(questo post non ha titolo)
Una volta al mese si dovrebbero trascorrere fine settimana come quello appena passato. Dovrebbe essere un diritto naturale e imprescindibile.
Fare le cose e subito dopo dimenticarsene. Entrare in libreria, spendere una cifra impertinente, tornare a casa ed accorgersi che un paio di titoli sono libri che dopo cinquanta pagine ti scappa da ridere. Fregarsene e passarli ad Effe.
Andare al cinema e scegliere un film frivolo e ridere la metà delle volte di chi ti siede dietro e davanti. Provare a considerare Bianco e nero una storia su cui riflettere e rendersi conto che non c’è nulla su cui riflettere: sono le cose, come vanno, come funzionano. L’imponderabile trasformato in cliché, ma va bene così.
E poi entrare in quel negozio un po’ fuori portata e compiacersi di indossare il vestito che volevi proprio come lo volevi indossare e comprarlo ad un prezzo che non ti fa venir voglia di lasciarlo appeso alla gruccia.
Farsi offrire un aperitivo nel bar all’angolo, quello dove trovi sempre la coppetta piena di gamberetti ed avocado e declinare un invito a cena un po’ troppo all’ultimo minuto. Ché poi si complica la situazione e il fine settimana perde questo sapore lieve e indipendente. Fare un sorriso e una promessa dopo il secondo bicchiere di bianco (bianco!!!) e poi uscire sotto la pioggia, zigzagando sul porfido, borse alla mano e capelli bagnati.
Per una nostalgìa istantanea perdi il sorriso, un momento, durante la manovra che ti porta in garage. E’ fisiologica, pensi. Tu funzioni così.
Ma a volte riesci a luccicare.
Sono quelle giornate un po’ cosi’… frivole ma necessarie…. Buona settimana!
ritrovata la leggerezza di siviglia?
Una volta al mese ce la faccio ancora a ritrovare la leggerezza che mi serve per sopportare il mese successivo, Zero.
io direi più di una volta al mese…
Sarebbe auspicabile, Ovetto.
Ma quell’unica volta, però, me la tengo stretta stretta e me la godo.
Oggi, per esempio, guardando intensamente una foto di Jeffrey Dean Morgan già mi è salito lo sconforto, per dire.
Non riesco a farmi una ragione del fatto che non abiti sul mio pianerottolo e non sia single e segretamente innamorato di me.
Non a volte, tu luccichi sempre. Non lo vedi?
(…esibizionista, eh? pfui)
fosse cosi sempre…
anche se…
bah…
astrid
l’unico film da vedere è “irina palm”.
consigliotelo.
● Max: …no :-))
● Morganne: …chissà, mah, boh!
● Stefano: la masturbatrice?? L’ho evitato con tutta la forza di volontà di cui sono stata capace. M’avrebbe irrimediabilmente intristito.
Non so perché… ma questo post m’intriga enormemente…
Se tu vivessi così ogni tuo giorno, NON saresti una donna da sposare.
Perderti nel matrimonio sarebbe un crimine.
Questione frivola: perché quel triplice punto esclamativo al vinello bianco?
[ Nota di servizio: trovo di cattivo gusto rispondere ai commentatori solo sul proprio blog. Così facendo si obbliga gli altri a tornare. E io sono di quelli che non sempre ritornano. Sono cose che lascio fare agli uccelli migratori. 🙂 ]
Tu pensa, Maldoror, che invece io trovo di pessimo gusto andare a rispondere nei blog altrui, sotto un post che non c’entra nulla con l’argomento che vado a toccare.
Ci risponderemo privatamente??
Rido.
Il triplice punto esclamativo è dovuto al fatto che ne bevo pochissimo, di bianco, e solo in estate, come accompagnamento a carni bianche e pesce.
Io sono tipo da rosso, tutta la vita.
Poco importano le cose che accadono intorno. Sta tutto in quello che ci accade dentro e che ci fa giocare con i pensieri come si gioca con i miei capelli.
E’ così, semplicemente, che voglio augurarti di passare TUTTI i prossimi w-end e non solo!
