(questo post non ha titolo)
Ho camminato tanto.
Ho comprato una toma d’alpeggio di media stagionatura e mi sono scottata le guance.
Visto la discesa libera femminile e bevuto té corretto rum scuro.
Ho dimenticato con impegno il nove febbraio, sorridendone, il dieci. Ho sfamato un gatto ossuto bianco e rosso che ho chiamato Bambù e fotografato una capinera zompettante sulla neve.
Mi ritrovo un cuore obliquo, tra poco si capovolgerà, e non saprò come ribilanciarlo.
Ma la montagna m’alleggerisce, ogni volta, sgravandomi dal peso dell’insicurezza e mi rimette al passo con il resto del mondo. Consonante.
Oggi è di nuovo lunedì, fa freddo, ho spremuto quattro arance per darmi la carica e scelto un sottofondo anni ottanta per mantenere in quota l’umore.
Il desiderio -pretenzioso?- di questo febbraio è trovare nuovi segnali e una nuova volontà corroborante.
Sono disposta a concedergli anche marzo, per soddisfarmi.
Io spero tanto che succeda, cara.
riesco solo a pensare che forse potrebbe. dipende unicamente da noi. spogliarsi delle paure, dei luoghi comuni, delle menzogne che c’incrostano e cristallizzano
l’immagine di te con le guance rosse e la toma sottobraccio che passeggi nel bianco mi fa morir dal ridere!! anzi, dal sorridere, che è più bello… 😉
.. ho sorriso anche a leggere il resto delle tue parole… ritrovo una specie di parallelismo tra le nostre ultime 24 ore di vita… ai due lati opposti delle Alpi! 🙂
a
► Vì: speriamo, speriamo, speriamo. Tanto, costa nulla.
► POE: non mi sono ancora ridotta a vivere nella menzogna! 😛
► Silenziose: era una toma di sette etti, non una forma di parmigiano! Rido.
Chissà perchè i parallelismi più interessanti avvengono a distanze importanti…
…le distanze al giorno d’oggi sono per fortuna, e sfortuna, solo mentali…
fortuna, perchè se vogliamo possiamo andare ovunque in un tempo che è praticamente istantaneo, rispetto ai ritmi del mondo.
sfortuna perchè a volte questa possibilità ci mette nudi di fronte alla nostra volontà o non-volontà di affrontare gli spostamenti, i congiungimenti…o l’allontanarsi perchè “bisogna”.
trovarsi di fronte alla possibilità infinita di muoversi e rimanere comunque fermi è peggio che essere trattenuti… a volte capita..
E tu soddisfi me con le tue acrobazie sibilline e teneramente corroboranti.
Sei splendida nel tuo incedere ricurvo ma speculare.
cos’è che non ti piace? “L’eleganza del riccio” o De Carlo?
le guance rosse hanno un vero perché!
io desidero una nuova capacità di rasserenarmi per febbraio, marzo e tutto il resto a venire.
l’augurio di inequivocabili segnali per te
non c’era alcun riferimento personale. comunque usavo il termine, magari impropriamente, non nel senso di inganno ma in quello di incapacità di cogliere la verità
► Silenziose: trovarsi di fronte alla possibilità infinita di muoversi e rimanere comunque fermi è peggio che essere trattenuti… Mi hai dato da pensare per il resto della giornata. E non solo per questo.
► Concretezza: troppa grazia. Dico davvero.
► Freelawyer: mi riferivo a De Carlo. Decisamente non fa per me.
► POE: dov’è la realtà? e la verità? e, soprattutto, coincidono?
*ridacchia*
è un onore che le mie parole mescolino pensieri…
sorrido. lo faccio anche troppo.
l’importante è non fermarsi. anche quando hai capito, mai fermarsi lì: continuare sempre a cercare
realta’ e verita’: la verita’ è la “nostra”, la realta’ contiene anche la “verità” degli altri.
Angel
Mi piace come descrivi i piccoli momenti semplici e significativi della tua giornata, li scandisci e li racconti dando loro un senso tutto tuo…e adesso anch’io ho voglia di una spremuta, della montagna, di sfamare un gattino
Sei piemontese e ami J.S. Bach… come potrei non lasciarti un saluto?
Dopo tutto il parmigiano ed il pecorino citati nei post, la giusta conseguenza era la toma. Rido.
Tanto che ti auguro il meglio già lo sai :*
Beh, vedo che sai organizzare bene le tue “ricariche”. Complimenti ed auguri dall’orso.
…l’amore della montagna… come una madre che rimette in equilibrio il cuore… che ci accarezza quando è il momento… e quei segnali che tu cerchi vengono lanciati ogni giorno… ma noi non siamo sempre attenti a percepirli e a decodificarli…
il tuo post è come il ticchettio dell’orologio… scandisce il tempo… con un buon ritmo… un ritmo che dovrebbe essere il nostro… ma che spesso stravolgiamo per poter correre più forte… mentre dovremmo solo camminare…
un abbraccio
gino
I segnali arriveranno, ma non li cercare…
…chissà, forse, ora che la montagna ti ha parlato…troverai anche il senso di alcune risposte…
Ogni tanto passo di qui, ma devo dire che ultimamente trovo il tuo blog un po’ -troppo- barboso, tanto che non riesco ad arrivare alla fine della lettura del post. Sembra tu abbia cambiato il tuo modo di scrivere, più incentrata sui momenti della giornata, talvolta in stile troppo lambiccato, meno introspezione, meno “esercizi di stile”, quegli esercizi intrisi di una magniloquenza che ho riscontrato ben poche volte.
Perdona la franchezza, sono conscia del fatto che ognuno può scrivere ciò che vuole nel suo piccolo antro e che il mio commento ti sembrerà inopportuno e un tantino saccente, però è strano non riuscire a trovare “stimolante” ciò che fino a poco tempo fa reputavo uno dei migliori posti della blogosfera. Un saluto.
Marghe
Figurati, Marghe.
E’ sempre un piacere sapere che c’è chi ti legge in silenzio per mesi -o stagioni- e poi si palesi appositamente per una critica.
Che dire? Avrò una lettrice in meno.
Saluti a te.
dopo molto che mancavo, e fugace per aggiornare le mie di parole mi dedico un momento per rileggere persone che comunque continuano a trasmettere quella passione nelle parole che descrivono scelta di aspettare ancora un po, libri da comprare,e profumi da indossare…
ciao..
bellissima…quella concessione…;)))
febbraio è il maggio dell’inverno…infedele ma pieno di conferme soddisfacenti 😉 si si
Sai disegnare piuttosto bene questi quadretti emotivi con le tue parole, solo non capisco come si possa tenere alto l’umore con la musica anni ’80.
Non è che non mi piaccia, ma mi mette addosso una tristezza-malinconia-nostalgia.