Nuove conoscenze, stessi luoghi
Tu sei l’unica che quando esce con l’amica del cuore il venerdì sera e va nei localini alla moda conosce delle donne. Qualcosa non ti quadra. Piacevole conoscenza, beninteso, ma due donne che conoscono due donne il venerdì sera è un avvenimento più improbabile di un ambo al lotto.
Titty e Arabella sono una coppia d’amiche divertente ed assortita.
Titty è, appunto, un uccellino. Spalle strette, capelli corti e biondi, occhi cerulei. Ti guarda indagatrice e attenta, ha un bel timbro di voce e non prova il minimo imbarazzo a portare scarpe rasoterra pur essendo meno di un metro e sessanta.
Arabella è imponente. Svetta dal suo metro e ottanta e ti guarda con occhi naturalmente strabuzzanti, scuri. Ti sorride mostrando una dentatura equina e irregolare e ti è istintivamente più simpatica.
Entrambe single di ritorno, di poco oltre la quarantina, scoccano occhiate sulla fauna maschile più rancorose che concupiscenti.
Arabella beve tosto. Due gin tonic in mezzora. Pian piano lo sguardo si ammorbidisce. Sembra la più sofferente delle due; dice che non ci crede più, dice che le basta quello che ha dato, che un figlio l’avrebbe voluto e c’ha messo un paio d’anni per accettare che, no, non è più un traguardo alla sua portata.
Titty si direbbe più frivola, ha una mimica smisurata e beve succo di frutta. Ha meno voglia di parlare, non so se perchè ha meno da dire o perchè ne ha meno bisogno. Però ti chiede …e tu?
Tu non hai troppa voglia di dosare le parole, ti definisci una single di ritorno, talmente tanto di ritorno che potresti sembrarlo da sempre. La parola che più ripeti è succede.
Poi ti siedi sul trespolo, prendi in ostaggio la ciotola dei pistacchi e ordini un Cosmopolitan.
Effe è più ciarliera di te stasera, così non ti senti in colpa a prenderti qualche minuto per guardarti attorno e pensare tutti uguali, tutti di pasta scadente con il suv pagato a cambiali e la pelle cotta dalle docce solari.
Ti fissi per un momento oltre il barista indaffarato, nella parete di specchi e pensi pure tu, però, col nasino all’insù e l’espressione triste e capricciosamente snob -come scrisse CalMa- fai venir voglia di prenderti a calci in culo.
Forse siamo tutti nel posto giusto.
Cris, il punto è che chiunque, se lo guardi dall’angolazione giusta, non merita di essere salvato.
Oppure sì, se riesci a trovare quello scampolo he ne fa un essere umano e non un caso umano.
(In certi casi è uno scampolo streeeeeeeeeeetto)
Lo so, Vì.
Sono la prima della lista 😉
seconda parte del post: descrizione di un mondo a cui non riesco ad appartenere…con tutti i vantaggi e svantaggi del caso.
mi sono per troppo tempo sentito discriminato perchè:
– non conosco i nomi dei cocktail…
– non conosco i localini alla moda della città a cui vivo vicino…
– ho un suv ma è coperto di fango, perchè lo uso per quello che l’hanno inventato…
– ho la pelle cotta, ma solo in faccia e sul collo, perch’ per fortuna mia sto parecchio all’aperto, sia per lavoro che per diletto…
– non ho mai sopportato le pareti di specchi!
– non mi sono mai sentito al posto giusto…
…però ora ho capito che mi vado bene così. selvatico. e la cosa più bella è che ho passato anche la fase “e_se_fosse_anche_questo_un_atteggiamento_snob?” e mi sono reso chonto cheno, non è snobismo: sono proprio selvatico, nato selvatico, cresciuto selvatico, rimasto irrimediabilmente selvatico.
(ma anche su Cris, dentro di te, secondo me, hai una bestiolina selvatica…)
a
(mi scuso per l’ortografia da sberle: ho scritto di getto senza rileggere..)
😉
a
Oggi l’auto critica vince l’auto stima eh.
E’ ora di tirarsi SUV.