Il Signore [o chi per lui] t’ascoltasse, Milanesina cara! 😉
Io invece trovo molto stimolante mischiare le carte in tavola…
Che poi gli altri possano smarrirsi tra una ridda di commenti saltabeccando di blog in blog è una dinamica che innesca secondo me un salutare nomadismo.
Restarsene fra le proprie quattro mura domestiche (per quanto virtuali) fa sì che il cervello non prenda aria.
O almeno io la penso così.
[ Oggi è già il terzo commento che ti lascio. Non è che sto prendendo troppa aria?… 🙂 ]
Maldo, io non resto mica chiusa nel mio blog ad aspettare i commenti degli altri.
Giro, leggo, commento [poco, è vero, ma è questione di timidezza, spesso] e prendo aria a iosa, garantisco.
Se passo in un blog e lascio un commento solitamente è in relazione a ciò che leggo… E’ un modo cartesiano di comportarsi.
Ma io son così.
E poi occhio, che qui, al limite, un tipo come te asfissia ;-))
oh, il cross-posting è uno degli abominii del secolo digitale, honey.
grande crisalide ah ah ah!!! è vero, delle volte farsi bene così, è proprio un diritto, e declinare un invito un po’ troppo all’ultimo istante, è il regalino che ci mancava…! dovremmo esser fatti sempre col verso giusto.
Ho messo una canzoncina sul mio… in francese… non so se la senti… ma ho pensato, che se la sentissi… ti gustassi assai assai… scusa poss ma mi sa che mi son persa un po’, coi verbi:PPP
Mi sembrava di leggere la trama di una puntata di Sex and the city 🙂
Buon inizio settimana Cris
La Luna piena minchionò la Lucciola:
– “Sarà l’effetto dell’economia, ma quel lume che porti è deboluccio.”
– “Sì,” – disse quella – “ma la luce è mia!”
Trilussa
Mi piace la nostalgia istantanea che fa perdere il sorriso.
Sarò sadico.
Ciao.
ecco vedi, qualcosa del tuo fine settimana ha a che fare in qualche modo con un capo d’abbigliamento, manco a dirlo, come il mio.
in libreria, invece, mi sono proibita di entrare che la cifra impertinente l’avevo già spesa per scarpe e stivali…magari settimana prossima 😉
P.S. vino bianco per la coppetta di gamberetti ci sta, ma che non diventi un’abitudine che anche io sono per il rosso tutta la vita!
un abbraccio.
noi qui si contesta eh.
dire “il bianco è meglio del rosso” è come dire “le automobili scure vanno meglio di quelle chiare”.
i vini si dividono *solo* in due grandi, definitive categorie: quelli buoni, e quelli grami.
vabè che parlare di automobili con le donne…
Stefano, guarda, non mi metto a far polemica sui vini perchè l’intenditore sei tu.
Ti faccio blandamente notare che ho solo scritto che io preferisco quelli rossi -non che sono migliori-
Quanto alle macchine, credi a me, sei cascato male.
Mi piacciono, mi appagano e me ne intendo molto più della media femminile [tiè]
Vedi che io, ogni tanto, non parlo a vanvera:
“…Essere cio’ che si e’ nello splendore delle proprie contraddizioni, stramaledette, ma compagne di viaggio, onnipresente termine di paragone, unico punto di partenza possibile per gli slanci e la LUCE che ci rendono talvolta speciali agli occhi di chi ci circonda, e sopratutto ai nostri..”
Riesci a luccicare, eccome, ed è possibile proprio perché talvolta bastano inezie per far passare sorrisi in un fugace momento.. proprio perché funzioni così..
Buongiorno crisalide, piacere d’incontrarti ancora. Ciao
guarda, mi hai lanciato un assist che raccogliere se solo fossi un po’ meno gentiluomo di quanto non sia…
*sghignazza*
sempre in forma, a quel che vedo…
riuscire a luccicare circondandosi di piacevole quotidianità, di un pizzico di leggerezza, di un sorriso dopo l’aperitivo… anche questo significa vivere, per fortuna…
peccato per il due di picche rifilato al poveretto!
Non sarebbe stato un due di picche se l’invito fosse stato fatto in tempi cortesi.