(questo post non ha titolo)
Non mi bastano il robusto arco del sostantivo e la freccia mobile e curiosa del verbo.
Io amo gli aggettivi e gli avverbi. Spalancano le palpebre e mettono a fuoco, a garanzia dell’individualità. Ed io possiedo da sempre il discutibile vizio di voler qualificare tutto, indugiando sulle sfumature –è il medesimo discorso delle pennellate di cui sotto–
Il vuoto è aspettativa di pienezza ed io tento di sostanziarlo, quel vuoto, con ridicola perizia.
Diversamente la scrittura non sarebbe altro che una barbosa routine di cui si potrebbe fare a meno a tutela di se stessi e, soprattutto, degli altri.
Perchè lo puntualizzo? E’ una risposta, questa mia. Per gli occhi di chi vive in una solitudine intellettuale profonda e difficilmente risolvibile. A chi di voi non interessa basta voltar pagina o leggere un altro post.
No no, io leggo volentieri questo, di post. Il vizio di voler qualificare tutto non è poi così discutibile, credo. Routine diviene o può diventare se il qualificare si fa inventariare, catalogare. Se il racconto si fa descrizione, a dirla banalmente (devo ancora far decantare queste tue parole). Forse l’efficacia della scrittura si tiene in piedi sul non detto, più che sul detto. Forse. Ma ci vuole perizia per sostanziare entrambe le cose. A me sembra che tu ce l’abbia. E credo anche che tu questo lo sappia…
Buona giornata.
L, lussuriosa amante di aggettivi e avverbi
Cosa è, alla fine, “bastevole” o bastante veramente a riempire il vuoto che mano a mano si crea dentro di noi, di aspettative non risolte o di nodi mai sciolti?
No, nulla lo è veramente: ma ciò che scrivi è già abbastanza per far sorridere un’anima intelligente!
Un bacio.
Massimo
…è questa la magia vera il saper trasmettere i respiri, i sospiri, i fremiti… il susseguirsi di diastole e sistole di intensità diverse… instillare in freddi gangli neuronali caldi pensieri, soterranee indecenze, incofessabili desiderata.. aprire a chi legge pertugi insospettabili dai quali mostrare e non mostrare virtù malcelate e sinuosità emozionali prorrompenti quasi quanto le carni in bianco/grigi/nero che sovrastano e misteriosamente si fondono con le parole lettere..interpunzioni ..lampi violetti…
… come tra il pubblico di Houdini aspetto la tua prossima magia
Sim,Sala… Bim!
Fortemente intensa, un piccolo bouquet ed il mio baciamano.
La solitudine intellettuale ti crea un vuoto esistenziale che riempi con una scrittura attenta.
Ma è solo un’illusione.
To be, or not to be: that is the question.
Ciao.
Laidis… Giusto tu.
E qui mi fermo, ché potrei diventare spiacevole.
Ehilà, son tornata ora, è già son in fibrillazione! Ma certo che tu “spennelli” bene eh ..? Davvero artistica in vie bloggettiane ..! Sì che mi piace, ora mi ci fumo una sigaretta davanti, ammirandomelo .. me lo “spennello aggiustando” in qua e là, le righe che non si vedono, domani credo .. grazie mille 😉
il vuoto è uno spazio per accogliere…sfumature di colori per molti invisibili.
Giusto, chi non vuole non legga, o non passi affatto, giusto? Io continuo a trovarti interessante da leggere, credo proprio per come usi scrivere…
Notte TS e DD
Scrivi benissimo, hai una capacità di espressione che ritrovo in poche persone….
Complimenti per il blog.
è un’altra delle cose di cui dubito, il vuoto. ma, considerando il caso concreto, e anche ammettendolo, posso dire: oggi, se vuoi, mi sembra la pennellata appropriata