(questo post non ha titolo)
Sono nervosa, attenta, vigile. Dormo poco, leggo molto e mi dolgono le congiuntive.
Mi volto di tanto in tanto in preda ad una sensazione strana, come se solo un attimo prima qualcuno avesse fatto schioccare una frusta ed ogni suppellettile fosse scattato al proprio posto, rimanendo lì impietrita e trepidante. E questo ronzìo costante nella testa, un alveare di pensieri e diffidenze.
Ha ragione Nero: perfino la mia naturale cautela ed i miei dinieghi sono un escamotage per trattenere le redini delle relazioni nelle mie mani e gestirne, così, il destino. Diversamente, ho la convinzione che verrei masticata, sminuzzata, inghiottita e rigurgitata dalle circostanze.
Se mi reclamo trovo solo indizi: il lontano mi è più vicino del luogo che mi contiene.
hai la convinzione che verrai masticata, sminuzzata, inghiottita e rigurgitata… forse solo da chi vuole sbranarti come un hamburger al fast food… mmm forse non è l’immagine giusta che volevo dare, ma ci va vicino…
Ha il suo fascino questo tipo di relazioni.
E tutt’altra de-pe-ri-bi-li-tà
Hai ragione nel pensare questo. Ma un qualsiasi tipo di relazione nasce proprio per capire se l’atro vuole semplicemente ‘accarezzarti’ come un fiore o ‘masticarti’, parola un pò forte ma che rende l’idea, anzi la realtà delle cose. A volte.
Non è facile riuscire a trattenere le proprie stesse redini: Jackson Browne parlava in una canzone-manifesto (“Take it easy”) dell’esigenza di “non lasciare che il rumore delle tue stesse ruote ti faccia impazzire”, in elogio al fermarsi e lasciare scorrere i pensieri.
conosci la metafora della carrozza (con tanto di cavalli, redini e cocchiere) per descrivere l’uomo?
@ QuasiAnonimo: m’hai fatto venir voglia di Chicken Première, argh 😉
@ CalMa: trovi davvero il tutto fascinoso?? Mi verrebbero spontanee almeno due domande…
@ Dzizza: …non lo si può sapere prima, è vero. forse basterebbe solo trovarsi nella situazione -un attimo prima- di non avere nemmeno il tempo per chiederselo. Sarebbe bello.
@ Masso: ecco cos’è quel ronzìo! :-*
@ MrXself: raccontamela…
ti sto osservando…
Una diligenza (il corpo) trainata da cinque cavalli (le emozioni e i sensi), un cocchiere (il pensiero) che regge le redini e dirige andatura e direzione dei cavalli, all’interno, siede un viaggiatore che conosce la destinazione (la parte spirituale).
Solo se tutti i punti di contatto tra le varie parti (redini, imbragature, voce) funzionano in maniera chiara potrà essere indicato lo scopo del viaggio e la meta sarà raggiunta.
…Datemi una mappa!
nulla da dichiarare ma, come dice cristinadonà, scrivo qualcosa che ti lasci il (mio) segno…
🙂
i’m lookin’ for, i’m lookin’ for… non lo so, proprio non lo so. a volte anche a me la materialità che mi contiene pare aliena. aiuto!
@ Ivan: apprezzo.
@ Uomoambra: …e lo chiedi a me? Qualcuno potrebbe dirti “non vedi come è messa di suo”? 😉
E’ proprio quando ci si sente pronti per il volo che si può
pensare di ritornare finalmente alla terra.
mi fanno un po’ pena quelle suppellettili
Decisamente intensa ed interiore.
Hai letto Gita al Faro, della Woolf?
E’ come se dentro di te si muovessero le due correnti che si neutralizzano a vicenda: la signora Ramsay che promette al figlio la gita in barca l’indomani – se fosse stato bel tempo – e il figlio che si accende di desiderio in attesa di qualcosa di straordinario.
Putroppo è la stessa razionalità che ci rende consapevoli di quanto e come desideriamo la vita e che ci rende diffidenti guardiani della nostra fortezza (che nessuno la espugni, mi raccomando).
Un sorriso e un abbraccio.
A proposito del fatto che verrai masticata mi hai fatto venire in mente questa canzone di Moltheni da ”Toilette Memoria”
Credevo di essere un dente marcio
nella tua bocca
guai ti guarda
a chi ti sfiora
a chi ti tocca
come un pneumatico gonfiati
come una rondine puntami
sciabola brilla e decapita
questa mia testa
credevo di essere un ramo secco
nella tua quercia
guai chi ti taglia
a chi brucia
a chi ti fetta
fulmine d’oro illumina
tuorlo dell’uovo rimescola
il cibo che chiama il peccato
è la mia bocca
nella mia bocca…
Moltheni
Nella Mia Bocca
Sapevo che mi avresti commentata così.
E scommetto anche che tu sai come risponderei..;)
Fammele, allora.