(questo post non ha titolo)
Niente da fare.
Il mio pensiero lascia un’eco livida nell’aria, si lascia pensare e poi si ascolta, di rimando.
Mi aggiusto il cappello di lana in testa e cammino spedita. Al mercato in piazzetta Marconi scelgo le arance e i cavolfiori, l’ambulante mi guarda e mi sorride.
Dimmi qualcosa che non mi aspetto, dimmi cosa devo fare. Hai mani grandi e callose, di chi sa prendersi cura di qualcosa o qualcuno, di chi sa come fare.
In gola ho una bolla d’aria. Gli passo banconota e monetine, precise. Mi ringrazia, mi saluta, lo saluto. Il cielo si muove rasoterra, consonante al mattino, terso e pungente.
Io penso che forse rinuncerò all’atmosfera giuliva e farsesca di Viareggio per ripiegare in montagna a passeggiare tra i sentieri quieti che costeggiano le piste di sci di fondo, nel freddo che ti fa strizzare gli occhi e lacrimare.
Lo so cosa c’è sotto, ma non so dirlo.
Anche dentro serve qualcosa di grande e calloso per prendersi cura, e spesso non basta.
Riccardo.
non so come tu stia, non so cosa c’è sotto, non so se riuscirai a dirlo. te lo auguro, comunque.
io in ‘sti ultimi tempi sto soffrendo come un cane… cerco ovunque, in chiunque uno spiraglio di aria per riuscire a respirare…
in tutto questo l’unica certezza delle mie giornate è che quando arriva il sabato fuggo, fuggo in alto, nel bianco della neve e delle cime, nel freddo che ti fa strizzare gli occhi e lacrimare, come hai scritto tu… e per un po’ mi sento di nuovo quella piccola parte di mondo armonica che ero… e che so di poter tornare, prima o poi…
per cui: va in montagna di corsa!! 😉
vabbè…ma io mi stavo organizzando per andare a viareggio! 🙂
lascia andare….
…anche tu sai come fare, ti ostini soltanto a pensare il contrario.
Ed è un vero peccato.
► Max: non è che sei tu che ti ostini a credere che io lo sappia e invece no? 😉
► Freelawyer: guarda, sono qui che non so che fare. Lascerò decidere alla mia amica Effe. Montagna/Viareggio… Montagna/Viareggio… testa o croce…
► Silenziose: la montagna è effettivamente più rilassante. Ti concede quella boccata d’aria che ti fa tirare il fiato.
Fino a quando ti ritrovi a pensare che sai cosa c’è sotto ma non sai come dirlo -o a chi dirlo-
► Kryapos: può non bastare ma è un inizio, magari.
No, Cris, non credo. Mi permetto di esternarti il mio pensiero soltanto perché ogni stato d’animo che descrivi io lo conosco bene. Ci sono stato. E so che tu sai, come sapevo io.
Spero di non risultare invadente. :0)
Venezia, Viareggio… Ma sei una collezionista di maschere di carnevale? Giorni addietro sotto casa mia è passata una sfilata di carri davvero orribile. Una scena surreale dentro Roma.
io invece temo che me ne starò a casa. la mia Princi ha gola arrossata e un po’ di febbre, il vento versiliano non è molto indicato credo..
tu però, ovunque, lascia andare. verrà il momento in cui, se vorrai, riuscirai anche a dire.
un sorriso
Io proverei a dirle a me stessa, quelle parole.
Così, mi metterei comoda sul letto a gambe incrociate, magari davanti allo specchio per vedere se per caso sto facendo qualche smorfia, e me le direi tutte.
A voce alta. O sussurrate. Ma me le direi.
Per iniziare a scoprirle tutte, proprio tutte.
E non dare loro modo di nascondersi anche ai miei occhi.
Che questo è il rischio, sai?
il profumo delle arance ha riempito la mia memoria.
sono fiiiiii, tanguera…circa.
cri
lo so, ma tu di più.
mi pare sotto ci sia molta malinconia palpabile. e un cuore ferito.
magari mi sbaglio.
baci deh.
skappa
Che bel “racconto” (lo posso chiamare così’?). Lasciare il carnevale e le maschere -magari quelle che non ci fanno più né piangere né ridere, ma ci annoiano e basta perché “farsesche”- per scalare una montagna e, una volta in cima, cercare la quiete, con gli occhi che lacrimano. Molto bello. Soprattutto per le “mani grandi e callose” dell’ambulante. A me viene in mente un quadro di Ligabue, o Caravaggio, e tu scrivi proprio bene.
Come un’eco fa il pensiero allora. Uno pensa e il pensiero si risente. E questo fa certamente perdere la testa.
Corro a farmi la minestrina, che dopo una nottataccia di sbronza eccetera, la minestrina con tanta cipolla purifica assai! 🙂
Lascia stare… che voglia di montagna che ho.
Domenica prossima. Assolutamente.
i gesti e la gente del quotidiano, mentre i pensieri recitano un copione “altro” da quello reale, disegnando il mondo come noi lo interpretiamo ed esprimendo desideri che forse non soddisferemo mai. non tutti hanno un Notes mentale per tradurlo, né la lucidità fatale di interfacciare… credo che ciò porti alla malinconia…
…sicuramente è maturato qualcosa dentro di te che ora sta cercando la via per uscire…in qualche modo…
che te frega di dirlo?
ma
non sai ancora davvero cosa c’è sotto…