Del tempo e delle stagioni
C’è un albero in giardino che mi piace molto. Ha le foglie che in questa stagione non diventano gialle o arancioni ma rosse. Rosse come i pampini della vite.
La loro forma sembra quella delle foglie d’acero ma sono più snelle e aguzze, strette, innervate d’oro. Mi piacerebbe conoscere il suo nome e quello dei suoi fiori minuscoli e dei suoi frutti che paiono piccoli ricci di castagne. I suoi rami si stagliano contro il cielo turchese, mischiati assieme, uno sull’altro.
Sono andata in giardino e ho scattato alcune foto ma quel rosso non l’ho catturato, quel contrasto è qualcosa che appartiene solo alla realtà.
Le macchine dei due amanti si fermavano sempre sotto l’ombra della sua fronda, questa estate. Gli amanti non si incontrano più, non qui almeno.
Arrivavano poco prima di cena, quando io innaffiavo le mie piante aromatiche e l’edera, appena prima che il sole scomparisse dietro il profilo della città, ad ovest.
Arrivavano e si abbracciavano e restavano abbracciati per tutto il tempo. Parlavano, bisbigliavano, litigavano persino, sempre allacciati. Non erano una coppia, erano amanti.
Si mangiavano l’ora che trascorrevano assieme e poi ciascuno saliva sulla sua macchina e rientrava nella sua casa a cenare e dormire con qualcuno.
La quieta malinconia della loro assenza mi si appiccica addosso. Chissà quale scelta hanno compiuto, quale compromesso, quale rinuncia, a quale noia si sono arresi o a quale paura.
E chissà quante altre coppie, come loro, hanno avuto il punto di incontro sotto un albero di cui non conoscevano il nome e poi si sono perse oppure prese definitivamente, nel tempo.
Sarebbe molto più bello incontrarsi adesso, con la foschia che sale e le foglie rosse e un motivo in più per restare abbracciati.
Magari si sono arresi, si. O magari ora non sono più amanti, non nel senso comunemente inteso, e vanno a mangiare polenta in qualche trattoria e alla sera rientrano nella stessa casa, e per questo tu non li vedi più sotto l’albero del tuo giardino. Ma non so… inutile dire che la seconda ipotesi mi pare improbabile. L’argomento tocca qualche corda sfibrata (cfr. il mio post di ieri, passim…), e quindi.
Un abbraccio
Se cade una foglia
tu raccoglila
e portala al suo posto.
Ed ella sempra cadrà.
Come il granello
che scivola nella clessidra
e si concede al tempo.
E così, c’è tempo per ogni cosa.
Anche per il ricordo di un abbraccio.
“Ha due donne,
una dorme nel suo letto
l’altra dorme in quello del suo sogno.
Ha due donne che l’amano,
una invecchia vicino a lui,
l’altra gli offre la sua gioventù
e svanisce.
Ha due donne,
una nel cuore della sua casa
un’altra nella casa del suo cuore.”
Maram al-Masri
http://www.flickr.com/photos/lagia/sets/72157594413377249/
un saluto
Gio…
Ecco. Ho dovuto fermare subito la musica. Ma subito. Non ce l’ho fatta ad ascoltarla.
Sarebbe bello sì…
Mi commuovono le parole di Fossati.
Grazie, io questa meraviglia non la conoscevo.
E poi le tue parole mi rasserenano oggi.
Gerbera
Commuoversi prescinde dal tempo, dalla stagione.
A me coglie all’improvviso: due che si abbracciano, un cucciolo, anche un film ci riesce (e qui una nota a parte per le lacrime che riesco a versare guardando, ad esempio, Le onde del destino).
Poi rimando tutto al mittente -a quella parte di me che rimane a battere il tempo sul plesso solare-
Malinconia come riflesso di desiderio (né CrIs?)
Io, comunque, aspetto sempre che si ripresentino, un giorno o l’altro.
Anche se erano amanti. Anche se hanno fatto soffrire qualcuno.
Purchè non si siano arresi, ecco.
Gerbera: ti ho scritto una cosa nel post dell’ 11 ottobre.
E chi ha detto che si sono arresi? Magari hanno semplicemente trovato un modo per non rubare gli attimi tanto preziosi.
Magari quei gesti vengono consumati altrove, lentamente, senza rincorrere il tempo, senza patemi d’animo.
Così, semplicemente.
E magari si stanno gedendo un abbraccio caldo avvolti da questa nebbiolina, da questa -meravigliosa- atmosfera malinconica ricordando i momenti rubati…
l’abbraccio è una cosa così intima, secondo me, che ogni posto è quello giusto.
In una cornice come quella che hai descritto tu, avrebbe qualcosa in più…
Assolutamente emotiva, in questa malinconia.
Ovviamente mi sono innamorata della canzone che hai messo. Mi ha fatto spaziare…
Sia chiaro: non è un elogio agli amanti clandestini, questo.
Al coraggio, piuttosto.
E alla scelta, di perdersi o di prendersi non importa.
Cris, è un quadro molto bello.
E sì. E’ il coraggio di fare una scelta, di non prolungare qualcosa nell’illusione che così non finisca, invece di sfinire e sfilacciarsi, che forse è una fine peggiore, senza dignità. Di fare una scelta che cambi un equilibrio precario, che sia di restare o di saltare, già per questo rischiosa.
Quel coraggio io lo ammiro negli altri, dato che ormai mi è chiaro, a me manca.
Ero io in una macchina!
Sandro
credo che tu riesca a stupirmi.
e il resto, non qui.
…secondo me è liquidambar. Si si, è propriio liquidambar!
Ciao Cris
SentiCheBelRumore…. Grazie!!!
Ho cercato in rete ed è proprio lei.
Non sai che regalo m’hai fatto.
se si sono arresi forse non meritavano quella bellezza
Forse era una bellezza che aveva esaurito il suo tempo.
Forse si è trasformata in altro.
Forse non era una bellezza in grado di sopportare l’abitudine.
Vai a sapere.
una bellezza a termine, trasformista e sensibile all’abitudine? forse. in ogni caso sempre frutto e misura della nostra capacità (leggere decisamente incapacità in caso di resa)
Pensavo al perchè l’altro giorno le tue parole mi rasserenavano. Dico così perchè alla fine, il lui amante, ora, mi fa venire in mente chi mi ha lasciata sola. Ma oggi vedo tutto troppo scuro, era meglio il commento dell’altro giorno, più spensierato.
Che bello, ti sei registrata 🙂
Eh, l’umore segue strade tutte sue.
Questo ottobre è pesante per molti, oltrettutto.
E novembre… No, a novembre non ci penso.
Si, eccomi finalmente!
No, non sarebbe bello se si son persi. E’ come mettere sale sulle ferite ancora sanguinanti. Lo sarebbe per me se tornassi sotto un albero dove restavamo abbracciati a baciarci e a viverci anche solo guardandoci.