(questo post non ha titolo)
Sistemata comodamente nella dimensione amniotica del disinteresse.
Senza aver più bisogno di piacere o di dispiacere per piacere.
L’indifferenza oliata, del tutto rilassata, disinvolta, di provare il gusto di non essere più costretta a. Per.
Resto qui a osservare indegnità, ma senza spocchia.
Aprendo gli occhi, ogni volta, come fosse la prima volta: brutalmente.
Se non lo scrivo, non so quello che sento. Filtrato? No, distillato, puro.
Scrivere non mi ha mai allontanato dalla mia naturale mestizia e rabbia di donna. Scioglie, altresì, tutti i nodi e dispiega tutte le ragioni di un malessere senza per questo poterci fare niente riguardo allo stesso malessere, nella mia vita.
Probabilmente grazie alla parola scritta rifinisco quei nuovi clichés di felicità (ed infelicità, anche) che non farò mai in tempo ad obliterare.
Ma quando vivo non porto in giro la mia prosa, no. Vivo da viva. Mi serve solo vivere di più, per sottomettere la parola alla vita, perchè no.
quella differenza tra scrivere è parlare
come vivere o sopravvivere
come viviere o
fare quanto si fa, ogni giorno
facendolo per via di questa chiave che è il respirare, camminare e tutto quanto il resto
così simili e così differenti
eppure parti comuni di un modo di essere unico
ho fatto una scoperta (sciocca probabilmente) un po’ di tempo fa: i pensieri, una volta scritti e osservati, possono assumere una forma diversa rispetto a quella che si pensava potessero avere nella dimensione non scritta …
azz… che complicazione
ad esempio, adesso che ho scritto questa cosa, potrebbe pure apparirmi una enorme ca… , diciamo sciocchezza
io di solito faccio esattamente la stessa cosa, magari al contrario
Momentaneamente trasferita.
Ti spiegherò il perchè poi.
Un bacio, grande donna.
(La toscanaccia problematica)
Macchè incasinarmi.
E’ che ‘altrove’ mi sono stancata dei membri, e dell’avere il blog chiuso.
Non potendo aprire quello per ovvi motivi, mi dò alla fuga.
E poi, di che ti lamenti..almeno non ti annoi 😉
@ Lèggimi: c’è sempre uno spartiacque 😉
@ Jak: a me non è mai successo. ma non sarebbe male, se accadesse.
@ Antony: …au contraire, manco a dirlo.
@ Rita: ah no, non m’annoio. seguo le bricioline come pollicino 😉
ché poi… perchè rita?!?
( tu proprio discendente di Mosè ) ( era lui, vero, quello della fuga dagli egizi? )
( bigiavo sempre il catechismo )
Le discendenze sono parzialmente crucche. è l’unica certezza a me connaturata. E poi parli a me di catechismo! Io mi sbattezzerei domani.
Da MArita covarrubias. Ma visto che splinder permette al massimo 15 lettere, ho dovuto abbreviare. Ora chiedimi..’chi era Marita Covarrubias’? 😉
[sottomettere la parola alla vita. Mi piace. Intensa. Immensa.]
Lasciarsi vivere senza per questo sopravvivere!
Buon ponticello prenatalizio!
Un caro saluto!
🙂
Continuo a non ricevere segnali…
b.d.e.
Deo Gratias. Di gente che si veste di carattere facendo credere di parlar forbito o in versi anche nella Vita extra blog , ce ne sono parecchi. Sarei curioso di sentirli parlare mentre chiedono 2hg di cotto al supermercato.
“..resto qui a osservare indegnità…”;
“…sottomettere la parola alla vita…”
Immagini che destano stupore, e anche un pò di ammirazione, ma già dire questo e sconfinare nell’enfasi che non credo ti piaccia…
🙂
Scaramouche
Molto belli questi pensieri.
Dedichiamoci a rinnovarci e a vivere ogni minuto della vita, sentendolo nostro, come dici tu sottomettere la parola alla vita!
Ottime osservazioni!
Buon sabato tesoro.
Mi piacciono le tue parole, sono vere e hanno alla fine anche un retrogusto positivo, di forza e convinzione.
Sei viva, reale e presente, le tue parole sono solo uno strumento mai il fine.
Come scriveresti tu sono consapevolmente calamitato nella tua prosa! 🙂
Un bacio e uno splendido week end,
à bien tot.
quale è la tua rabbia di donna? mi trovo in svantaggio fin dal principio con te..come se ci fossero mille minuscoli ostacoli per ogni centimetro di coordinazione per fare un passo verso le tue parole…la rabbia non ha sesso e non deve appartenere a questo mondo…
Sdraiata nel carrettino
Con il zio prete vicino
Bellezza ecclesiastica
Eletto giardino
Occhi di mandorla e sensuale
Che la bocca non si vede
Che il seno non si scorge
Dietro le ruote del tuo carrettino
Sono come un bambino
La fronte scritta sotto la fratina
Che hai gli occhi pallidi come una bambina
Il viso è muscoloso seta pallida
Nel riso della prima gioventù
Penso dove consista la tua bellezza
Questa sera davanti al giardino
Occhi a mandorla e sensuale
Che la bocca non si vede
Che il seno non si scorge
Grassa canonichessa sdraiata nel carrettino
Con il zio prete vicino
Che la bocca non si vede
Che il seno non si scorge
IL viso è muscoloso seta pallida
Nel riso della prima gioventù.
Carmelo Bene legge i Canti Orfici
Inspiri la vita dunque e pure in versione natalizia
C’avrei tante cose da dire, ma ti commentano in troppi… uff… che palle.
Bellissimi i sentimenti che esprimi ….
bacioni
scritto benissimo
“sottomettere la Parola alla Vita”
bell’espressione, e sono anche sicuro che non sia uno specchietto per le allodole, ma che rispecchi una riflessione forte.
Allora, per risponderti a tono, dovrei dirti: “occhio, però. Per sottomettere la Parola alla Vita, la Vita deve necessariamente farsi molto, molto Vera. Altrimenti, è il cane che si morde la coda, sforzo vano”.
ciao, buona domenica*
m
grazie per il commento nel mio blog..
oer ora non commento niente devo leggere prima attentamente..per ora ho guardato le foto..sei splendida..complimenti!
vita e prosa/poesia, fortunatamente, sono due cose separate, quando c’è l’una non c’è l’altra…sembra un paradosso ma è così.