Forse sarebbe il caso di rovesciare il concetto, senza preoccuparsi di salvare o non salvare nessuno, ed iniziare a pensare perchè ti senti “un caso” alcune volte ed altre invece un “essere”.
Riccardo.
Mah? io non trovo nulla di strano,è un’istantanea precisa…di una serata come un’altra…:)
GK Poz भद्रताकर्मन्
► Silenziose: sì, pure io mi sento un bel po’ selvatica… Sarà per questo che ogni tanto, in serate come questa, mi perdo per strada e mi chiedo perchè.
Poi bevo qualcosa e smetto di farmi domande.
► Ovetto: a giorni alterni, come sempre. Un po’ mi sono simpatica, un po’ non mi reggo. An so on and on.
► Kryapos: come sopra: a volte mi sento un essere umano, altre un caso umano. Come tutti, o quasi, credo.
► Pozzerus: ma infatti mica scrivo che è stata una serata insolita, nel complesso. E’ insolito aver trovato due donne con cui è stato facile e piacevole chiacchierare. Anzi, no, forse non è affetto insolito…
in serate come quella c’è un momento in cui ti senti estranea a tutto ciò che ti sta attorno…
…tu dici che bevendo qualcosa smetti di farti domande; io invece con un minimo di alcol sento che la vocina dentro di me alza il tono! 😉
a
Oh, guarda, dipende da cosa e quanto bevo.
Se sono brilla acquisisco quell’atteggiamento un po’ svampito e ridanciano che fa bene a me e a chi mi sta attorno. Penso poco, parlo tanto e sorrido a tutti.
Se passo la linea di confine, invece, divento una jena. Ho la cosiddetta ciucca triste e cattiva, proprio per questo evito con cura di passare il limite.
…forse sono i posti, sbagliati. Ed anche le generalizzazioni.
Perché te lo dico? Boh. Sarà che dentro la frase “tutti uguali”, mica mi ci riconosco. Ma certo, io in quel posto non c’ero, sicuramente erano davvero tutti uguali, e allora che mi frega?
Mah.
Massì… Che ti frega?
Che poi, posti così li frequento con moderazione proprio perchè sono gli unici in cui se generalizzi ci azzecchi sempre.
mi è venuta voglia di un cosmopolitan…
succede….
;P
Ed il rischio di generalizzare, purtroppo, è di azzeccare troppo spesso…
il vino buono che effetto ti fa? poco, ma buono, bevuto bene…
Siamo tante, un esercito, di donne e di uomini alla ricerca di quello che non c’è, impedendo a noi stessi di guardare il c’è nella smisurata paura di sparire un attimo dopo, fatto questo salto forse, forse potremmo anche vivere.
Pat
Classica da localini alla moda e da aperitivi..le persone che incotri sono uguali ovunque!
Simpatico post!
► Antigone: ma io vivo anche così. perchè questo è quello che c’è e non posso inventarmi un mondo che non c’è. a volte mi uniformo, altre declino e giro le spalle.
► Ludmilla: magari non proprio tutti-tutti. ma la percentuale è elevatissima. Benvenuta.
…a serate come queste preferisco un dvd a casa…al festival e alle serate come queste ho già dato e quel vuoto nn fa altro che riempire altro vuoto…allra, capita, che ricercare la semplicità delle piccole cose, arricchisce…
Sai, il panorama è desolante un pò dappertutto. Tra i trenta e i cinquanta, puoi saggiare viari livelli di inconcludenza, varie gradazioni di accidiosa apatia. Sarà per questo che mi sento così tanto antropofobica. E rifiuto…
che bella descrizione, perfetta!
eh eh, ma con tanto, tantissimo affetto 🙂
mi (ci) sono ritrovata così, piano, in pieghe di stoffe da tavolo da bar. in via taldeitaili. Dio quante volte avrò detto – succede -, ieri ,-°
Due gintonic in mezz’ora, eh? Però.
ahahah bella descrizione..veritiera… ma non basta non essere abbronzati e non avere cambiali in scadenza per il Suv..forse bisognerebbe essere un minimo interessanti…
in ogni caso forse dovresti cambiare compagnia..
moderi o non moderi?
modero modero.
è che mi dimentico di guardare i post precedenti, mannaggia.
Sorry 😉