(questo post non ha titolo)
Le domande hanno più senso quando sei bambina –perchè no? mi vuoi bene? me lo prometti?–
Da adulta impari che porsi molte domande ruba tempo al tempo di vivere.
E’ più forte di me, probabilmente perchè la mia parte emotiva è infantile, esuberante, prepotente. Aver imparato a contare fino a dieci con l’intento di soffocare lo slancio e placarlo m’ha insegnato che ci sono cose che si rafforzano con la dilazione.
Sono da sempre ancorata a esigenze elementari.
In una giornata come quella di oggi io ti chiamerei e ti chiederei di accompagnarmi al mare a mangiare le trofie e bere pigato saleasco. Ti sbuccerei i gamberi quando scottano ancora e ti parlerei senza avere la percezione che la conversazione potesse diventare rischiosa. Me ne fregherei. Poi, passeggiando, ti prenderei la mano e me la metterei nella tasca del piumino, stretta alla mia, avvertendo il dischiudersi dell’aspettativa.
La parte adulta e consapevole di me, invece, ha preso la pessima abitudine di chiedersi tanti noiosi perchè.
Perchè vinco la necessità di Dire e Fare con spiegazioni plausibili, verosimili. Insopportabili.
Perchè mi sento in salvo quando uso il plurale ed il singolare m’atterrisce. Eppure uso il singolare.
Perchè questa insolubile vaghezza è diventata la regola dominante.
Mi porti al mare?
Portami al mare.
… al mare … ovunque … purchè sia altrove!
Guarda, andrebbe bene anche al bar sottocasa o tra le risaie del vercellese o, ancora, in riva al lago Maggiore. Il senso è portami con te, comunque.
Non so…ma secondo me, una “parte emotiva” che non sia infantile, esuberante e prepotente, non meriterebbe di essere definita tale…e questo fatto meriterebbe un sacco di altre testarde implicazioni che davanti alla parola dilazione tuonerebbero burrasca…
Auspicabile…Mare annesso…
Abbraccio..
Fare domande ruba tempo al vivere? Anche, ma soprattutto, fare domande espone il nostro cuore, a volte molto di più di quanto vogliamo.
M’inchino a tE!
E non ridere, e non dire -accipicchia ma è troppo- perché questa pagina, con la giornata ch’è qui, oggi, andrebbe stampata e appiccicata per tutta la mia città. Solo una cosa, la farei finire in
Portami le sigarette
Portami le sigarette
😉
Grazie ad un clic casuale, ho trovato nel leggerti l’effimera quanto transitoria soddisfazione di un intervallo.
E se chiudo gli occhi, le mie narici si dilatano piacevolmente.
Posso già sentire il profumo di focaccia appena sfornata mischiata all’aroma salmastro del mare d’autunno.
Li terrò chiusi ancora per un po’.
Ciò rende sopportabile quel dover vincere la necessità di fare, qualunque sia la spiegazione.
Se tu fossi più ordinaria, non sarei qui a farti i miei complimenti.
Arriverà il bianco, come una nevicata in riva al mare, che tutto copre sollevandoci dalla necessità di continuare a cercare fossili apparteneti al passato. Mentre le onde, che sono onde, continueranno a lambirci l’anima spingendoci un po’, ma anche tirandoci verso qualcosa perso all’orizzonte.
Come questo blog, come ogni volta che passo di qui, anche se non mi vedi.
domandarsi e domandare è sempre bello, secondo me.
io i gamberi li mangio anche con la corazza, ma sono un po’ eccessivo, come su tante altre cose.
la moderazione! me ne ero dimenticato.
ti immagino che freddamente soppesi il commento e decidi per il mantenimento o per l’eliminazione.
In realtà, Cinas, la moderazione è stato un atto dovuto.
Nemmeno a me piace moderare i commenti ma mi sono trovata costretta a scegliere questa strada perchè bloccare un singolo individuo non era più sufficiente.
Diversamente ogni commento è pubblicato.
Anzi, così facendo, tanti anonimi adesso possono commentarmi senza doversi necessariamente loggare.
Meglio di così!
ma dai, avrai i tuoi motivi.
