(questo post non ha titolo)
C’è che quando passo fine settimana intensi e pieni come un uovo la puntualità del lunedì è davvero fastidiosa.
C’è che ho attraversato idealmente il limite della resistenza passiva e sono entrata a spron battuto in quello della frenesìa motoria. E’ una sensazione insolita ed euforizzante.
Per un momento ieri, davanti agli scogli, mentre Effe ed Hawk compravano una margherita di pelouche rosa per BabyHawk, mi sono domandata cosa m’abbia traghettato verso questa condotta agente. Nessuna risposta, a parte la considerazione che, no, non può farmi male.
Non sono più l’oggetto delle mie meticolose osservazioni cliniche e satòllo sempre meno il palato emotivo -mi piace dimenticarmi del resto, pezzo dopo pezzo-.
Basta schegge di vetro al posto dei pensieri, basta con l’asciutta teoria del buonsenso, basta obbligarsi ad essere inespugnabile.
Era un modesto (?) desiderio ma l’ho esaudito. .Per ora.
Eccola là. L’America. Te la ricordi, quella del libro di Baricco, Novecento? Quella che chi la vede per prima ha da sempre dentro agli occhi. Così è quella rinascita. Lo so, l’ho sentita anche io. C’era era tutto dentro. E ad un certo punto: FRAN. Come un quadro che si è dato appuntamento con un chiodo ad una data ora ad un dato giorno per cadere, per continuare a citare. Come quando levi un velo, un giorno, e guardi una montagna nel tramonto e ti dici: ma io dove cavolo ero fino ad oggi? Che c’hai messa ora Dio, sta montagna qui? Perchè prima non la vedevo? Cosa guardavo? Dove stavo?
Fran. Tu hai fatto fran, l’ho sentito fino a casa mia (cavolo continua ad usarlo quel tapis roulant che si è sentito fino da me :D). Stai guardando con occhi nuovi. Non è retorica, Dio me ne scampi. Tornerà la malinconia, torna sempre. Sono come il sangue gioia e malinconia. Scorrono. Ma oggi è Fran. Buongiorno mondo:)
E il bello è che lo avevi in fondo agli occhi, come l’America. E dire che la gente lo cerca altrove.
Ivano Fossati giorni fa ha descritto superbamente, in un suo concerto, quell’attimo che tutit abbiamo, in cui sentiamo che la pendenza cambia. Che le prospettive cambiano, che è un tempo nuovo.
Come i treni a vapore, di stazione in stazione, e di porta in porta, e di pioggia in pioggia, e di dolore in dolore, il dolore passerà.
FRAN 😉
aria un po’ viziata, questa finestra andrebbe spalancata…
… magari, la “ricetta” è tutta qui.
@ Volami: …Fran, già. Un rotolamento a valle come ciottolo nel ruscello. Adesso va così. Torneranno ciclicamente malinconìa, pessimismo, sconforto, diffidenza: mi conosco.
Ma adesso questo Fran suona così bene!
@ Jean: aria viziata? Ma figurati! Freschissima e odorosa di germogli.
E allora complimenti!!!
Macchè modesto: quando si diventa soggetto della propria attenzione dopo esserne stati oggetto per troppo tempo, c’è da alzare il calice e brindare alla propria salute. Anche ubricandosi, se necessario……….
Insegnami a non essere l’oggetto delle mie più che meticolose osservazioni cliniche, dunque.
Intanto l’aria profumata fuori, si, la sento. a presto
🙂
Ma finalmente!!!! 🙂 Spero dure molto, ma molto tempo questa tua voglia di muoversi. Chi sa, tra tutto questo “fare” potresti anche venire alla mia mostra 😉
Ti abbraccio
Mi permetto di intervenire su qualcosa che non mi riguarda, per un commento che leggo. A proposito di soggetto e oggetto.
