Fiera del Libro
Entro alla Fiera del libro quando il cielo sopra Torino è un tappeto di nuvole rapide color ferro.
Entro e spalanco la bocca come dopo una lunga apnea. Mi piace l’odore dei libri, mi piace vederli esposti, mi piace poterli toccare, aprire a caso, appropriarmi di qualche riga della loro storia.
Cammino tranquilla tra gli stand dei padiglioni con un percorso disciplinato in testa. Le cuffie dell’i-pod alloggiate nelle orecchie, il circostante mi sembra un film muto e frenetico.
Le standiste con il sorriso da passaporto, le camiciole azzurre con le manichine a sbuffo e i pantaloni a vita troppo bassa.
L’angolo Rai in cui Giorgio Faletti parla e parla ed io lo vedo come un pesce che boccheggia nell’acqua.
Il totem di libri incastrato tra un pavimento ed un soffitto di specchi, replicato all’infinito nell’obiettivo della digitale.
Mi sfilano accanto Beatrice Borromeo, Marco Travaglio e Chiamparino, nell’ordine, ma mi fermo solo accanto a Mauro Corona -perfettamente a suo agio vestito da trekking- che sembra lasciare l’odore degli aghi di pino dei boschi da cui viene e da cui scrive.
Cammino tranquilla e penso che ogni lettore, quando legge, legge se stesso. Chissà cosa troverò, di me, dentro le pagine dei libri di William Boyd e di Alan Spence che ho scelto nello stand di Neri Pozza -le loro copertine sono piccoli acquerelli incredibilmente eleganti-
Passano cinque ore e decido che ho visto il visibile e camminato il camminabile. Sono stanca, sazia, ho gli occhi che bruciano e la bandoliera che taglia la spalla sinistra.
Prendo in corsa il treno delle 18,28 e fino alla mia stazione chiudo gli occhi in un riposo approssimativo, rabberciata su un sedile di seconda classe.
Noooooooooo!
Perché non mi hai chiamata?
🙁
Scusami Vì.
E’ che la prossima volta che ti vedo voglio requisirti per un’intera giornata. E poi ero in compagnia di un Conte in umore sverso.
Mi perdoni, sì?
🙁
Vabbene. Però la prossima volta che sia prima possibile, sì?
:*
Ok. Questa volta commento da bravo bambino. C’ero anche io, lì, ieri, e ti avrei cercato dietro ogni angolo di stand, mia prediletta, se l’avessi saputo. Ma tu non sei stata tanto cortese da dirmelo…. Abbiamo percorso gli stessi percorsi disciplinati ma comprato libri molto diversi. Questa cosa mi piace.
uff…che peccato non poterci andare
mi piacerebbe perdermi in quei volumi, nell’odore di buono delle copertine, nelle parole che a una a una si dipanano sotto i miei occhi curiosi
Stessi percorsi ma senza la musica nelle orecchie.
Che per me musica erano le voci della gente, i frammenti di intervista e le chiacchiere di chi mi accompagnava.
E comunque eri a due passi da casa mia…:)
Mi piacerebbe visitarla, perdermi tra gli scaffali, il profumo di nuovo dei libri appena stampati. Ed è bello, sì, sceglierne uno caso, tra la moltitudine, e sfogliarlo altrettanto casualmente per poi scoprire le parole che ti vengono offerte.
parole, immagini sulle copertine, libri, libri e libri.
E poi quell’atmosfera…
Sembra quasi un paese dei balocchi per gli amanti della lettura… immagino ti sia sentita a tuo agio.
Il prossimo anno dovrò essere presente anche io, non parteciapre ad un evento di quella portata così vicino a casa, é un delitto…
anche sotto il tappeto di nuvole, mi avrebbe fatto piacere sorbire un aperitivo insieme. ecco.
Chiudo gli occhi e sono tra quegli stand con te accanto e l’ipod che mi spara nel cervello Danko Jones.
► Cubo: ecco, quando fai il bravo bambino e ti esprimi in modo composto mi fa molto più piacere… Non l’ho detto a nessuno che ci andavo, alla Fiera, anche se avrei tanto voluto vedere un bel po’ di persone (te incluso? chissà)
Prima o poi organizzerò una seratona torinese con le persone che voglio (ri)vedere…
► Attimi: …troppo lontana? C’era gente di Bologna, di Firenze e di Roma, alla fiera. I giapponesi non fanno testo, sono dappertutto.
► Light: io stavo bene con il sottofondo dei Depeche Mode… surreale. Tranquilla che più prima che poi farò toc-toc alla tua porta 😉
► Figliodeisoli: organizza una spedizione per il prossimo anno, magari. Merita davvero, garantisco.
Un sorriso.
► Rebowsky: tu sei il primo della lista per la spedizione del prossimo anno, chiaro? Sei troppo vicino per disertare l’appuntamento.
► Zeromeno: magari per l’aperitivo che verrà ci sarà il sole [ieri mi sono presa una ramata d’acqua a cento metri dalla stazione]
► Giallorock: ecco un nome che mi manca… Vado subito a documentarmi 😉
Devo capire perchè l’universo concorre sempre nel farmi disertare la fiera del libro… è.é
Foto meravigliose, specie l’ultima (con, direi, la costa della copertina de “Il Signore degli Anelli” illustrato da Alan Lee…arf)
non è per la distanza [anche se sono più distante delle città citate], ma per motivi di lavoro :(((
che peccato…………..
C’erano due miei amici alla Fiera, e avrei voluto esserci anche io.
