(questo post non ha titolo)
Non ci si può dimettere dal provare e riprovare e mantenere costante la spinta a farlo.
Sollevare bicchieri in aria per brindare ad un poi che possiede ancora troppo le sembianze dell’adesso, immaginare tutte le contingenze che non ho vissuto, sorridere degli squilli sbagliati del cellulare, delle passeggiate in solitaria, di un destino sintetizzato nell’infantile dipendenza dal consenso.
Non sapere quasi mai di preciso quel che voglio e sentirmi in colpa per la mia indecisione. E andare avanti, senza dimettersi dal provarci -fradicia di stanchezza-
Percepirmi come una sagoma grigiastra, una scorrettezza del paesaggio, un’immagine ritagliata a caso da una vecchia fotografia, senza colore, senza rilievo, inserita per sbaglio nell’eleganza di una strada, al tavolo di un ristorante, incolonnata nel traffico congestionato. Al centro di un mondo impastato di colore.
Indovinate l’intrusa.
e chi sa davvero
ma davvero sul serio
quello che vuole?
La consolazione passiva non è nelle mie corde , la pulsione per un salto ascendente deve necessariamente esserci.Lì v’è il carattere , la tempra.Un po’ come il nastro da prendere sulla giostra , per fare un altro giro gratuitamente , con la speranza di rifarsi. Se ti guardi attorno vedrai quello di cui i notiziari non parlano , che la religione di Stato ottenebra , che i falsi sorrisi delle nostre generazioni testimoniano: c’è confusione. C’è sbando anche con il timone in mano.Una tempesta di sole , siamo impreparati.
@ Elf: …è faticoso preoccuparmi di capire cosa voglio io, figurati se mi cimento nell’indovinare quel che vogliono gli altri! 🙂
@ Mau: tutto ciò che hai scritto è ammirevole, già. Peccato che, a tratti, la passività, il rifiatare, il fermarsi per capire -o solo per desistere- siano fisiologici. Non siamo dei rulli compressori. Possiamo solo provare a non accomodarci troppo nella routine…
Bacio.
Il disperato bisogno che abbiamo tutti di sentirci amati.
Ma da qualcun altro…
Sempre
Quando la chiave per il tutto è imparare ad amarsi.
Forse non c’è nessun intruso.
Forse il tuo posto è proprio quello, bianco e nero in un mondo a colori.
Adoro il bianco e nero.
Tu no?
solo felice.
che ci sia. qualcuno che possa cercare. anche con le tue visioni di adesso. a farsi intruso. nemmeno il tuo corpo ab initio si può riconoscere.poi cambia tutto.
si chiama Vita.
e sappiamo sia tu che io, che non ti busserà certo alla porta per avvisarti.
que tengas un buen dia.
Fradicia di stanchezza. Mm. Eppure nessuna dimissione dai tentativi. E’ la condanna di chi “vola immobile”, non trovi?
Scusami tanto se mi ci metto anch’io, tra le scorrettezze del paesaggio. Volevi mica essere l’unica? 😉
complimenti per il blog: l’aspetto grafico è veramente gradevo e suggestivo… …le contraddizioni di questo post mi lasciano un po’ perplesso, anche se guardando in faccia alle contraddizioni della vita, si riesce a scorgere qualche tratto di verità…
@ Miss: …sì. Però mi piacerebbe riuscire a sopportare -se non apprezzare- anche i toni intermedi.
@ Ippo: saggio ventenne che non sei altro 😉
@ Frapir: …contraddizioni? (ti avrei letto anche se non marcavi il carattere)
Cris, nel bianco nero sono già impliciti tutti i toni del grigio.
Sono proprio loro ad arricchire con le sfumature i due estremi.
Davvero non gli apprezzi?
Il fatto che qualcosa sia implicito (a volte anche esplicito) non è garanzia che venga preso nella dovuta considerazione e/o lo si apprezzi 🙂
io parlo sempre per se stessi
gli altri sono storia altra
Se tu mi chiedi Chi…, presumo faccia un ragionevole riferimento ad eventuali terzi. Io l’ho dichiarato che non sono il trionfo della caparbietà, avendo desideri poco decifrabili ed essendo assai dispersiva.
indovinare lintrusa?, no,
aguzzo l’occhio.
E perché mai il poi dovrebbe possedere le stesse sembianze dell’adesso? It depends on what?
Personalmente non è l’indecisione a mettermi in conflitto con me stesso, quanto la paura di non desiderare ciò che faccio.
“Non ci si può dimettere dal provare”
..già..ma a volte il tirarsi indietro è la strada più semplice..
Buona settimana cara
E’ facile sentirsi intrusi.
Ma mi sono convinta: Il vero problema è la strada, il tavolo, il ristorante.
Non tu, non noi.
Troveremo il nostro elemento, zia.
Prima o poi.
Credo ci fosse qualcuno che ha detto qualcosa del genere: “provo e riprovo, ci tengo a perfezionare i miei sbagli”.
Se non l’ha detto nessuno, vuol dire che l’ho detto io adesso, ahah.
Ciao tesoro. :*
ciao,
l’intrusa, per me, è sempre quella che non sa stare al posto che le hanno assegnato. forse l’intrusa è l’anima.
forse non esiste un posto dove stare, ma qui, nel tuo blog, si sta bene.
un saluto,
tush
per sbaglio non credo. magari a volte un pò per caso. ma ben visibile a dispetto di ogni idea e colore
Considera che succede molto più spesso di ritrovarti a colori in un mondo in bianco e nero. Baci 🙂
Spero che qualcuno in sogno, ti sussuri un convinto:”c’è dell’altro”,in questa o una delle tue prossime notti sole…e che tu possa crederci ancora.