(questo post non ha titolo)
Il rovescio della medaglia del non lasciarsi divorare dalla sindrome natalizia e dallo shopping compulsivo c’è. Eccome. E’ un fine settimana come quello appena concluso, abbattuto a colpi di lettura e tosse.
Il mio manifesto rifiuto del contatto umano è dovuto al mio estremo bisogno di contatti umani -potrei glossare ma scelgo di non farlo-
Fatto sta che ho declinato un paio di gentili inviti alla condivisione dell’atmosfera festiva: avrei altro da condividere e non è carino.
La verità è che questo mio vuoto è rimasto lo stesso di sempre e non si riduce raccontandolo.
I miei pensieri ed i miei capricci sono gli stessi, e anche le mie brame affettive ed i fiotti emozionali sono ingarbugliati e melmosi come prima, malgrado li abbia espettorati con garbo in più di un’occasione.
Peccato l’occasione non fosse quella opportuna e la tempistica non brillasse per felicità. Peccato avessi a disposizione il referente meno idoneo -o solo non sufficientemente attrezzato-
La necessità di spartirmi con gli altri si è raffinata molto, col tempo. Non al punto di riscattarmi.
Ma la voglia, santo cielo, quella è ingestibile. Ti attanaglia e ti strapazza e ti leva la prima pelle.
Posso barcamenarmi tra le cose che riesco comunque a vivere da sola, rattoppando gli strappi che il circostante Pieno mi procura. Non basta. Tanto vale ammetterlo e riposizionare il punto di partenza.
L’atmosfera natalizia è un’astrazione.Al confronto di tosse e letture concrete. Così come il vuoto, a meno che non sia pneumatico, costruito, per certi aspetti voluto più che indotto.La matassa non si dipana, e cercarne il capo a volte non è semplice, nè proficuo.Il pieno è dentro e comprime il vuoto esterno avvolgente ed a volte protettivo.E guardando il reale in negativo, può pure accadere che il bandolo sia sotto gli occhi e non lo si veda.
Una carezza.
K.
E chiamare me? Io sempre piena di ciotole dove raccogliere i fiotti emozionali.
L’idea che esternare aiuti è vera solo in parte, non per me. Ognuno occupa e presidia i propri spazi. Anche le ansie e i dolori.
sorrido al fatto che conosco solo gente che a natale riesce ad essere piu’ triste invece che piu’ “coccolata” dalle luci che lampeggiano nelle strade, per una ca–o di volta all’anno il consumismo fa spuntare il sorriso negli occhi di tutti, bambini che abbracciando un babbonatale si fanno la foto, foto che ritornera’ loro nelle mani dopo vent’anni… ho invitato una coppia di amici per anni da me per capodanno hanno sempre dettono, e ogni anno in casa mia siamo sempere in tanti e sempre pieni di felicita’ o almeno pieni di tentativi di essere felici, l’anno scorso questa coppia si è lasciata….mi hanno chiamato entrambi in tempi differenti per essere presenti al cenone che organizzo quest’anno….ma bisogna proprio rimanere soli per cercare di non esserlo?
@ Kloro: potrebbe, ma anche no. Tu conosci abbastanza il mio dentro e abbastanza il mio fuori. Non esiste giustezza, a mio avviso.
@ Vì: te lo racconto in privato perchè non t’ho ammorbato al telefono in questo week end, va. Così ridi.
@ Codice: esternarsi non è sempre una scelta felice. Nel mio caso ho la prova provata che non farlo non mi sta portando granchè lontano. Ecco.
@ WS: non so come funzioni per gli altri. Ma io in compagnia (se buona) ci sono sempre stata bene. Le volte che ci sono stata 😉
Frenesia e falsi sorrisi non scaldano…la propria fiera intimità ci concede il calore.Se il tutto fosse scollegato dalla testa sarebbe perfetto.Nessun pensiero.Un abbraccio
lucidissima, come sempre
è notevole come tu sappia fare l’analisi delle situazioni
complimenti sinceri
Non Basta Quasi Mai.
[e lo dice Rita_Rita chi?, che lasciò per il terrore di essere lasciata.]
Privarsene è aprirsi ad altro.
Tornerò.
Il Natale secondo me è una festa piuttosto ipocrita. Solo apparenza, esibizionismo e falsità.
– Ho i piatti da lavare e l’acqua fredda-marmata-che ancora quella calda non me l’hanno attaccata, e non so da quant’è che non trascorro un Santo Natale Sereno. Comunque galoppando, galoppando, ti giungono gli auguri da Babbo Natale.
😉
avere desideri è sintomo di attività emotiva ed intellettuale… non importano le esperienze giuste sbagliate. conta il desiderio sempre, di continuare a vivere. io la vedo così. un abbraccio
senti: a me piacerebbe condividere quell’altro che giudichi non carino. anche se può non sembrare, questa è una proposta seria
@ Antony: temerario! he he.
Non sei originale.
Dici le stesse cose di quelli che contestano ma subiscono.
E’ normale. Quando i pazzi saranno di più dei saggi, i saggi andranno nei manicomi. Basaglia risuscita e fa una legge all’incontrario.
Lo so lo so. Non hai capito niente.
Ma anche questo è normale.
Ciao.
Sai cosa non hai valutato, NonsonoGus?
Che a me di essere originale frega meno di niente. E che tu, per essere l’ultimo arrivato e decretare o meno l’originalità di chi leggi, sei davvero il classico flame rompiballe. Diciamocelo: per originalità non spicchi tanto nemmeno tu 😉
Thanks a lot, Barboss.
I Like your blog, Cris, for a long time, the mood you are creating!
Cool!
;o)
ho letto alcuni tuoi post…sono molto suggestivi ed intriganti, complici le belle immagini scelte e la musica di sottofondo…
Au revoir—
Un sorriso e una carezza.