Io credo che si debba restare oggetti delle proprie attenzioni, mai soggetti. Intendo: osservare se stessi ma con distacco. Da dentro il flusso delle emozioni diventa una marea che ci annega. Da fuori, guardandoci, ci rendiamo conto di quanto quello che proviamo sia parte di uno scorrere più ampio, e togliamo forza alle emozioni. Osservare, in qualunque mondo ci si trovi, singifica non interferire. Togliere vigore al sentire non significa diventare insensibili, o sentire di meno. significa, almeno per me, pulire il rumore bianco, prodotto dai miei pensieri, dalla musica che ho dentro. E per questo sento il bisogno di guardarmi intorno, non come se io fossi il centro, ma come se fossi una parte di un tutto più ampio. Fran 🙂
Fedro direbbe che è tutta una questione di Qualità. Brum brum. 🙂
e meno male che lo chiami modesto desiderio.
sembra qualcosa di più 🙂
…dicevo…che bello desiderare il desiderio
irazoqui
essere o avere? cuore o cervello? emozione o “ratio”? Passione o Amore? dualismi così chiari sulla carta che all’ interno dell’ animo arrivano a sfumare l’ uno dentro l’ altro… e anche se non abbiamo bisogno conoscere l’ amore per definire cos’è passione o sapere cos’è la ragione per definire l’ emozione, dentro noi confini così netti diventano pallide linee appena riconoscibili… e ci troviamo con essere E avere, cuore E cervello, emozione E ratio, .PaSSiOnE. e .AmOrE. e perchè no… l’ ottovolante emotivo potrebbe diventare uno Shuttle che punta dritto verso il cielo, un aereo che “sembra s’ innalzi all’ infinito”, un mare tranquillo di serenità.
.BaCiO.
La ragione diamo, e il vincere ai coglioni, oppure ai bari:
resteremo sempre a un punto dai campioni, tredici è pari,
MA SI PERDA PERCHè SIAM TRE VOLTE BUONI, e si vinca solo in sogni straordinari.
Sai quant’è che ci si aspettava
– anche qui dentro, sì… – di *leggerti* così?
Che sia il bagliore di una prematura primavera, che sia una luce che t’inonda di alba di dentro, che sia una nuova rinascita, fa bene al cuore sentirti così.
Saperti così – doss’anche un week-end, un giorno, un’ora…
P.S. Che voglia di sentirlo, quel benedetto, sacrosanto *fran*…
Chè nulla si distrugge ma tutto si ricrea.
*Panta rei*, nervi d’arpa.
Naturalmente ero senza credito telefonico.
E naturalmente ero sola..fino alle quattro di notte.
[c’è poco da raccontare, ma volevo sapessi che sono stata più forte della mia emotività.]
@ Laidis: ci sono arrivata per caso e controvoglia, temo. Non saprei spiegare la strada ad anima viva.
Ma tu respira… 🙂
@ Miss: tanto, poco, meglio che mai 🙂 Se non riuscirò a venire sarò comunque lì a tifare per un sicuro successone!
@ Volami: …anche per il commento n.8… Fran!.
@ EMau: anche di qualità. ma anche di costanza, di autenticità, di sincerità, di verità. Bacio.
@ Ecce: shhhhhh ;-*
@ Irazoqui: bello, ma proprio bello.
@ Luce: […] e ho detto tutto. O niente? Bacione.
@ MdM: Fran pure per te, MdM 🙂 Lo auguro un po’ a tutti. Ché poi sembra che sia successo chissàcché ed invece è solo un passettino in avanti che non esclude un ritorno a singhiozzo… Ma, per ora, va bene così.
Ti abbraccio.
@ Rita: poi ne parliamo. A voce.
bellissimo Cris, io credo che riuscire a arrivare a darsi certe soddisfazioni personali, sia la cosa migliore per la nostra anima, che ha sempre sete di cose buone per se stessa.
Discorso contorto, ma insomma, ci sono cambiamenti che facciamo solo all’esterno, e se ci pensi bene ti lasciano rabbia, malessere e insoddisfazione, (un po’ come pensare alla fine che essere cambiati non ci giova affatto). Ci sono cambiamenti interni, invece, quelli in cui si è andata a modificare la polpa di noi, e quelli ci rendono più forti, sicuri e vorrei dire orgogliosi per essere arrivati ad essere così.
Non so se non ho capito quello che hai scritto, ho parlato a vanvera, se ho capito, non posso che essere felice che tu abbia fatto un cambiamento IN te che sembra essere di tipo interiore appunto…
E’ bellissimo!
TS
Il cerchio è spezzato. Non credo a sensazioni cicliche. Forse riproducibili, ma pur sempre ed eventualmente in scala. Io sono sinceramente felice. Senza alcuna riserva.Un bacio.
K.
in un altro libretto, intitolato la turbie ho trovato questa, del priano:
Il segno del tuo amo nel palato
graffio d’amore, lo sento quando
l’acqua è faticosa, nera tomba
infetta che mi entra nelle squame.
d’altra salvezza vive il cavedano
del fiume.
si basta
basta
ricomincia da me, damn
Buongiorno zia..:*