi rotolare beata nel fango?
;-*
ciao…
Ciao amica mia, che tristezza che ci circonda nevvero? Una tregua…ottima cosa. Bacio.
Quel rumore, non sembra quasi musica?
:*
tregua.
io vorrei non riposare mai
E’ sempre un piacere leggerti!
…3sogni e notte…
Le tregue ce le concedono gli altri solo perchè non riescono a trovare il modo per comprenderci… io non concedo tregue.