Violator
Stamattina ascolto in loop Violator.
E’ l’album che mi ha traghettato dall’adolescenza alla maturità, assieme a Miramare 19.4.89.
Due album così diversi eppure così vicini al cuore, alla sensazione che ancora oggi più si avvicina all’entusiasmo e alla tenerezza, insieme.
Ogni canzone un fotogramma. Ogni fotogramma nitido come la luce del mattino, vibrante.
Facevo il liceo ed ero una persona molto più curiosa e divertente di quanto lo sia adesso. Me ne sbattevo di tutto tranne che della letteratura, della musica e dei miei anfibi.
Mentre i compagni trascorrevano l’intervallo fumando sigarette in cortile -l’espressione più elevata di trasgressione immaginabile; altro che canne e sesso ripreso col telefonino nei bagni- io restavo in classe e ascoltavo con le cuffie il mio walkman.
World in my eyes
E nel fotogramma c’è Marco, la passione più struggente dei miei anni fragili. Marco seduto sulla panchina del parco che si fa fotografare e sorride e sa che da dietro l’obiettivo io palpito e tremo.
Now let your mind do the walking
And let my body do the talking
Let me show you the world in my eyes
I fili d’erba solleticano le mie caviglie mentre io decido se la foto può essere scattata, se è quella giusta, se il sorriso di Marco col suo dente spezzato renderà come voglio, una volta impresso sulla pellicola.
E poi, il pomeriggio, fino al tramonto, bevendo una birra, ad aspettare che le fotografie venissero stampate. E pensare sì, sì, sei bello e insopportabilmente consapevole di me.
That’s all there is
Nothing more than you can touch now
That’s all there is
Personal Jesus
E nel fotogramma ci sono io che provo a guidare l’Honda CRM di Paloma. Lui accanto a me con il mio Bravo ed io che mi perdo tra le marce e rido e rischio quasi di finire nel fosso.
Paloma ed i suoi occhi verdi e la sua pazienza e ogni singolo giorno che ha vissuto con me, per tutto il liceo, anche quando era obbligatoriamente a militare.
Someone to hear your prayers
Someone who cares
Lui che mi guardava, premuroso come un padre e innamorato come un ragazzino. Io che gli volevo il bene assoluto ma quel bene non era abbastanza, allora. Adesso lo sarebbe.
Someone to hear your prayers
Someone who’s there
Waiting for the night
L’unico fotogramma in cui compare un volto femminile. Andavo molto meno d’accordo con le ragazze, allora, di quanto non ci vada adesso. Forse perchè non comprendevo l’accanimento della competizione, l’accanimento per imporsi e la cattiveria quando non ci riuscivano. Non tanto perchè io fossi migliore, no. Perchè io non mi accorgevo della competizione se non quando arrivata allo stadio di cattiveria.
Insomma, in questo fotogramma c’è Lally e la sua scarcassata Y10 e noi che guidiamo verso il mare alle tre di notte, con le birre ed un plaid nel baule.
I’m waiting for the night to fall
When everything is bearable
And there in the still
All that you feel is tranquillity
Io e Lally che rimaniamo sedute a piedi nudi sulla spiaggia, rastrellando la sabbia con le dita, le portiere della macchina spalancate e la musica che va. L’amicizia che stava tra le braccia, impalpabile, calda e non se ne sottraeva mai.
When everything’s dark
Keeps us from the stark reality
Lally che adesso vive a Londra e lavora per la Luxottica e pesa quarantaquattro chili. Chissà se le càpita ancora di aspettare l’alba, da qualche parte.
Ogni tanto la sogno.
Di Miramare non so ancora parlare.
a dispetto della maggioranza (di critici e non) violator anche se contiene due delle canzoni, imho, più belle della storia della musica (world in my eyes e policy of truth) non è uno dei miei dischi favoriti dei dm…degregori invece rimane per me solo ed esclusivamente rimmel…
🙂 ivan
Eh, ma questo mica è un post di critica musicale, Ivan.
Prendo atto della tua preferenza, comunque 😉
Le tue parole hanno una grande capacità evocativa. Violator. Depeche. Non li ho mai amati in modo sovrumano. Forse perché li ho conosciuti praticamente da subito, primi 80, quando l’influenza di Vince Clark era dominante, e non con Violator che so aver accompagnato l’adolescenza di tante ragazze, e al quale riconosco un salto di qualità notevole. Violator per me vuol dire soprattutto 1990, l’anno in cui “partecipai” alle prime elezioni libere dell’ex Cecoslovacchia in un clima che le parole non possono descrivere adeguatamente, dove ti poteva capitare di passare la serata davanti ad un tavolo pieno di bicchieri di birra vuoti insieme ad una ragazza che si chiamava Natalie Merchant, che ti presentava timidamente il suo compagno, un certo Michael Stipe che non aveva ancora abbracciato il look chemioterapico. Ma questa è un’altra storia, forse un’altra vita. Grazie per i bei ricordi.
