(questo post non ha titolo)
Valuto, ma con leggerezza.
Ho scorte di chiacchiere e spiragli ed eventuali traiettorie da percorrere. Ostinata e malinconica.
Non ho paura di essere dimenticata nei miei gesti e nelle mie parole. Mi spaventa più dimenticare.
Poi ci sarebbero un sacco di considerazioni da fare.
Particolari da trattenere o da raccontare, a seconda che il vino sia molto buono o meno, che il sorriso mi accompagni sulla soglia o inibisca un ulteriore passo.
Ma è quasi Natale e non mi va di irrigidirmi sulla teoria.
Mi piace pensarmi capace di afferrare le cose per intuizione, assimilandole a ritmo del presente.
Ed il presente scandisce queste parole: cinema – audacia – parrucchiera – valigie – Spagna.
L’importante e’ vivere l’immediato futuro…
Ma in seguito fa si’ che il natale o qualsiasi altra “festa”,non ti “impedisca” di pensare…
E’ un “lusso”che in pochi possono permerttersi…
Probabilmente è la prima volta che mi leggi, Actarus.
Il mio primo e spinoso problema è proprio pensare troppo.
Buon film e buon viaggio!
Il post dopo “Ostinata e malinconica” è come se non avesse significato…dopo quelle due parole è come se non fosse tangibile…
E a ritroso lo svanire inghiotte anche la parte precedente…sino a che:
“Valuto, ma con leggerezza.
Ostinata e malinconica.”
Monolitico…e dopo, solo il silenzio.
Bellissimo Cris.
Depura la passione sollevandola dall’infinito spasmo, ricuce il ventre ferito con la sua dolcezza lenisce il dolore sanguinante schiarendo la nube del male.
L’avida scure del suo corpo miracolosamente langue sulla pietra del desiderio.
E’ un martedì importante allora, perché tu che valuti con leggerezza non è cosa di certo abituale.
Del resto l’albero luccicante che hai messo qui a fianco, non può che essere la giusta scia per quei regali: valigie, spagna, si parte Cris …Un bagaglio di emozioni che sapientemente saprai riportare a casa poi …
Bacio ..
le parole del tuo presente sembrano i cardini di un film della Wertmüller.
Te ti (ti prego concedimi questo rafforzativo toscano che rende meglio) salva l’ironia 😉
Chissà che non travolta da un insolito destino…
bacio
cri
però per essere travolti occorre l’attitudine.
L’attitudine ad essere travolti prevede l’abitudine ad esporsi.
delle due l’una.
Sennò rimane solo un dire del dire, che non è ancora fare.
per noi umani, almeno.
S.
è già arrivato il 23 dicembre?
buon viaggio allora…
Dimenticare?
Io non credo si possa dimenticare veramente.
I pensieri si trasformano, ma non si fanno dimenticare.
Le emozioni diventano altro, non spariscono, se non dalla nostra attenzione. Ma si fissano, nel corpo, nello spirito, nel nostro fingere di dimenticare.
Ma non si dimentica mai veramente.
l’attitudine é condizione (quasi) essenziale.
Poi, ovviamente, possiamo anche essere travolti sulle strisce pedonali, se non addirittura sul marciapiede.
cri
Beh cris, però S. ha il suo perché
*:-D*
…non è che abitualmente viene a citofonarci un tir dicendo: ‘scusa, non é che puoi scendere un attimo in ciabatte ed epoché che ho da travolgerti’…
Voi due (veramente voi tre) mi fate ridere tanto.
S, garantisco che di un minimo d’esposizione sono capace! Bulucette c’ha le prove.
Quanto al tir… Fatemi vedere almeno l’alba del 2008.
*ha sempre avuto il vago presentimento di non superare l’età di Gesù Cristo…*
Ma ancora non ti ha rapita e sposata nessuno??
leggerezza??
un uomo in panna!
🙂
tre?
S.
● Marianna: …vogliamo aprire una sottoscrizione “chi se la piglia questa?” 😉
● Zumal: meglio in panna che in panne, no?
● S: certo, tre: tu, bulucettina e direwolf. Siete la mia consolazione più pura.
ossignur…quella lì dei trentatre è pasqua, non natale 🙂
Però sei mistica…prima la sua morte e poi il mistero della trinità
cri
Anhe a me spaventa dimenticare. Soprattutto, perché scopro quotidianamente che la mia memoria selettiva resetta file in continuazione. Mi toglie pezzi di passato, li cambia, fa revisionismo autobiografico. Immagino, per il mio bene. Ma non mi piace.
A me invece piace dimenticare e mi dispiace quando non ci riesco 🙂
I ricordi mi mettono sempre malinconia poiché mi raccontano di qualcosa che non è più.
La cosa però non mi preoccupa: so che, dentro di me, conservo comunque tutto quanto.