(questo post non ha titolo)
E poi frammentarsi, senza poterlo impedire. Mettersi a nudo e non riconoscersi.
Urlare, piangere, e ridere in limitare dell’isteria. E promettere, rattopparsi, questuare il riscatto.
Perchè ci si lacera sempre nello stesso punto. Si maledice l’attimo, si risorge.
E poi ancora. Pensare che è giunto il momento di spingersi oltre la coerenza.
Stupirsi del patetico entusiasmo che accende la fantasia.
E con la naturalezza di un girasole, sollevare il viso e seguirla.
Mi stringo nelle spalle, incasso il collo e mi ricerco con violenza nel fondo delle pupille.
A volte si fa acuto, questo desiderio di bellezza, lo confesso.
E mi ferisce. Sottraendomi al silenzio.
Portandomi qui.
[ On air: Maria and the violin’s string – Ashram ]
… e noi
… e noi, qui, ci godiamo la Tua bellezza, desiderata, realizzata nel Tuo proferir parola.
Noi, qui, ci felicitiamo del Tuo sottrarTi al silenzio leggendo ad alta voce, come con voce Tua, ciò che descrivi giorno per giorno: il Tuo divenire quotidiano di essere Donna oggi voltata a domani…
Qui, dove tu sei tu nella forma più completa.
(e credimi, ti si sente tutta..quasi da temerti.)
in limitare dell’isteria, si, ma anche dall’altra parte del limite
appena oltre, forse
e la coerenza si fa di scudo e di sconfitta insieme
nel vacillare continuo
nel continuo silenzio. mentre immagini il crepitare che c’è attorno. quello vero, unico, così raro, poi.
tanto che nella normalità delle cose, quasi ci si arriva a comprenderle. poco prima di vomitare. perchè la bellezza è dannazione e rivoluzione di salvezza insieme.
certe volte non capisco questa tua ricerca, quassi ossesiva di dare una FORMA. spingiti oltre la coerenza, che sia però un autodafè
che sia un qualcosa di circadiano
con un ora. non decisa da te.
beso.
Beh, la base è una terrificante canzoncina di Povia che imperversava qualche tempo fa, io mi sono limitato a modificare un pochetto il testo :-p
@ Khep: voltata al domani. Sì, di schiena. Grazie, comunque. Bacio.
@ Lèggimi: ecco, una qulsivoglia forma di salvezza sarebbe gradita. E’ sempre un piacere confrontarsi con i tuoi commenti.
@ Tagliata: temermi?? No, guarda, qui non c’è proprio niente per cui provare timore. Rabbia, forse. Ma non timore.
@ Ippo: dare forma fuori da qui, per me, è fondamentale come dare parola, qui, a quel che sono.
…è bellissima, questa musica. Uno sfondo perfetto alle tue parole. Rimango un po’, se non ti spiace. Lasciati guardare i miei occhi, il mio sorriso. Sei dolce, anche quando non lo sai. Un bacio.
Intersecata qua, tra parole e musica che punge…punge…punge…eccola qua un’anima che vorrei conoscere! (quasi). e ora scusaMI che alzo a palla e brindo come un brindellone fa dalle mie parti, e mi dispiace per gli altri, perché solo io so.. cosa si perdono. (quelli che non leggono)
ma quando passerà la nostra inquietudine?!
Leggerti è sprofondare nella contemplazione.
Grazie.
Che bel post che sei riuscita a sfornare, il pezzo più bello è quando scrivi “Pensare che è giunto il momento di spingersi oltre la coerenza”…Forse dovrei farlo anche io qualche volta, ma la razionalità mi tiene legato al suolo….un forte abbraccio…alla prox