(questo post non ha titolo)
C’è che passare un pomeriggio al mare con ventidue gradi a novembre è una delizia.
Che ti sembra di poter sentire da un momento all’altro una bava di vento che profuma di mimosa o di crema abbronzante.
C’è che ti basta camminare senza sapere se stai apparendo o scomparendo nell’orizzonte di chi ti guarda, senza che capisca la tua storia e tutto il resto che ti porti dietro come un’appendice fastidiosa. Cammini.
E quando ti stanchi ti fermi e t’appoggi alla balaustra della passeggiata rimanendo a guardare il crepuscolo che subentra al giorno. Soffuso e poi, via via, profondo, scuro.
Le rose sono ancora floride, nel vaso. Non sfioriscono.
C’è ancora tempo prima di tornare a casa.
davvero, mi sembreresti una visione
Tornare a casa può essere al contempo meraviglioso e terribile!
e del profumo del mare pulito… e il silenzio assordante della spiaggia vuota… ne vogliamo parlare?
● POE: ero anonima tra dozzine di passeggianti… Ma stavo proprio bene, così.
● Riley: per me tornare ha un significato che si avvicina più a una sensazione che ad un’azione.
● AdamApple: il profumo del mare fuori stagione è una meraviglia. Peccato ci fossero parecchie persone, vista la bella giornata, ma me la sono goduta ugualmente e tanto mi basta.
Rimasta al mare pur io ieri…tremulo venticello frizzante non mi ha permesso di bagnarmi in acqua non troppo fredda, ma ero lì, cucita a quella netta linea di confine tra cielo e mare.
Prova a fare un cambio di prospettiva. Prova a vederti con la prospettiva delle mollecche, nude del loro carapace ed indifese, facili prede non ostante il loro aspetto arcigno.
Non ostante la loro memoria di tre secondi netti, quattro quando va bene.
Buone fritte, le mollecche, non ostante la fazza cattiva.
E che non avere memoria non è che sia ‘sta gran perdita eh. E’ tutto nuovo e tutto sorprendente.
Almeno credo.
S.
● Concretezza: il bagno no, non l’avrei fatto. L’autunno non riesco a pensarlo con un bagno in mare…
● S: beh, grazie tante… Magari essere tanto ghiotta ed inconsapevole!
mmm. sbagliato.
Intendevo dire che magari anche tu devi guadagnarti il lusso di essere la compagnia (che non è sinonimo di compagna, e non è solo questione d’accenti) di qualcuno.
Per scegliere, sii da essere scelta.
(e tanti saluti all’educazione, che qui si è in casa tua…)
S.
Scusa eh. A parte che dubito che le mollecche siano scelte e cotte per volontà d’esserlo…
Io credo di essere una degna compagnìa per chiunque, quand’anche inadeguata. Compagna… Eh… Compagna, boh.
relativo, honey.
S.
Come quasi tutto, Magister.
Parole sante, darling. Ed incontrovertibili.
(ma le mollecche sono deliziose eh. foss’anche per una volta nella vita…)
S.
Il mare: ormai un ricordo. Sono 2 mesi che sfigge al mio sguardo, ai miei sensi. Purtroppo qui la temperatura scende già dai primi di settembre, e voler passare in spiaggia con questi colori è un continuo richiamo a troppe vecchie malinconie. Il mare d’inverno, come diceva qualcuno…..
Dico spesso sì, almeno una volta. Alle mollecche, in primis.
E poi. E poi.
Rido.
Chi è che ti guarda?
E c’è ancora tempo (troppo?)per sentire profumo di mimosa o di crema abbronzante.
Le tue parole mi sembrano sempre sospese. Ma dalla forte efficacia.
Mi hai fatto riflettere sulla mia voglia di non tornare a casa.
Grazie, come sempre.
● Gus: chi ha voglia di farlo. Essere vista non mi basta quasi mai.
● MrsBadGuy: …quale casa? Quella in muratura o quella effettiva?
Camminare, senza sapere dove andare.
Camminare, fino a sentir
annullarsi il tuo corpo e la tua mente.
Camminare per non pensare ai tuoi pensieri.
Camminare, guardare la gente che ti guarda e sentirti finalmente libero, libero dai legami, dagli obblighi, dai doveri, dalle responsabilità.
Io, la mia chitarra, le mie scarpe da ginnastica, la mia voglia di libertà, la mia voglia di volare, la mia voglia di sparire.
Ormai non è più il caso di soffermarsi a denotare l’uso che riesci a fare delle parole…mi permetto solo di cogliere…ringrazio, chiudo gli occhi un istante, ed immagino…il Mio mare…che ora appare così lontano…che ora è, così terribilmente lontano…che mi manca tanto da non riuscire forse a concepire…e per un momento mi pare di vederlo..quel tramonto…di Sentirla…quella brezza…
E pur capendo non sai quanto quello che intendi parlando del tornare come una sensazione…che mi ucciderà…al tempo stesso, ora, aull’altra costa, del ritorno, io vedo la mia terra…la mia casa…quella effettiva…..che è così terribilmente lontana…
…ed è difficile…tanto.
Ti abbraccio.
“sull’altra”.
Neanche a dirlo..
Sorry.
Quella effettiva. Purtroppo.
Ma a tratti va meglio. O almeno sembra andare meglio.
C’è che la vita ha il potere di ricordarti che finché sei vivo puoi sempre riniziare e guardarti attorno con occhi pieni di stupore.
Magnifico!
Guardiamo attraverso i tuoi occhi, sentiamo attraverso le tue parole …
Delizia tu ..
Alla fine siamo un po’ tutti quella sagoma sulla balaustra che guarda l’orizzonte, davanti, per non voltarsi indietro.
Bello il tuo blog. Complimenti.
Verrò spesso a trovarti: sarà un piacere.
Marty