Voglio ma non (ri)esco
Leggo un post di Surly e penso.
Mi piace leggere e pensare, mi piace pensare quando non ho niente che mi obblighi a pensare ma trovo suggestioni per farlo, indipendentemente da dove il pensiero, poi, mi porta.
Così penso a me e a quando avevo appena terminato il liceo. A quando pensavo al futuro ed il futuro era già lì e me lo mangiavo come un fico, spaccato in due.
Ripenso a cosa è cambiato da allora, da quando camminavo a piedi nudi sugli scogli e mi facevo fotografare sempre e sorridevo spesso nella beata e ingenua convinzione che tutto dipendesse da me. E se dipendeva da me era già mio, già raggiunto, praticamente.
Ma l’impronta della mia adolescenza non è stata un principio, solo un riso affievolito in gola e diventato poi vergognosa rinuncia.
La malinconia per quei giorni sa essere un severissimo giudice ed io me ne accorgo perchè il fallimento rende attenti. Così sto attenta alle parole che dico pur parlando, parlando e riconducendo al minimo la sostanza di quel che dico -ma non è quello che voglio, solo ciò di cui sono capace-.
In questa tappa fossile della mia vita ho la consapevolezza di avere bisogno di un adeguato catalizzatore, di una sorpresa proprio adesso che non sento ma sarei capace di farlo.
Intanto mi è stato regalato un pensiero, incapace di focalizzarmi ma gentile e morbido sui fianchi.
Mica poco.
Tanti di noi sono usciti cosi’ carichi di energia e voglia di spaccare il mondo per poi ritrovarsi ridimensionati di molto, io a distanza di anni ancora ci penso e proprio non lo so quale alternativa ci potesse essere, temo sia il vizio del nostro paese aperto a ceti ma non a tutti, da fuori posso dire che ho ricominciato a crederci in me, non nell’Italia pero’….
ripenso anch’io a quel periodo… quando la vita mi sembrava un gioco facile, con regole semplici, in cui io, senza troppo sforzo, riuscivo spesso a vincere, anzi, quasi sempre.
► Ulisse: non ne facevo un discorso lavorativo anche se potrebbe tranquillamente essere traslato sul piano lavorativo, il mio pensiero.
Io parlavo proprio di una predisposizione alla vita, ai progetti, alla fiducia nel prossimo e in se stessi.
► Milanesina: quando si vince sempre la prima batosta è difficile da sopportare. E più tardi arriva, peggiore è la disillusione. In questo io sono stata abbastanza fortunata… A vent’anni ho rivoluzionato molto di me, volente o nolente.
Grazie per la solidarietà,
come si dice mal comune… nessun gaudio?
🙂
Attenta, la malinconia è forse un giudice severo ma anche un vizio in cui si può facilmente indulgere.
Con un po’ di fortuna qualche sorpresa potrebbe essere dietro l’angolo.
Wow che pensieri profondi… meglio di quellie dei Baci della Perugina! Lol :°D
… il fallimento rende attenti.
Già.
Davvero.
E come al solito trovo scritto da Te una cosa di me che vivo senza pensarla.
Mi piace il tuo blog.
Sentiero di Gioia
io ti auguro di trovare presto il tuo catalizzatore perchè mi sembri una persona dolcissima e sensibile nonostante l’apparente distacco che imponi e opponi alle persone.
quando “sentirai” tutto quello che ti manca sarò curioso di leggere come lo scriverai. abbraccio grande.
A.
Ripenso spesso agli del liceo e tutte le volte con un velo di malinconia. Sogni, ambizioni, progetti…tutto mi sembrava possibile, tutto mi sembrava più facile o, comunque, lì a portata di mano se solo l’avessi allungata. Poi ti rendi conto che la realtà è un po’ diversa. Ci sbatti contro. Le certezze (che prima ti sembravano assolute) iniziano a vacillare. Però c’è una parte di me che vuole continuare a credere che dipenda comunque da noi.
Per quanto riguarda il catalizzatore, credo che dipenda anche da te. Non solo, ma anche.
Focalizzarti? Cioè?
E’ buffo, sai?
io non mi facevo mai fotografare, non mi sono fatta mai fotografare.
Avevo paura che quelle immagini, una volta guardate con altri occhi, da altre eta’, mi sarebbero sembrate *diverse*, che in qualche modo invece di conservare avrei perso.
Chissa’, forse questo mi ha aiutato ad allenare la memoria, ad imparare a *ricordare*, perche’ non mi resta altro, di allora, che non quello che ho portato con me.
Fotografia della mia vita all’interno della mia memoria.
► Biancax: quantomeno c’è complicità e comprensione! Il gaudio ci fa un baffo -o no???-
► Sesotris: la malinconìa si nutre di se stessa e va avanti per inerzia, è vero. Però sa essere anche una compagna così amabile…
► Khepesh: a volte vivere senza pensare a come ci si sente vivendo fa solo bene.
► Sentiero: grazie e benvenuto/a.
► Alessandro: …ma MAGARI! Guarda, reciterei ogni giorno una preghierina se non mi sentissi ipocrita a farlo.
► Figliodeisoli: anche da me, certo. Non si è mai da soli nelle sinergie. Ma il catalizzatore deve essere quello giusto per quella che sono, niente di più niente di meno 🙂
► Littlemaryst: focalizzarmi, inquadrarmi, capire come sono e di cosa sono fatta.
► Anonima: io ricordo tutto con o senza fotografie. Tutto fa parte del bagaglio che mi porto appresso, come le chiocciole.