è che sono un po’ invidioso, a me mai nessuno mi ha molestato …
Che bella questa descrizione del mare e della sua ricchezza, che poi sia meglio viverlo al plurale rispetto al singolare non posso che esserne d’accordo… io i dubbi ho smesso di pormeli tanto tempo fa, fanno solo male, e’ un si o un no, una volta deciso non ci si astiene fino a che non vi sia un eventuale evento che scateni una risposta in altro senso…
Tralasciando il fatto, non di poca importanza, che persona dotata di minima intelligenza passerebbe a prenderti subito, e tralasciando l’aspetto della mano nella tua tasca, anche se sarebbe comunque fredda, a che ora passo ? ;))
ti porterei volentieri, ma vado in montagna. buon we, piccola
secondo me tu sei una bella persona ma scrivendo come scrivi attiri una frotta di noiosi frivoli blogger di diverse categorie sotto la tua sebbene della stessa tipologia.
Anch’io ho bisogno di cose elementari… e di risposte… troppo spesso delle risposte altrui.
Buon week-end (anche se non vai al mare)
Troppa luce a illuminare sguscianti anguille marine.
Che sciupio, mia tanguera!
Cri
Certo che ti porto.
Ma tu chiamami!
..alla fine credo che dovresti risponderti da sola .
e se ti fa voglia di andare al mare …vai….la condivisione non si chiede…se..altrimenti ha poco sapore…
questo è un post a cui non bisognerebbe dare commento, ma azione.
🙂
Sei bella.
Accettati come sei. Anzi, amati.
Ciao.
Molto bello questo tuo post, Cri.
Mi fai sempre riflettere, e questa volta ho riflettuto sulle contraddizioni tra i nostri desideri, frutto della parte infantile e ludica di noi, e gli scontri con la realtà dove dobbiamo “giocare a fare gli adulti”.
Ne viene fuori spesso un soffocamento dei nostri istinti, delle nostre emozioni e delle nostre aspettative, che piano piano lascia un segno nel modo col quale improntiamo le nostre relazioni con gli altri.
Non lasciamo che il nostro SuperIo diventi troppo ipertrofico, altrimenti le nostre pulsioni infantili che corrispondono a bisogni elementari ma fondamentali restano tutte insoddisfatte, e questo può portarci a scontri violenti con noi stessi che spesso sfociano in una depressione, a causa della svalutazione che operiamo di noi stessi per non riuscire a risolvere il contrasto tra bisogni e appagamento di essi.
Come tu efficacemente dici:
“La parte adulta e consapevole di me, invece, ha preso la pessima abitudine di chiedersi tanti noiosi perchè.”
E’ soprattutto questo che bisogna evitare, Cri.
Un abbraccio Vincenzo
uccidi l’adulto e chiama il bambino per comporre il numero di telefono. Tanto la parte adulta risorge sempre, come la fenice.
se mai l’esperienza di uno può dire qualcosa a qualcuno d’altro, ti direi in due parole della mia. Da chi ama, desidera, cerca con l’età ho imparato a pretendere la parte non scontata. Quella che risponde a me non per come io sono, ma per come la natura ha fatto lei. Trofie e Pigato a me potrebbero non venire mai in mente e allora grazie a chi mi ci ha portato. A chi mi ha fatto uscire da me stesso…Certo così è tutto un po’ più rischioso, le certezze sono molto meno, ma più certe.
su questo blog leggo parole che sanno di me. bello, davvero bello.
salut.
T’ho trovata, per caso.
Dici un po’ troppo, di te.
Mi piaci.
Ciao un bacio e a presto.
Ale
Io per me ho scoperto che è inutile contare fino a 10.
Nei 10 secondi mi sorgono più che altro altre domande.
Quindi, chiedo subito, senza dolo
Non e’ il numero delle domande che cambia. E’ il loro senso. Ogni eta’ si pone le domande giuste per quell’eta’. Se ancora ti chiedi “perche’ no? Mi vuoi bene? Me lo prometti?”, allora forse non sei ancora sulla giusta strada.
Ma non lo saresti nemmeno se non ti ponessi domande “giuste” in seguito a comportamenti “ambigui”, ad esempio.
Una delle mie massime predilette e’ “L’uomo impiega una vita a capire che non tutto va’ capito”; e’ vero: non tutto va’ capito, ma alcune cose si’, alcune cose sarebbe sbagliato non tentare di capirle.
Ah, qualcuno s’è poi offerto di portarmi al mare, presto.
Non me lo aspettavo ma ne sono felice.
A volte, i messaggi lanciati al vento vengono raccolti premurosamente.
prima o poi la bottiglia col messaggio, lanciata alle onde, arriva nelle mani giuste e le risposte arrivano…magari confondono nuovamente quelle a cui si era giunti, ma regalano emozioni. Questo cerchiamo, noi bulimici d’emozione…eroi del lancio della bottiglia…perchè il gesto eroico è nel coraggio di lanciarla! a presto