(questo post non ha titolo)
Davanti a casa mia hanno iniziato i lavori di "bonifica" per costruire un piccolo complesso residenziale.
Speravo di no. E invece sì.
La bonifica consiste, sostanzialmente, nello spazzare via tutto. Il prato di erba medica, i cespugli di rosa selvatica, un paio di bouganville rosso scarlatto che -non si sa come- sono cresciute spontanee ed hanno resistito nonostante il clima non propriamente favorevole di queste zone.
Ed il platano. Un robusto platano centenario cresciuto sul suolo comunale a pochi metri dalla strada. Alto sei piani. Con fronde rigogliose e sane. Un platano che non avrebbe dato noia a nessuno, data la posizione. Che poteva doveva essere salvato.
Ma. Non era nel progetto. E così, stamattina, all’alba, si sono mobilitati per abbatterlo.
Non con le seghe elettriche, no. Con le pale delle ruspe.
Strappandogli prima i rami. Slabbrando la corteccia. Usando strumenti da cantiere e non da giardinaggio.
Ha resistito due ore. Non mollava. Ondeggiava paurosamente ma non mollava.
Sono serviti un cavo di acciaio ed una pala caricatrice in retromarcia per vincere le sue ultime resistenze.
Letteralmente sradicato dal suolo.
E’ lì a terra, ora. In attesa di essere trasportato in discarica e far spazio.
Ed io, alla finestra, mi godo il nuovo panorama.
Un polveroso cantiere.
Siamo geniali nello sprecare e distruggere le cose belle.
Che amarezza.
Ciao, ti ringrazio di cuore..
la situazione spesso
sembra esattamente quella…
Con affetto davvero
M
Ho “sentito” lo strazio di quel platano….che tristezza
Un abbraccio
ghita
posso comprendere….sono scappato da dove abitavo… a me avevano messo una zona industriale….
Sembra un epos ma è un impietoso canto di morte la resistenza di questi fiori, di questo platano.

E se non ti sarà più possibile vederli attraverso, quei fiori, potresti provare a metterli sulla finestra.
Quasi un omaggio.
Ho letto un mese del tuo blog perso nell’ultima ora. Adesso ti posso abbracciare, sai quanto apprezzo la musica di sottofondo..
Vedi le coincidenze…
Questa settimana nella rubrica di Umberto, titolata per l’occasione “Etica per una foglia”, c’è proprio la storia di un albero.
E di quello che può significare.
“ll ragazzo sale molto spesso sopra un albero che sa. Tutto solo sopra un ramo guarda il cielo e forse anche più in là. È quasi ora di cena, quando viene giù: suo padre ormai non lo capisce più.”
(sempre F.d.G., naturalmente)
A volte strappano anche i ricordi… continuo a non capire più…
Mi spiace, non deve essere il massimo della vita..
penso al mio salice..
ha fatto la stessa fine
bacio
che tristezza…
io filmerei il prima il durante il dopo…
c’è un tempo per piantare ed un tempo per sradicare
Queste sì che sono soddisfazioni edificanti vero?
E poi dicono che ogni tanto la natura si ribella … vorrei vedere !!!
Un bacio
Flavio
Dovevi scendere ed incatenarti ad esso. Annunciarlo sul blog. Scrivere a qualcuno in cerca di notorietà. Diventare famosa e salvarlo. O forse salvarlo e diventare famosa. Tutto nei 90 minuti della pellicola.
L’intelligenza e la sensibilità umana veramente non ha confini.
ti ringrazio ancora
con affetto
M
sei stata gentile…
è sembrato di sentire il suo urlo
eccoti accontentata! adesso prova a leggertelo tutto se non ti addormenti prima..
baci grandissimi!
Alberi e tende.
Con quello che costano le case.
Ci rimane questo spazio mentale.
Lo sanno bene gli scalatori che le amano leggere ma resistenti.
Oppure i bambini, che preferiscono l’albero, ma in assenza del primo si accontentano delle piramidi.
Insomma.
Hanno questo stile.
Non ti isolano dal suono della natura.
Anche se ti appoggi di schiena.
Hai un Idea artistica che vuoi condividere con amici e non?
Racconti, poesie, disegni o fotografie, che magari raffigurano una Tua scultura?
Passa a trovarmi. Per Te c’è sicuramente qualcosa d’interessante e piacevole
Ti aspetto
Elisabetta
in questo momento mi sento intrappolato in “mercy in you”
un sorriso per te.