(questo post non ha titolo)
Il germogliare lieve dell’umido. La nebbia lattea che inghiotte la strada.
Lo sguardo si posa come un tratteggio di gesso sulla lavagna.
I tigli nudi, l’asfalto, le case.
Trattengo nel petto un’attesa del peso di un ciglio.
Una paura accogliente che seduce e invoglia a bussare.
Imbusto parole per un ipotetico lettore.
La ragione del mio cuore si mescola all’eco -impietosa- del ricordo.
Io so che il corpo si ammala dove l’abbaglio di un affetto si innerva.
L’innocenza ferita trascina la sua colpa, nel tempo.
Un repentino scatto d’immaginazione.
E indovinerei il colore dei tuoi occhi.

buongiorno Cris :o)
ciao….
perché martoriarsi con i nastri di un corsetto?
Ti abbraccio
Perchè non c’è niente di più femminile.
un sorriso
magari me li avessero dedicati dei versi simili (innocenza ferita, inghiotte, ciglio, innerva, tutti ingredienti assolutamente perfetti)
*non c’è niente di più femminile*
Mi piace il tuo blog, lo vedo come da leggersi con calma, tornerò. Un bacio?
ma se il blog non “sopporta” le kappa… vuol dire che io non posso commentare?
Maximo____ un bacio? subito? Perbacco 😉
Kera____ basta che non le usi quando scrivi. chiedo poco 🙂
mi riferivo alla foto… martoriarsi le mani….
Nulla da obiettare sul corsetto…. ANZI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!