(questo post non ha titolo)
E’ un lunedì che ricalca l’odioso stereotipo del lunedì.
C’è nebbia e un’aria lattiginosa e perlacea oltre i vetri. Ho tanto mal di testa da non sopportare i capelli raccolti dal fermaglio di legno.
E sto parlando il meno possibile ma non so se le parole scelte arrivano dal silenzio o vanno ad interromperne uno.
Ieri a Milano è stato un delirio. Affluenza smisurata alla Fiera e disagi per raggiungerla, dal momento che il centro era chiuso per la maratona della città.
Ho parcheggiato a Famagosta, deglutito una mezza dozzina di volte e rifiutato categoricamente di salire sulla metro altrettante volte prima di venire letteralmente buttata dentro dalla mandria che mi pressava e spintonava.
Durante il tragitto ho fissato il pavimento mobile, o buco, o abisso in cui mi sarei volentieri lasciata cadere. Detesto la metropolitana: l’odore che si respira, le scritte imbrattanti dei writers che si credono artisti, le luci al neon.
Sono riemersa ad Amendola fiera, boccheggiante. Per come stavo potevo tornarmene tranquillamente alla macchina. In taxi. E poi a casa.
Mi sono impuntata e ho varcato Porta Arduino col fiatone.
La fiera è sempre la fiera. Non ci vado se non per rendermi conto di quanto c’è, di quanto esiste, vicino, lontano, oltre il perimetro del pensabile.
Fatico a sopportare la folla, i sottofondi musicali, l’aria viziata. Ma per gli occhi è una scorpacciata di vita, una cromoterapia, quasi.
Ho fatto i miei soliti acquisti capricciosi e mangiato brezel al formaggio. Mi sono fatta pestare un piede da un tacco dodici della Santanchè -che s’è ben guardata dal chiedermi scusa- e incrociato nella toilette la moglie di Maldini.
Non ho fermato nessuno per salutarlo e nessuno ha fermato e salutato me, a parte un polacco dalla mascella volitiva che poi m’ha venduto un anello d’ambra e argento che è una delizia e che è andato a tener degna compagnia al ciondolo acquistato alla Fiera dell’artigianato dell’anno scorso.
Al rientro ero troppo stanca e ottusa dal caos per preoccuparmi del tragitto in metropolitana. Mi sono accasciata su un lurido sedile e ho chiuso gli occhi; le borse ben trette nelle mani, le tempie pulsanti.
Ricordo di aver lasciato guidare ad Effe la mia macchina e di essermi svegliata davanti al portone di casa sua con gli Ashram in sottofondo.
Ricordo, poi, di aver guidato fino a casa con un finestrino mezzo abbassato per riappropriarmi di lucidità e capacità di reazione, ed una volta giunta a casa nero sonno solido. Sette ore consecutive, roba che non ricordo da mesi.
Ora devo solo sopportare questo lunedì insidioso. Il piacere riaffiorerà domani, lo so.
a metà tra superare se stessi ed inseguire se stessi. bello, anche se immagino si arrivi esausti. un saluto
Poichè sei una chimera, puoi entrare in porte oltre il tempo. L’altro volto della realtà.
Un abbraccio.
Marco
“Nero sonno solido” …è bellissima Cris.
Scusa, non riesco proprio mai a passare sopra al “come” dici le cose.
Per me la metro invece ha un fascino incredibile…sporca, squallida e soffocante, appunto…ottima per quando si vuol sprofondare sempre più giù…scorci di Cyberpunk nel nostro tempo.
Su che passa il lunedì, pensa, solo domani sarà già martedì. 😉
Saluto.
fatico a sopportare la folla.. come se l’avessi detto io.
però la santanché una sberla la meritava.
