(questo post non ha titolo)
Sciabatto per casa, irrequieta.
Penso e non parlo. Piego gli indumenti e li ripongo, con ordine.
L’armadio dell’anticamera inghiotte uno ad uno gli abiti estivi che non indosserò più, per quest’anno.
Sushi dormicchia, intontito dalla puntura di antibiotico e scosso da qualche fremito.
I minuti ronzano, fastidiosi, nelle orecchie.
L’ultima nota della Pathetique di Beethoven si stempera nell’aria viziata della stanza. Spalanco le finestre.
I piccoli stratagemmi per sopportare l’apnea sono, ormai, inutili.
L’alternativa.
Tendere le braccia al destino.
Lo spero magnanimo.
giuste parole.solo che a forza di rispettare i tempi giusti ,non mi sto rispettando io.
a volte affamato, a volte famelico, a volte magnanimo, a volte bulimico, a volte schifato, a volte schifoso
a volte indigesto
ciao tu
in questo grigio invidio sushi ed il suo dormire, sebbene farmacologicamente infestato
tendere le braccia al destino credo sia l’unico modo per vivere. indipendentemente da cio che esso riserva! bentornata cris 🙂
te lo concedo? Te lo impongo!! :-))
Poi quando vedo che scrivi avvìo con l’accento sulla “i”, così come tutti dovrebbero fare, mi viene da sposarti di nuovo…
a presto, un bacio grande anche a te. Je t’attends.
era il destino… naturalmente
che abbia una voce calda come l’ambra, come questo Carlos Varela, il tuo destino
ammaestramento, mi capitano sempre così! i minuti ronzano e non solo quelli
il destino.
si dice che accompagni chi lo asseconda e travolga chi lo ostacola.
Esiste il Destino? Quello con la maiuscola che decide tutto per noi… bene o male che sia… purchè ci privi della “scelta”. Perchè se esiste lo puoi solo assecondare o subire, tanto è Lui che decide per Te. Comunque. Ma esiste il Destino?
Sono ancora emozionato dal tuo blog.
Jack____ troppa grazia 🙂
Rynot____ si dice bene, mi sa.
Fuoridaidenti____ speriamo! :-*
Credo che chiudere la guardia al destino sia più prudente e spesso più felice. Le cose morte vanno con la corrente.
non mi facevo neppure io!
a volte mi chiedo se non mi sia tutto d’un tratto bevuto il cervello