Poi passa -reload-
Oh, la speranza del poi passa resta ma mi sto lasciando avvolgere come da una placenta umida e tiepida.
Che sia un bozzolo o una placenta cambia poco. Ho bisogno di rassicurazioni che mi sfuggono -non è ora, non è oggi, non sarà nemmeno domani-.
Così resto idealmente avvoltolata in questa posizione uterina, le ginocchia piegate sul petto mentre fuori un brusìo sommesso urta i miei centri nervosi.
Certo, devo comprare le scarpe per l’autunno e il nuovo ombretto Smoky eyes di Chanel e pure il respirapolvere LG allergy care che comprime la polvere in simpatici cubetti per la gioia della mia pelle intollerante.
Ho scaffali carichi di libri da riordinare, pile di volumi che arrivano quasi al soffitto come instabili stalagmiti.
Però ho anche le ciglia che mi tremano ed uno sguardo appannato che sprofonda nel vuoto.
Faccio leva sulla mia straordinaria quanto sciagurata capacità di autocontrollo e procedo.
Quando il sentire si fa spinoso io isolo ogni senso e mi dedico al fare, furiosamente. Telefonare, riordinare, sostituire, archiviare.
Perchè in questo preciso punto le parole si arrendono e scalciano nel silenzio che ho loro imposto.
Ed è in questo preciso punto che avrei bisogno di una sbornia e un alito caldo che mi bisbigli all’orecchio.
Potrei cedere con candida fiducia.
(…)
Una grande Capacità di farsi attraversare dal tutto inevitabile per poi trasmettere l’essenza che la propria rete ha catturato.. si ma a chi?A se stessi ?A un mondo sempre più cieco e sordo ?
Continua……..
Grigio pomeriggio piovoso
Daniele
…dai questa sera coccolati con una calda coperta… è così bello stare rintanate un po’… ciao
Quando il “mio” sentire si fa spinoso io sprofondo in un’abulia silenziosa che mi cancella dal mondo. Niente “fare, telefonare, riordinare”… solo aspettare.
Alle volte quello che ci sembra il peggior mondo possibile per qualcunaltro sarebbe la svolta. Ed io invidio affettuosamente questa tua capacità di reagire ..
Lucilla
Sai cosa, Lucilla?
Non è reazione ma distrazione.
In realtà sono più immobile quando filo come un treno di quando sono pacata e -fintamente- oziosa.
Mettiamola cosi allora: nella tua “distrazione” se non altro sei operativa. Io mi sommergo di piatti sporchi e panni da stirare.. e non è una bella cosa.
un abbraccio
Lucilla
Oh, certo. La casa è uno specchio. Il bagno puzza di cloro e detergenti al lime, faccio andare la lavatrice due volte al giorno ad orari che meriterebbero un reclamo da parte dei condomini, perfino l’argento ieri sera.
Roba da vergognarsi.
no vedi poi dove stanno le differenze? io il bagno lo pulisco detergente gel alla candeggina. una volta a settimana passo l’anticalcare.
tu usi il detergente al lime…va beh…ho molto da imparare 😉
Una sana sbornia che allenti le tenaglie dell’autocontrollo e magari iniziare a dar fiducia a chi pensavi non la meritasse. E succede.
T sorrido
Scoprire che qualcuno merita fiducia a discapito delle apparenze, perfino dell’intuizione.
Sarebbe davvero un gran bel regalo.
Un abbraccio a te, P.
ti lascio una canzone.
superfluo dire “ascolta e cogli il profondo significato delle parole”
Magari toccasse a me
prendermi cura dei giorni tuoi
svegliarti con un caffè
e dirti che non invecchi mai…
Sciogliere i nodi dentro di te
le più ostinate malinconie.. magari
Magari toccasse a me
ho esperienze e capacità
trasformista per vocazione
per non morire, che non si fa…
Puoi fidarti a lasciarmi il cuore
nessun dolore lo sfiorirà.. magari!
Magari toccasse a me
Un po’ di quella felicità… magari
Saprò aspettare te
domani, e poi domani, e poi… domani
Io come un’ ombra ti seguirò
la tenerezza è un talento mio
Non ti deluderò
la giusta distanza io
Sarò come tu mi vuoi
ho un certo mestiere anch’io.. mi provi… mi provi
Idraulico o cameriere
all’occorrenza mi do da fare
Non mi spaventa niente
tranne competere con l’amore
ma questa volta dovrò riuscirci
guardarti in faccia senza arrossire… magari…
Se tu mi conoscessi
certo che non mi negheresti.. due ali
Che ho un gran disordine nella mente
e solo tu mi potrai guarire… rimani
Io sono pronto a fermarmi qui
se il cielo vuole così
Prendimi al volo e poi
non farmi cadere più
da questa altezza sai
non ci si salva mai… mi ami? Magari…
Mi ami!?!? Magari…
Lucilla
trovo questo tuo aspetto
da “moto ondoso immobile”
affascinante per i dettagli che compi..
in questi casi sarbbe bello invece
che in questo “moto ondoso immobile”
una bella tazza di caffé o di té
che arriva con una bella faccia nuova o anche vecchia.. ma che sia
interessante, e ti arrivi senza saperlo..
li mi piacerebbe vedere la tua placenta liquefarsi di piacere..
un abbraccio, sei sempre bella
c’è poco da dire.
beso 😉
Pensavo alle similitudini, al disincanto, alla voglia di essere sorprese in meglio a volte.
Pensavo che io mi metterei persino in pollice in bocca quando sto in posizione fetale.
Anche l’argento? Allora è grave! 😉
la tua “straordinaria quanto sciagurata capacità di autocontrollo” è decisamente complementare alla mia straordinaria quanto sciagurata capacità di non controllarmi.
vie di mezzo non ne conosciamo, noi due?
un abbraccio
Ahimé, vie di mezzo mai.
Nemmeno l’esperienza mi ha insegnato a mitigare i miei eccessi, in un senso o nell’altro.
Dico, lucidare l’argento non è un estremismo assoluto??
*tanto poi passa, sì sì*