Del vergognarsi un po’
Guido da oltre due ore.
Il rientro di Pasquetta è un delirio annunciato ma la montagna è valsa anche la coda interminabile lungo i tornanti.
Sono stanca e sto portando a casa Effe che ha il collo ciondoloni, assopita accanto a me.
Ho le guance arrossate dal vento e le labbra screpolate. Sette chilometri su fino al Grand Puy mi hanno sfiancato ma sono serenamente svuotata da ogni energia nervosa.
Al semaforo spengo la radio. Guardo la città ancora spopolata, attorno, e soffermo lo sguardo sul muro tappezzato di epigrafi, a lato.
Il padre di Chance è morto. E’ cristianamente mancato all’affetto dei suoi cari il giorno che ero dalla parrucchiera e ho avuto un attacco di pànico mentre lasciavo passare il tempo di posa delle méches.
Sull’epigrafe leggo il nome di Chance, di sua madre, non quello di colei che credevo ormai sua moglie. Quanto sono meschina a compiacermi più della mancanza di quel nome che non a dispiacermi per il lutto di Chance. Lui così legato al padre, così protettivo nei suoi confronti, sempre teso a risparmiargli i ritagli di vita che l’avrebbero confuso, deluso.
Un affetto tenero e falso. Ed io a giudicarlo davanti al necrologio.
Alla fine sono preda di brutture comuni a molti, mi dico. Specialmente nei riguardi chi ho amato.
Ingrano la prima e porto Effe a casa.
Comuni a tutti. Soprattutto nei riguardi di chi si è amato. Molti non se ne accorgono neppure. Pochi si riconoscono preda di una bruttura comune. Qualcuno, poi, riesce anche a perdonarsi. Tu? (io no)
Un bacio, bentornata
L.
Credo che l’attacco di panico sia significativo ed abbia ben compensato il pensiero successivo di colei che manca all’appello. Non credi ?.
Bacio ..
► Laidis: fortunatamente ho una percezione di me piuttosto obiettiva. Mi riconosco pochi e preziosi pregi ma anche tanti difettacci difficili a digerirsi.
In questo caso c’è un pregresso che mi porterebbe a gioire da un lato e ad arrabbiarmi con me stessa dall’altro. Riesco quasi a prefigurarmi il futuro di Chance con ragionevole precisione e pure la mia reazione al futuro stesso.
Sono farraginosa quando parlo di Chance, si vede??
Quanto al perdonarmi… Non lo so.
Grazie del bentornata :-*
► Passaggi: l’attacco di pànico m’è venuto quando ancora non sapevo della dipartita del padre.
Erano giorni che sognavo Chance e ne ero parecchio innervosita. Vai a capire…
Naturale reazione, non tanto dissimile da quella consueta in tali circostanze.
Margini di ripresa no?!
O si tratta di infruttuoso seppur amorevole senso di possesso?
Ciao cara
A me queste sembrano le parole di una ragazza molto combattiva, capace di scalare le montagne per trovare la serenità e di dare protezione a chi ti dorme a fianco e ne ha bisogno.
E’ un piacere fare la tua conoscenza.
La vergogna, perchè? Quando si ama non ci dovrebbe mai essere vergogna (e olé, vai con le frasi da bacio Perugina).
Forse perchè le persone che amiamo esasperano i nostri pregi e i nostri difetti. Nei confronti di tutti gli altri ostentiamo generalmente una cordiale indifferenza.
Brutture che ci rendono umani e imperfetti.
Non vergognarti di questa tua umanita’, non negare o nascondere questo tuo lato.
Forse proprio perche’ l’hai amato il tuo cuore ha fatto collegamenti piu’ veloci della testa. Succede. L’importante e’ saperlo riconoscere.
Un abbraccio.
Si può essere brutture rimanendo bellezze.
Un affetto
tenero e
falso
…
pasqua
e
pasquetta
sotto un lavoro
sbagliato
.
mi viene da dire una cosa banale, che di brutture siamo tutti provvisti, e meno male forse.
troppa severità con se stessi non aiuta sempre ad essere migliori, anzi…
che vuoi fare, capita, a volte quel pensiero affatto nobile, non si riesce a trattenerlo.
Sarà.
Però pur avendo riconosciuto la bruttura del mio pensiero ne ho fatti seguire di peggiori, a freddo.
E me ne vergogno fino ad un certo punto.
Colpa della primavera.
Mi stravolge.