(questo post non ha titolo)
E’ quasi agosto.
Ed io mi sento una lunga serie disordinata di diapositive sfocate, come quando nel deserto non ti riesce di fissare l’orizzonte che trema e ti spremi gli occhi con le nocche e ci riprovi. E niente da fare, trema.
Attraverso col minimo dispendio di energie questi giorni foderati di umidore colloso in attesa della partenza.
Controllo a fatica la svogliatezza di infilare in valigia tutto il necessario, il superfluo e l’improbabile. E la speranza di evaporare sotto al sole, a mille chilometri da qui.
Non credo di avere bisogno di tre settimane di ferie -tanto più che sarà una pausa senza sosta–
Ho bisogno di ritrovare le mie piante vive e il gatto che si fa le unghie sulle tende e galoppa scomposto per la contentezza, questo sì. Più qualche messaggio appetitoso in segreteria.
Voglio diventare una donna sobillata dalla impetuosa ed impellente necessità di leggerezza.
Nel caso, non acchiappatemi col retino.
tre settimane al sole mi sembrano una bella antitesi alla leggerezza. provare con qualcosa di più breve e spezzato? tre giorni a san pietroburgo per collezioni d’arte? due giorni al festival del teatro ad avignone? (ma io sono di parte: detesto mare e sole)
Li detesto pure io, Fezensac.
Tanto più che non m’abbronzo e sono intollerante alla salsedine.
Il motivo per cui parto rasenta il banale: non amo trascorrere le vacanze da sola. E questa era l’unica alternativa.
La leggerezza?
Non hai letto Kundera:
“L’insostenibile leggerezza dell´essere”.
ciao crisalide inversa, ho scoperto questo tuo blog cosi per caso e sono rimasta davvero colpita dal modo in cui ti esprimi.Ho letto ancora solo poche righe, ma mi ha stupita il modo che hai di trasmettere emozioni anche con poche parole.Sei una scrittrice per caso?E che canzone è quella che si può ascoltare appena aperto il blog?Bella anche quella, contribuisce a creare atmosfera, come anche le immagini bellissime che hai…complimentoni!ciao
macché retino, recitando Montale 🙂
(ho recuperato ve’?)
TRE settimane? Altro che retino. Se m’avvio uso una rete a strascico…
Per i messaggi appetitosi sono un maestro, quasi uno chef.
Per la leggerezza cambia prospettiva, approccio, punto di visuale.
Se posso…
Groucho Marx, l’autobiografia.
Quindi fammi capire: fata Morgana del deserto e sirena al mare o miraggio al mare e sirena del deserto?
Spero e ti auguro che il silenzio calmo delle onde ti porti la leggerezza che cerchi.
Un bacio.
va bene infilare il necessario, il superfluo e l’improbabile…ma lascia anche una piega, una tasca, una bustina, uno spazio per l’inaspettato.
Cri
hahaha…donna ironica…hahaha, più che prenderti col retino ti si deve lanciare con la fionda ;-D
Improbabile e superfluo matrimonio perfetto…
ogni partenza cela in sè un segreto, che tu sai tanto abilmente raccontare, questo segreto è come un po’ morire e un po’ rinascere, che lasci tutti i cassetti vecchi e ne apri di nuovi. A me accade una cosa strana, che nella mia casa è pieno di cassetti vuoti, ogni tanto li apro e friccico di frizzore maniacale, il maniaco del vuoto….come vedi non sono pronto a partire …con te
Tutte le volte che partiamo
inevitabilmente, qualcosa o qualcuno
attende il nostro ritorno.
dipende da quanto ci mancherà
o da quanto noi siamo mancati,
rendere il nostro viaggio qualcosa
o da ripetere o da dimenticare
divertente prenderti al retino… :-)…scusa ma sono in vena di sorrisi…te dono uno anzi una fragorosa risata. Ciao cara.