(questo post non ha titolo)
Chiacchiero con Effe al tavolo di una trattoria "del territorio" nella quale mi chiamano per nome, ormai.
Una bottiglia di nebbiolo in due e due professionisti sulla cinquantina al tavolo accanto che ci guardano con insistenza, concupiscenti, sorriso idiota e fede al dito, entrambi. Abbassa quello sguardo, stronzo.
A volte basta semplicemente dirle, le cose -curioso come mi riesca al meglio in condizioni chiaramente imbarazzanti- I due professionisti, abito di pessima fattura e coniglio alla ligure nel piatto, sfumano i sorrisi idioti e devìano lo sguardo. Arrotolo i tajarin al sugo di salciccia e porcini e li accolgo in bocca. Effe mi ammonisce con gli occhi, io le strizzo uno dei miei. Lo sai che sono irascibile, no? E poi, dai, sono l’inno alla turpitudine. Ride. Io meno, ché so cosa c’è dietro a pungolarmi, a rendermi rabbiosa.
Disavvezza all’affidamento incondizionato, alle deroghe, alla famigliarità di una vicinanza che non sia quella con me stessa. Vorrei contenere tutto come un grandangolo e non ci riesco, non ne sono più capace.
Quando ho disimparato?
Ho a che fare con una contrattura emotiva, di quelle che dolgono e straripano in un urlo affilato. Il lusso della pazienza sta soccombendo alla stizza. Questo giocare di rimessa, sostenuta da un rabbioso senso della misura e da qualcosa di molto simile ad una selvaticità acquisita, mi limita ad una traiettoria appena tangente le persone.
Ma non sono pensieri sabatini, questi.
Finchè non riesco a concedermi un impluvio emotivo ripiego su quello degustativo. Scaglie di fondente e bicerin di barolo chinato, grazie.
Nella mia consapevole fragilità tu sei il tendine che mi fa vibrare.
Sei il tendine che suona.
Quello che vorrei.
Ed il mio baciamano.
Secondo me ti serve un bel chiropratico emotivo o se la contrattura non è troppo fonda magari un fisioterapista e un poco di crema basterebbero….
e su cosa basi la convinzione che fossero professionisti e non abusivi?
O semplici lavoratori autonomi?
E poi cosa ti interessa poveri, lasciali guardare. La fede non al dito non è mica un crimine.
Da ultimo questa idea tutta piemontese che il barolo chinato possa reggere sul cioccolato.
Idea tutta vostra….
Mi viene in mente la battaglia di Montaperti ( Senesi vs Fiorentini) durante la quale le donne senesi finivano i feriti fiorentini con lunghi coltelloni e ferri x maglia….O_.P.S:Anche la Musica in comune,non la cambiare per un bel pezzo questa,e qui mi fermo. un Beso.
La magia di scrivere una banalità e farla sembrare una prosa punk.
Per niente enigmatica, poco complessa, decisamente discinta.
Hola.
La prossima volta, invece del barolo chinato, suggerirei, data la zona, un brachetto Pian dei Sogni di Forteto della Luia o, magari, se il fato è volenteroso, un Pineau de Charentes. Esaltano il fondente…e non solo quello.
lucido di pioggia l’ asfalto di Bologna riflette l’ arancio dei lampioni allo iodio, i tergicristallo spostano dal vetro gocce di pioggia noncuranti del fatto che l’ istante sucessivo ne troveranno altre e altre e altre ancora… come un vascello di plastica e acciaio l’ auto galleggia sulla strada, sembra conoscere in anticipo dove la vorrò guidare… ancora una volta la mia città natale mi accoglie nel suo rassicurante deja vu…
ciò che Vuoi
è
ciò che Hai
sorpresa sorpresa…
Bacio
quando accordi una chitarra non serve ascoltare il suono di due corde per sapere se è lo stesso… basta guardarle… pizzicandone una sola anche l’ altra comincerà a vibrare esattamente nello stesso istante e cesserà quando anche l’ altra smetterà di vibrare…
Buon giornata Cris
Ma che cosa c’è in fondo a quest’ oggi
di mezza festa e di quasi male,
di coppie che passano sfilacciate
come garze stese contro il secco cielo autunnale,
di gente che si frantuma in un fiato
senza soffrire, senza capire
e i tuoi pensieri sono solo uno iato
tra addormentarsi e morire…
@ If: il solito grazie.
@ Marianna: …bentrovata! Iniziavo ad impensierirmi. Bacio.
@ Gus: prosa punk?? Divertente. Ciao.
@ Bustro: annoto.
@ Luce: tu sempre in giro, eh? Per un animale stanziale come me è una vita improponibile, la tua. Bacio grande.
Tra sommelier, critici e conoscitori del bel mondo mi perdo un pò, pensando ai tajarin, ai giochi di sponda e al fatto che il biliardo, alla fin fine, è un vizio. Non gioco più, cantava Mina qualche anno fa. Ma poi ci ricascava. Complice la primavera, e un armonico di arpa.
Ci sono momenti, su certe note, che è come se la corda fosse ferma, e a vibrare fosse la realtà. Come un’onda, da dentro.
In astronomia, esistono traiettorie che sono urti senza collisione. Si cambia rotta per la semplice presenza di un altro corpo, da qualche parte nello Spazio. Così ha voluto l’architetto celeste, tanto per rendere più difficile giocare a biliardo, con il Cosmo.
Come un diapason,
Michele
tangentemente
ier mi son concesso
un quadretto di fondente
com’eccesso
@ Volamiaddosso: aspettavo un commento così. Da conoscitore, sì, ma dell’anima. Un abbraccio.
@ Poe: evviva gli eccessi. Con moderazione 😉
la contrattura emotiva non è paralizzante fino a quando ti formicola ancora l’anima…
grazie per avermi visitato.
f
Sei (ed hai) un abito a fiori in un mondo in binaco e nero. Il peccato è che non lo indossi quasi mai.
o forse non ti piacciono i fiori.
ti abbraccio
p.
Anhe io vorrei contenere tutto come quando ho l’occhio nella mia macchina fotografica… circoscritto, definito, chiaro, protetto e intoccabile…
Come sempre m’immedesimo e vesto un po’ dei tuoi panni Lo sai che sono irascibile, no? E poi, dai, sono l’inno alla turpitudine. Ride. Io meno, ché so cosa c’è dietro a pungolarmi, a rendermi rabbiosa.
Come mai siamo fatte così???