P.S. da me i riferimenti musicali dovevi aspettarteli.
Io queste canzoni non le conosco, ma non credo sia questo, il punto. Per tutto quello che invece è il punto, e che, come spesso accade nei tuoi scritti, fa capolino tra le righe non dette, o solo accennate, ti dò un abbraccio stretto, così, zitto zitto.
L.
I DM, anch’io li adoravo, mi hai fatto venire voglia di riascoltarli.
E, con questi due ultimi post, mi catapultato all’indietro nel tempo, e nella nostalgia della ragazzina di allora, che sorrideva e ci credeva molto di più di adesso. A tutto e in tutto.
Ho letto in apnea, a bocca aperta, sono rimasto in trance mentre flash back mi lampeggiavano davanti agli occhi……..ma adesso basta, la vita è quì, adesso e questi istanti faranno parte, che lo vogliamo o no dei nostri ricordi futuri, sta solo a noi renderli lieti, cercare nuovi amici per condividerli, cercare altre colonne sonore…il mare e la sabbia sono sempre li che ci aspettano….
Sedici anni: 99 dei Toto e la mia Vespa bianca. Nostalgia infinita.
BaciOtto
► Mr. Bobo: sì, me li aspettavo. Ma esattamente come li hai fatti… collegandoli ai tuoi fotogrammi, alle tue personali vibrazioni. Oggi va meglio?
► Laidis: tutto quello che è Il punto sai che riesco appena ad accennarlo, infilandolo tra le righe oppure a margine, talvolta nemmeno quello.
Grazie per l’abbraccio che ricambio. Stretto.
► Bianca: mettiti un bel player-ino sul blog con tutti gli album 😉
► Ilovestrixxxx: quella di prima non era vita, forse? i ricordi che hai cosa sono, immagini di qualcuno che non sei più tu?
Io non riesco a viverlo così il mio passato,: è parte integrante di me, sono io.
E la vita di adesso tra quindici anni non avrà lo stesso sapore di tenerezza di questi ricordi, anche se sarà solo un ricordo.
► Otto: ho letto, da te. Periodo di revival emotivi… Evabè.
Bacio.
Che bello questo post…..
concorso ippico a parte (!), meglio.
Il tuo blog è molto bello,mi piacerebbe passassi a trovarmi ogni tanto:****
anche io ho avuto un marco e la struggente passione malinconica mi prende quando lo penso.
non avevamo molta fantasia nei nomi le mamme di quei tempi
► Mr. Bobo: …concorso ippico??
Racconta!
► Crimisia: io c’ho avuto pure un Gualtiero, verso i vent’anni. Ma era simpatico come una spinta dalle scale, anche se belloccio.
Meglio un banale Marco ma irresistibile [ancora oggi quando lo vedo le gambe fanno giacomo-giacomo!]
vabè, mai sentiti questi brani..
..io per adesso sento la pioggia..
sì, sono un’egocentrica del cazzo, puoi ben dirlo..
Ti sei persa molto, Chota.
Fossi in te coccolerei il mio ipertrofico ego ascoltandole 😉
Ti scorderai per un momento anche della pioggia.
Mi piace questo ricordare associato a suoni che quasi sembra che certe immagini non possano essere ricordate se non in contemporanea con certi suoni. Che poi magari ognuno ha le sue di canzoni magari con immagini simile a quelle che tu descrivi. Mi piace.
che bei ricordi!!!
….ah….
Tu lo vedi? io lo cerco in internet per vedere la sua faccia, che ahimè non ho nemmeno una foto. Solo che il bel marco ha un cognome uguale ad un principe quindi… nulla!
► Rebus: è proprio così. Certi ricordi si possono evocare in ogni loro dettaglio solo con il sottofondo giusto. E’ il catalizzatore migliore.
► Crimisia: sì, mi capita di vederlo. Ma mi limito a salutarlo. Se mi fermassi a farci quattro chiacchiere svanirebbe l’allure di allora. Perchè lui -a quanto mi è dato sapere- è rimasto come allora. Io no.
Pertanto, preferisco godermi il tremore per quello che il suo aspetto mi riporta alla mente, e basta.
Un’esposizione di tre affreschi.
Inutile commentare.
Ti ascolto.
Resto incantato a guardare.
…Io che gli volevo il bene assoluto ma quel bene non era abbastanza, allora. Adesso lo sarebbe…
é una frase che mi ha colpito molto. Perchè mi chiedo sai, cosa significhi abbastanza. Parli con una persona prudente. Che ha sempre misurato ogni passo con circospezione. E che ha sempre pensato che abbastanza non è mai abbastanza. Nonostante talvolta non ci sia altra scelta.
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