(questo post non ha titolo)
Quando ci si ritrova in città, dopo aver lasciato il mare.
Il riverbero della luce che ti punge gli occhi. La raccolta rituale dei sassolini sulla battigia.
La pelle tesa, arrabbiata di sole e sale.
Quando ci si ritrova in città e tutto torna. Torna, bussando alla porta dell’ovvio.
Mentre gioco a mosca cieca con la capacità di pianificare. Realizzare.
E sigillo chimicamente le mie notti brevi.
Meglio vivere così, come vivo ora, come ho sempre vissuto, senza squarci, senza niente nessuno di troppo vicino agli organi vitali, oppure prestare il fianco?
Mi ripugnano le vie di mezzo.
Tuttavia sono incapace di uno slancio che mi traghetti dal buon senso al pulsare rapido di una vena dei polsi.
Prendere tutto dalle mani di qualcuno.
Come una bambina.
Acquistando senso nei suoi occhi.
Quando ci si ritrova in città e sembra che inizi l’anno nuovo, come a gennaio.
E quel qualcuno da dietro l’angolo non sbuca mai.
mai dire mai, per banale che sia.
A volte da dietro gli angoli sbucano brutte sorprese…meglio un bell’ “incontro frontale”…Nell’ottica del non attendere…Non è forse l’attesa, la peggiore tra “le vie di mezzo” ?…Certo…da che pulpito…concordo…
Un bacio.
K.
Sai, io invece sono in fase “meglio vivere come ho sempre vissuto, prestando il fianco, o smettere e rinchiudermi in me?” ed è quel che sto facendo, temo.
comprendo profondamente,credo.e c’è chi dalla città non si è mai mosso. e ha osservato naufragare lucidità e intenti.un abbraccio.
Baci a voi.
Ho sempre trovato il Ritorno il momento più bello delle cosiddette vacanze ! ma anche la “città vuota” di cui cantava mina, o quel “mare d’inverno”…insomma, per dirla tutta : “Odio l’estate” (di Bruno Martino). E’ scritto tutto lì.