Il lunedì è quasi andato, e l’anello delizia e gli acquisti capricciosi ti sorridono ancora …
Stasera sono fiacca, auspicherei un nero sonno solido in effetti, credo sarà invece un grigio sonno instabile 😉 Bacio …
Io amo quella spirale turbolenta e irrispettosa della folla…come l’aria fumosa di locali alternativi e goliardici, messi alle strette da leggi antifumo che si preoccupano di salvarci dalla vita dalla nicotina ma la demoliscono propinando barzellette di Stato. Piacevole Martedì allora.
sono stravolta solo a leggerti…fortunatamente l’assolutamente e necessariamente superfluo che si compra in queste occasioni pare abbia, nei giorni a seguire, taumaturgiche proprietà defatiganti
cri
…e l’ambra è mooooolto defatigante 😉
● Zumal: mi sono stressata -oltre che gratificata- talmente tanto che credo di aver avuto un piccolo crollo psicofisico, ieri.
Orecchie ronzanti, mal di testa, nausea.
Mi faccio ridere da sola.
● Orioney: son tutt’altro che chimera, garantisco.
● Direwolf: ciao cucciolo metropolitano, passato un buon week end?
Oggi è martedì e va un tantino meglio. Ho addosso un maglione arancione ed il ciondolo thailandese acquistato alla fiera (uno dei tanti capricci)
Però se mi saluti e basta, uhm, non mi basta.
Bacio.
● Robcapponi: ci mancava la sberla alla Santanchè, così finivo al gabbio e saltavo il Natale a Siviglia. No, no.
● Passaggi: come è andato il tuo sonno? 😉
● Concretezza: io detesto il tabagismo. Trovo rispettoso astenersi dal fumare nei locali pubblici e accanto a bambini e donne incinte.
I locali goliardici e divertenti hanno requisiti diversi dalla calca e dal fumo, per me.
Buona giornata a te 🙂
● Bulucettina: avessi potuto sarei andata in un giorno infrasettimanale, alla Fiera. Ma, non potendo, ho dovuto scegliere tra domenica e sant’Ambrogio. Capisci bene che sarei comunque cascata male 😉
Bacione.
il lunedì è sempre il giorno più brutto!
La Santanchè ti avrà fatto il suo caratteristico spensierato saluto che contraddistingue la gente del suo lignaggio e del quale va giustamente fiera…
Se m’avesse salutato così gentilmente credo che l’avrei piantata come un sedano, in terra.
Basterebbe poco: è altà 1,55 ed occhio e croce.
“Però se mi saluti e basta, uhm, non mi basta.”
Aia, vuol dire per caso che ti ho “viziata”?! 🙂
Pericolosissima questa cosa.
Il fatto, che include la risposta riguardo al weekend, è che sto impazzendo appresso ad una relazione che devo consegnare lunedì, ed il poco tempo che non dedico al lavoro soffre del sacrosanto bisogno di “vita reale”, nel senso di ridere, parlare, abbracciare,camminare, respirare aria fredda, ricordarsi seppur labilmente il senso della propria esistenza. 🙂
Non è mica cosa da nulla “commentarti” sempre come meriti, sai? ^^
Bello il maglione arancione, riempie gli occhi solo ad immaginarlo.
Bacio Cris.
Però quel “vita reale” suona orribile…aiuto.
Sorry.
Spero sia riaffiorato il piacere…
Il mio lunedi’ e’ stato un bel lunedi’. Nonostante il tempo e le nuvole e la nebbia che ti si appiccica addosso.
E’ questo martedi’ che assomiglia terribilmente ad un lunedi’. E mi ha pure colta di sorpresa. I lunedi’ di lunedi’ me li aspetto, di martedi’ no.
E comunque…donna di poca fede. Chi ti dice che chiudero’ anche stavolta? ;-D
Più e più
strumenti di tortura
partorisce una città
senza misura.
Ma più di tutto
è boia
la nostra mente
sempre più avvezza
a quel ‘volere’ e ‘non volere’
farsi male…
che poi per vivere
non altro si va a pensare
se non complicare i processi più lineari,
e doversi obbligare a trovare il semplice
dietro gincane di specchi e lustrini…
là,
dove l’appagamento
non compete con l’avvelenamento…
Fede
anche io abbasso il finestrino a metà quando ho sonno…bel blog…
● Direwolf: mi hai indubbiamente abituato molto bene. Che fai? Inizi a pentirtene? 😉
● Drexler: …qualcosina… Tu niente Fiera?
