(questo post non ha titolo)
…Poi càpitano tramonti come questo.
Arrivano lenti, si colorano sottovoce. Mentre tu, distratta, fai altro.
Te ne accorgi quando l’opera è ormai compiuta ed il cielo è una tela dipinta dal ricordo del sole.
Ed hai gli occhi pieni di una tale bellezza, di una tale stupefatta meraviglia.
Che fino a domani non ti va più di pensare alle tue mani vuote.
…e sorridi, vero? Una figura di donna che si staglia contro un tramonto, così ermetica, ma con gli occhi che sorridono.
E’ come se il teatro dell’intimo trovasse una realtà a sé affine con cui confrontarsi, consolarsi, comprendersi, confidarsi…
non so. trovo che il tramonto sia una dichiarazione poetica del vuoto. non trovi?
e tu distratta fai altro. già, mi sento sempre come dire…pungolata sul vivo. bello pensare che esistino anime s-c-i-a-g-u-r-a-t-e-in-g-i-r-o.
@ Max: sì, ho anche sorriso. anche.
@ Bol: trovo che evochi più il senso di vacuo, seppur poeticamente, l’alba. L’inizio di un giorno ancora da riempire di vita, cose, facce, gesti.
@ Marianna: distratta, sì. Solo fino al momento giusto 😉
mmm.
rifletterò sulla sottile ma esiziale differenza tra vuoto svuotato e vuoto da riempire.
HeHe 😉