Inquietudine
Sai? Io voglio uscire dai limiti della mia vita ma senza fare un salto nel cerchio.
Dalla cucina soffia un grido di caffè ed io ho inviato l’ultimo -ma anche no-messaggio.
Intuirsi non basta.
Questa fluida vaghezza mi respinge indietro e poi, con un moto gentile mi riflette in avanti.
Io non mi comporto per caso e non alito parole in esubero, tantomeno incolori. E’ la mia natura.
La rinuncia non è un premio, l’incompiutezza una scelta colpevole.
Caparbia, cerco la radice in profondità, senza fare domande.
un gran bel ragionare da torcicollo interno.
si fa una gran fatica a pensare il vivere.
No, non ti comporti per caso e non ho sentito mai da te parole incolori.
L’esubero può essere momentaneo, tanto male non fa.
Ma è la ricerca costante della radice che -a volte- trovo controproducente.
Ti affatica, ti addolora anche.
Intanto io ti abbraccio.
la mia inquietudine
dalle persiane entra un raggio di fuoco, sì lo so è il cerchio che si è fatto vicino, quasi brucia…
e finisce che il caffè ha superato il limite, che di tenacia qua s’annega e me ne scordo il senso…
ma io i tuoi colori ancora temo, che se aliti parole in esubero io sbaglio cerchio e dietro trovo il muro…
allora finisce che confondo rinunce e incompiutezze e nelle profondità trovo solo sabbie mobili.
Light, Light… Lo so che è controproducente -quando non inutile- tentare di arrivare alle radici.
A me piacerebbe che tutte le cose fossero chiare e nette da subito, anche nelle piccolezze.
Non amo poi troppo il gusto della scoperta in divenire, mi atterriscono gli imprevisti.
Sono curiosa, ne ho coscienza.
Ma ci sto lavorando su.
Ti ho sempre detto che secondo me vai benissimo così come sei….. Non riusciresti ad essere una sciacquetta nemmeno se t’impegnassi. A me in una donna rassicura molto questo atteggiamento attento e inequivocabile però non ho difficoltà a credere che per molti uomini (e donne) sia destabilizzante.
Bacio bacio.
Cavolo. Invidio chi vive per caso.
Ricavolo. Ma come capperi fanno?
Mi piace come scrivi e come rendi quello che senti_le tue sensazioni le trasformi in immagini_sei proprio brava_anche bella_complimenti_ripasserò.
ciao cris.
prendo al volo il bacio. Sai che non ho mai smesso di essere “perdutamente innamorato” della “donnicciola emotiva e delle sue paturnie” (chi te l’ha detto? ma non eri un’arzilla ottuagenaria?).
Al massimo sono contrariato per la tua carenza di segnali ad Occidente.
cmq un bacio a te e a tutte voi che convivete nello splendido involucro che si vede su Flickr
b.d.e.
(senza pretesa di pubblicazione…)
Mio carissimo Barone!
Diciamo che alterno l’essere “un’arzilla ottuagenaria” con l’essere “una donnicciola emotiva e impaturniata”. Se mi segui (sempre troppo in silenzio) dovresti aver chiara sotto agli occhi questa mia dicotomia 😉
In Occidente commento poco, è vero, perchè la politica è quanto di più noioso riesca ad immaginare; un limite? un privilegio? vai a sapere.
Tutti gli involucri ringraziano e ti (ri)baciano.
“Bacio le mani” al Barone, che dal lontano “Occidente” mi permise di arrivare alla Crisalide.
Ah! Colpo di scena!
Questa mica la sapevo, Bobo.
E’ merito di Occidente?
Che bello.
Dico sul serio.
le chiamano “affinità elettive”…, forse..
… imparare a nominare le cose è riconoscere la loro vera essenza…
Il gallo non chiama l’alba, non la invoca ma la suscita, la luce dell’alba elenca i gelsi perché se c’è una cosa che la luce fa nella vita è elencare.
Dal buio più profondo appare ciò che c’è.
E i nostri occhi elencano.
Contano…
“E alle stecche delle persiane già l’alba.
Il gallo, improvvisamente, la suscitò dai monti lontani, perentorio ed ignaro, come ogni volta.
La invitava ad accedere e ad elencare i gelsi, nella solitudine della campagna apparita”.
Carlo Emilio Gadda
“La Cognizione del dolore”
La tua anima disegna e risveglia sottili contorti luminosi arabeschi nella mia.
Il pensiero di Gadda non è stato capito. Amen
E da cosa lo deduci??