● LaFranci: I martedì che sono dei Lunedì davvero segano i nervi, concordo. Perchè scombussolano l’intera settimana emotiva, cacchio!
Ehm… Donna di poca fede a me?? Io son qui buona buona da 50 mesi, cara. Sei tu che sparisci a singhiozzo quando ti gira…
Diciamo che se resti una volta per tutte è meglio, ecco.
● Forocompetente: ti ringrazio e benvenuto.
● Alfacentauri: …mi sfugge: è un elogio a Milano, allo shopping, alla naturalezza, all’introspezione?
Sonno alquanto instabile, come previsto … Tra l’altro il cane con la tonsillite. No, non è stata una grande notte, decisamente 😉
Bacio Cris 🙂
No carissima, il pentimento è un atto che presuppone il mettere in dubbio proprie azioni passate, non è da me, solitamente ogni cosa che faccio la considero funzionale e consacrata all’importanza dell’attimo, nonché al mio personale “divenire”, sia nel bene che nel male.
No, non ci si pente, al massimo si prendono le misure e si incomincia a correggere il tiro.
😛
Se Milano stanca, Roma uccide. 🙂
Anch’io aspetto domani… speriamo arrivi… buona serata intanto
Ecco la fiera dell’artigianato è un buon posto per fare i regali di natale, mai banali e sempre particolari, ma leggere questo post stanca. Ti sei poi ripresa?
Gerbera
La fiera è la fiera, Cri, ed è vero, e quindi sei fiera della fiera. Ma quand’è che sarai anche… FIERA di te stessa?
Non so perché Cri, ma da un pò di tempo mi diverto con te a fare questi giochi di parole. Comunque ti invito a riflettere molto su quel “fiera di te stessa”.
Stavo pensando: ma perché mi sto divertendo a punzecchiare Cri?
● Direwolf: !!!!!!! [prrrrrrrr] Non t’azzardare a correggere nessun tiro sennò ti tiro il collo 😉
● Ovetto: Roma mai nella vita. Ma proprio mai. Non sopravvivrei.
● Davideman: …brutto martedì?? Pat pat sulla spalla. Aspettiamo mercoledì.
● Gerbera: in effetti un paio di regali li ho comprati proprio domenica, speriamo piacciano.
Ripresa, sì. Brutto stancarsi facilmente…
● Vincenzo: giuro che me lo sto chiedendo pure io.
Uhm, forse e’ vero…e’ una mia caratteristica essere volubile e il blog non e’ da meno.
Pero’. Si’ pero’ e’ qualche mese che sto facendo un’opera di ricostruzione ed e’ uno dei buoni propositi per il nuovo anno. Essere meno volubile, intendo 🙂
p.s: grazie. :*
Eheheh, 😉
Interessante, un Lupo dal collo a giraffa, una buona occasione per osservare gli accadimenti da un altro “punto di vista”, senza contare che si può iniziare a mordere con il vantaggio dell’altezza…
Mmmmm… *valuta*
[:P]
No, nemmeno io sopporto la calca 🙂 Complimenti per la determinazione… o la resistenza? *-)
…in certi momenti hai tratteggiato qualcosa di simile al girone dei dannati e per quanto mi riguarda il caos di certe situazioni è davvero un inferno. Mi ha colpito il tuo modo di saperti estraneare dal girotondo delle cose pur essendoci dentro…
un sorriso
Gautier
In realtà, Gautier, è solo un modo per non farmi fagocitare dall’ansia.
Piccoli espedienti di sopravvivenza.
Qui a roma è tutti i giorni cosi, fissi il pavimento per affrontare la folla, esci fuori e fai un bagno di vita nei colori. Controsenso ch permette di andare avanti.