(questo post non ha titolo)
Depenno stimoli. Via, uno dopo l’altro.
Li vedo letteralmente carambolare oltre la linea di confine del percettibile.
Nel disordine di tanti mesi senza nome, digradano i contenuti.
Ed io non so farmi piacere l’odore appassito del pressapochismo.
Questa abulìa di ritorno è, però, un’arma impropria.
Un idiota stand by che concede tempo al tempo, bruciando tempo.
Mi usura, la vita per sottrazione.
Perchè io sono a l t r o. Ma.
logica alterità
c’è sempre dell’altro
noi non siamo mai quello che siamo
ma non vorrei generalizzare
io non sono mai quello sono
e lo dico letteralmente
senza aggiungere alcun se o ma
Io sono anche quello che non sembro. Sono quello sono, più quello che credo di essere. Differente da ciò che si presuppone io sia. Ma sempre qualcosa di meno di quel che vorrei essere.
Pensa 😉
Non fa una piega: è una perfetta e simmetrica scalata. E per fortuna si è sempre qualcosa di meno di quello che si vorrebbe o ci si crede già di essere.
sempre bello leggerti…beato chi ti vede…
un abbraccio
Vorrei che tu riuscissi, banalmente, a schiacciare play più spesso.
:*
E’ da quando ti conosco che apprezzo i tuoi Ma.
bacio.
accesa di nuovo fuoco
tra echi di lussuria
che colpiscono i silenzi
con gocce di suoni che
colorano le idee
…Echi di che???
Mah.
…anche il sordo sente..
nella mente…
nella pelle…
nei sensi…
echi di suoni di parole…
nell’immagine è scabbia?…sembra lei.Bacio
No, non è lei.