Dannazione, troppi libri e troppo poco tempo per leggerli.
Belle immagini: quelle tracciate dalle tue parole e quelle in oggetto di post.
Probabile che per certi aspetti tu sia un segnalibro degli spicchi di quotidiano che narri.
L’anno prossimo ci veniamo anche noi!
baci
ci salverà la bellezza?
Citando Grissom che cita Keats…
“La bellezza è verità, la verità è bellezza…”
Quindi ci salverà la… verità? Impossibile.
Complimenti, soprattutto per le fotografie
Ci sono stato anche io! (non ieri ma ero in zona)
Venivo da tanto più lontano di Bologna, Firenze e Roma anche se non tanto quanto i Giapponesi 🙂
► Sesotris: e tu dribblalo, l’universo! E’ un sacrilegio perdersi la Fiera del libro, se ti piace leggere.
► Ovetto: il tempo per amare come il tempo per leggere dilata il tempo per vivere. Vacci il prossimo anno, se puoi.
► Concretezza: …grazie. In effetti io mi sento un segnalibro frapposto tra le pagine del mio quotidiano, spesso.
► Thinskin: Beauty is truth, truth beauty. That is all ye know on Earth, and all ye need to know.
Sicuramente la bellezza -non solo estetica- salva l’essere umano.
Perchè sostieni che sia impossibile??
► Helados: L’ho vista, la tua foto 😉
Sono contenta che tu ti sia trovato bene a Torino. Ma non avevo dubbi!
L’anno prossimo dovrò esserci anch’io! Mi hai fatto venire una voglia … 🙂
sarei dovuta esserci anch’io..
..sono buffi a volte gli eventi,
pazienza, sarà per un’altra volta..
Avrei voluto passare una bella giornata alla Fiera Internazionale del Libro se solo… fosse stato a Roma.. e io fino a lassù per ora non sono libero di arrivarci quando mi apre. E, a quanto pare, grazie a questa mia limitazione mi sono perso un bel po’ di cose..
Dio santissimo,
c’erano pure i testi classici della Mondadori che qua a Roma sono ormai diventati rari…T_T
miserere me.
chi ha orecchie per intendere intenda, chi non le ha può comunque godere -nella vita- dei libri;
a..
Anch’io quando leggo cerco qualcosa di me… e mi sono soffermato a leggere sulla sinistra il lungo elenco di ciò che “ti piace tanto”… tu pare proprio che sai goderti la vita! brava! (proverò a farlo anch’io, dev’essere stato divertente per te). Ciao
Godere dei libri, goderne veramente, e imparare a riconoscere attraverso di essi anche piccole parti di noi. E se proprio non ci si riesce, almeno, imparare a scrivere.
[però, un libello Adelphi di 400 pag. che costa 39 euri proprio no]
Ma sai che ci somigliamo proprio io e te?
Cheers!
Lavinia
Eccomi.
Ti ho mandato un saluto timido prima su msn.
Riguardo a questo post sulla Fiera, la mia è invidia pura, ecco 🙂
Le centinaia di km me le sarei fatta anche correndo, ma in quei giorni proprio non potevo, accidenti.
Speriamo per la prossima :/
Un abbraccio grande
L.
PS : non riesco a eliminare quel maledetto snap shots
La prima cosa che ho notato anch’io, entrando alla fiera, l’odore forte di quell’universo di libri. Belle le foto che hai fatto…
Vediamo. Se Corona l’hai visto lunedì, verso le 14, al ristorante Ciao, solo a un tavolino e appena messo di 3/4 rispetto a dove eri seduta… e se di fianco a te, alla tua sinistra, c’era uno sui trent’anni, in camicia, che mangiava una bistecca enorme e beveva vino rosso. Be’, quello ero io. Ma pensa te, i casi della vita. Ma guarda un po’. To’. To’! Che uno va con un suo amico/collega alla fiera di To!, poi va a mangiare e si siedono di fianco a una ragazza, e sulla scia di impraticabili indizi poi quell’uno va a pensare (a posteriori, si badi bene!) che la ragazza, poi, forse e magari era una sua “amica di penna” (la versione internetizzata, of course). Ma so che è im possibile: anche perché la ragazza in questione era sola e tu, invece, no. Addirittura con i conti mi vai in giro. E anche di umori sversi. O magari forse e addirittura con i Paolo Conte, che gli umorsi sversi li tirano su dalle fondamenta del cuore, e poi li fanno (io li adoro, naturalmente, i Paolo Conte: dalla prima all’ultima canzone). Però la mia fantasia narrativo-analogica è stimolata da tutto questo. Se butta bene ci scrivo un raccontino. Un ciao e un abbraccio.
PS: menomale che giovedì vado al mare. Sono stanco, stanco, stanco… oh my God. Così stanco che sono comico e prolisso.
Ehhh…
Errata corrige: “e poi li fanno”… li fanno cosa? Li fanno levitare, o magari lievitare, questi umori* [e non umorsi] sversi! Ma se uno lavora 8, 9, 10 ore al giorno, poi come fa a scrivere senza fare errori??? Uffa. Ti autorizzo a cancellare questi due micro-deliri. E la nostra amicizia non ne risentirà. Giuro. Ciao.
Ma non ci penso proprio a cancellarlo, Nuzim. E’ bellissimo.
Io sono stata domenica alla Fiera ed è stato come passeggiare tra decine di splinderiani conosciuti ma sconosciuti.
devo ancora decidere se mi voglio salvare.
dopo prenderò in considerazione come.
Mi piace come scrivi… tornerò