Satellite
Nella frenesia non c’è tempo ne’ spazio per l’incanto.
Incanalo il Fare lungo un binario ad alta velocità e mi comporto come quando viaggio.
Nessuna distrazione, sguardo verso il senso di marcia, poche chiacchiere occasionali.
Guardando e sentendo tutto, mescolandomi e vibrando, di notte in notte, mano dopo mano stretta, non faccio che scambiare il molto col poco.
Così, spalle dritte, dico che non aspetto niente e nessuno, schiumante di orgoglio.
Poi svolto l’angolo e mi trovo Chance ad un metro e ho perfino la prontezza di ridere, conservando il potere dell’indifferenza agli occhi dei testimoni.
Non so più deragliare, ne’ allungare le braccia o piangere una mancanza, abbassare la maniglia, accettare un pareggio.
A parlare di cose belle e di promesse ci penserà qualcun altro.
Io mi sento il satellite di me stessa.
Per fortuna ci sono le poesie di Montale e il succo d’ananas.
Nella frenesia, ambisci a meriggiare pallida e assorta.
Io invece non sottovaluterei il potere della distrazione.
Non rifugiarti nell’ombra
di quel folto di verzura
come il falchetto che strapiomba
fulmineo nella caldura …
Bacio Cris ..
La vita in prosa
Il fatto è che la vita non si spiega
né con la biologia
né con la teologia.
La vita è molto lunga
anche quando è corta
come quella della farfalla –
la vita è sempre prodiga
anche quando la terra non produce nulla.
Furibonda è la lotta che si fa
per renderla inutile e impossibile.
Non resta che il pescaggio nell’inconscio
l’ultima farsa del nostro moribondo teatro.
Manderei ai lavori forzati o alla forca
chi la professa o la subisce. È chiaro che l’ignaro
è più che sufficiente per abbuiare il buio.
Post che ricorda non solo Montale ma anche Cesare Pavese…Scrivi, Cris, anche se sei triste, nonostante la tristezza continua a scrivere…bacio. Cla
“Così, spalle dritte, dico che non aspetto niente e nessuno, schiumante di orgoglio.”
lo dici… ma è proprio in questi momenti che più di sempre si aspetta ciò che si vorrebbe e chi si cerca…
Infatti dirlo non significa pensarlo.
L’ho imparato col tempo.
Le brutte abitudini si acquisiscono in fretta.
oggi sei affilata come un rasoio… 😉
Alcune promesse portano lontano, altre non sono nient’altro che il riflesso di occasioni dimenticate.
Ma a volte il coraggio non basta.
…eh??
NessunaIncertezzA
Tante, Marianna, ma così tante che faccio perno sull’orgoglio per mantenermi in equilibrio.
“E senti allora,
se pure ti ripetono che puoi
fermarti a mezza via o in alto mare,
che non c’è sosta per noi,
ma strada, ancora strada,
e che il cammino è sempre da ricominciare.”
E’ proprio cosi’, per noi, Cris.
A parlare di cose belle e di promesse..
ci penserai tu stessa ..
in un momento più felice..della tua vita di farfalla
Oh mio cuore dal nascere in due scisso
quante pene durai per uno farne
quante rose a nascondere un abisso
Sentirsi il satellite di se stessi da un lato è positivo ma da un altro è negativo. Il succo d’ananas è ottimo.
”satellite di me stessa”…. bellissima immagine….molto evocativa…e REALISTICA..complimenti !!! kitty
il satellite ed il cielo di sè stessi!
è ingiusto brillare solo per sè stessi.
il bello di brillare non è forse quello di illuminare qualcun altro?
Allora significa che ti stai a guardare, che comunichi con te stessa… Come un satellite verso la Terra.
Hmmm…
Montale. Quanto l’ho adorato…
Stanotte, grazie al tuo post, me lo rileggo (ma non bevo succo d’ananas, bevo vino). Piccolo testamento… è uno spettacolo.
Grazie…
Io credo (*credo*… non sono sicuro… perché quando si va a casa degli altri hanno sempre ragione gli altri… io faccio l’ospite e mi limito a suggerire educatamente, visto ce sono a casa tua) che le promesse e le cose belle tu le stia già raccontando. Solo che, magari, arrivano agli altri ma non a te stessa. E’ un momento così. Cosa succederà, poi? E chi può dirlo. Io, da parte mia, ti faccio tanti auguri e, appena sarò uscito da questo “Montale mood”, cercherò di passare di qua e di farti ridere con un commento… Una risata vale più di un augurio, secondo me. O, anche quella, è una cosa bella mascherata. Un abbraccio.
Uhhh… dimenticavo!
“Nella frenesia non c’è tempo né spazio per l’incanto”. E allora, porca miseria… riprendiamocelo ‘sto incanto. Respiriamo con calma. Viviamo il presente. Prendiamo in mano una mela, un libro, un cd e stiamo con essi per un po’, lasciando che siano loro a portarsi via i pensieri, la loro concretezza. Passeggiamo per strada e guardiamo i volti delle persone, guardiamo gli alberi, il cielo. Ascoltiamo il battito del nostro cuore, è una meraviglia, ascoltiamo il nostro respiro, sentiamo i nostri piedi che percorrono chilometri. Anche solo 10 min al giorno. 10 min al giorno d’incanto… dai… senza pensieri che portano via la realtà e costringono a vivere nel passato o nel futuro…