(questo post non ha titolo)
Il cellulare vibra ad intermittenza sul piano di vetro temperato della mia scrivania. Leggo il messaggio in arrivo. Rileggo. Chiamo per una smentita e ricevo una conferma.
Le mosse in contropiede non sono mai riuscita a prevenirle. Alla fine io sono una persona mediamente prevedibile proprio perchè lineare nel suo relazionarsi agli altri.
Scivolare sul piano inclinato del temporeggiamento è pericoloso quando non hai tempo da concederti e sei lì, al telefono, con l’indecisione aggrappata alla gola.
No e poi mi pento? Sì, e poi? Non lo so. Nella danza sinuosa delle potenziali scappatoie c’è pure quella d’un matrimonio cui presenziare. No e poi mi pento? Sì, e poi? Non so.
Eppure m’hai detto che la cucina di Iseo la adori… Cammino talmente ai margini dell’indecisione che basta un mugugno per passare il segno. Grandioso, prenoto.
Ed io adesso che faccio? Razionare i pensieri per garantirmi leggerezza e godibilità. Ecco cosa devo fare.
Esco un’ora prima diretta al McArthur Glen. La spesa era preventivata per il mese prossimo. Amen. Mi serve adesso, addosso.
Showroom di Etro, mi dirigo spedita in fondo a destra. E’ ancora lì, stupendo, di seta a stampe orientali. Rosso, viola, verde e oro. In altri termini vistoso, anzi, presuntuoso. Chiedo la mia taglia incrociando le dita ed evitando accuratamente di adocchiare il cartellino del prezzo. Me lo provo, mi guardo, mi riguardo. Scollature profonde e simmetriche su schiena e decolletè, maniche a kimono e poi via, a scendere morbido dove è indubbiamente opportuno che non assedi.
L’emozione si avvicina con un passo così lieve da passare inosservata. Si appoggia sulla nuca e scende fino all’ultima vertebra lombare. Accarezzo la seta, mi riguardo. Sì, va bene.
Esco dal negozio che ho lo stomaco che mi gorgoglia ed un sorriso inchiodato al viso.
Sto cercando di deviare dalle solite traiettorie, di cambiare il ritmo del passo, di fermarmi quando è importante farlo. Come adesso, che sof-fermarsi è un’esigenza che non chiede nulla se non essere soddisfatta.
Chissà quanto impiegherò ad arrampicarmi su quello sguardo, quello sguardo che setaccia l’anima.
Questa sera il Golfo dei poeti mi aspetta. La mia aria distratta è preludio al ritorno.
Sono incantata dall’essenzialità ed eleganza del template..
(Portovenere è sempre Portovenere)
…ed io sorrido. Perchè ti immagino bellissima, sinuosa. E radiante, anche nelle tue incertezze.
Che sia un fine settimana denso, zia.
Un bacino.
Il Golfo dei poeti è un luogo romanticissimo!! Ti invidio Cris… Questi giorni per me sono un piccolo disastro….. Passa una serata indimenticabile e non far nulla che io non farei!
Bacio bacio.
Leggendoti con piacere, un piccolo bouquet ed il mio baciamano.
accidenti!
passo delle mesate intere a ciondolare da quelle parti e stasera che ne valeva la pena…
Spero almeno in un record fotografico.
Buona week-end, Cris.
b.d.e.
# Delizia: grazie. e, sì, quei posti hanno decisamente il loro perchè. Un saluto.
# InA: sì, le incertezze restano. Ci sguazzo, io, lo sai. Ma l’istinto m’ha detto sì e l’ho seguito. Poi si vedrà… Bacio grande.
# LaProxVolta: è un’istigazione, la tua! 😉
Vedrò di fare il possibile per godermela, questo è certo.
# If: un saluto alla tua costanza.
# B.d.E: no, dico, ti pare che in una serata così io mi porti la macchina fotografica?? Ci saranno solo i miei occhi…
Buon week end a te.
L’approccio all’abito, da guardare, accarezzare, provare e comprare, a me sembra delizioso.
Ciao.
Non ci penso proprio! 😀
iseo trattoria
o iseo lago?
scusa
rifaccio la domanda in crisalidese…
Sfafugliano scomposte nella mente le dubitazioni saranno prospettive marittime o lacuali quelle che accompagneranno il fruscio della seta?
# Elf: adesso tu mi spieghi come fa ad essere il lago di Iseo se io sto per andare a Portovenere….
# Gus: il contatto con la seta è realmente delizioso. Ciao.
# Ubik: omertoso!!!! ;-***
per me potresti essere stracciata e sporca. ma tu, sapendo ed essendo, giustamente ti comporti. il che m’induce a pensare che anch’io potrei apprezzare
l’ incertezza è mia questa volta: mi piacerebe essere il vestito che scivolerà sulla tua pelle o chi lo guarderà ammantare il tuo profilo?
Uuuh ma che bello.Tanta invidia (di quella buona), stella. Buon viaggio.
IL GOLFO DEI POETI….BELLO
Che buffo. Proprio tu nel Golfo dei Poeti 🙂
Che il sesto senso abbia dato indicazioni importanti anche a te? 😉
Passati una buona serata in quel posto magico.
Baci
Sperando che il (ben)capitato non dica alcuna delle frasi killer che ti farebbero cadere le braccia.
Colui/coloro che devi incontrare lo legge il tuo blog? Spero sappiano apprezzare la tua sottile e robusta essenza.
bacio.
.. 🙂 Ci sono stata anche io il quell show room ti immaginavo che sceglievi il kimono dai vestiti appesi a sinistra… 🙂 ..bei colori…Etro.
Non tu al golfo dei poeti, ma il golfo dei poeti a te.
O almeno ai tuoi occhi
(il record fotografico, of course)
Va bene essere stordito, va bene l’alzhaimer incombente. Ma a tutto c’è un limite (!)
In bocca al lupo!!!
b.d.e.
Eleganza e finesse vestono di parole questo scritto.
Due cose in particolare mi piacciono: il contrasto di colore tra la prima parte – l’indecisione, l’ansia, la micropunta di paranoia – che io immagino come daltonico vede… e la seconda, densa di colori vivi.
(Mi viene in mente la sesta lama, gli Amanti: Eros sopra la testa dell’iniziando, con la Necessità incoccata nell’arco..)
Seconda cosa: il momento in cui ti viene portato il vestito.
“L’emozione si avvicina con un passo cosi lieve da passare inosservata.”
Spero sia stato tutto perfetto. Almeno, più o meno, allo stesso modo di come scrivi.
Salutis
perché nulla di morbide possibilità, sussultanti dubbi, concretezze inaffidabili è dato sapere di percorsi impercorribili
vado bene?