Della libertà
Io sono sempre stata libera. Liberissima.
Ho goduto di talmente tanta libertà che mi sentivo persa.
Ho sempre potuto fare quel che volevo: rientravo alle due di mattina a quindici anni, sono stata negli States a studiare a diciassette, ho vissuto lontano un paio di volte per poi ritornare e decidere che il concetto di casa coincide inesorabilmente con quello di serenità e protezione. Il problema è trovare protezione.
Mai una costrizione, mai un divieto. Tutto ciò che era trasgressione, da adolescente, io l’avevo a portata di mano, un’esperienza come un’altra.
Vuoi fumare? Farti canne? Bigiare la scuola? Fare sesso? Andare in vacanza da sola? Fatti tuoi.
Davanti alla libertà dell’indifferenza io ero disarmata. Lo sono ancora.
Forse per questo mi arrendo a chi si pre-occupa per me, considero prezioso un cosa vuoi?, mi piace rendere conto di quel che faccio a chi so importa.
Io posso fare da sempre tutto quello che voglio. Ogni volta che ho desistito, che mi sono disciplinata, fermata è stato perchè l’ho intuito il comportamento giusto.
Avrei potuto deragliare e schiantarmi alla prima curva in accelerazione, magari sarebbe servito di più; invece ho mantenuto vigile l’attenzione, l’ho esasperata, acuita fino al punto da arrestare la marcia, troppe volte.
La libertà può trasformarsi nella peggiore delle gabbie, io lo so.
Condivido. Che poi, che libertà sarebbe se non ti lasciasse libera di fermarti, quando vuoi?
la vertigine della consapevolezza
Ho sempre goduto di libertà vigilata.
Ho sempre fatto tutto, comprese sbandate e deragliamenti e voli che -se non ci fosse stato l’occhio attento- mi avrebbero portato via.
Sono sempre stata libera, quindi, di sbagliare e di fare scelte giuste per me e anche per gli altri; libera dal mio arbitrio, soprattutto, al quale non ho mai permesso di inserirsi in maniera preponderante nella valutazione del rischio lasciando che il rischio stesso fosse assunto come “vita”.
Mi domando: pare tu sappia di te molte cose; pare anche che tante di queste cose sia tu la prima a sentirle strette, ormai.
Perché te le tieni strette?
Bacio.
Mi è venuto in mente il titolo di un libro, “I no che aiutano a crescere”.
Ho sempre pensato che alcuni divieti e paletti siano importanti, che tutta questa libertà di “lasciar fare e sbagliare” alla fine faccia sentire allo sbando, non liberi.
Sentirsi stretta la libertà è un problema di non facile soluzione…
Non è che posso consegnarmi nelle mani di chiunque sperando in una sana “gestione”.
Dovrei trovare allettante il compromesso per cui a me toccherebbe allentare le briglie autoimposte e all’altro spronare il mio trotto.
Mi viene da ridere 🙂
la libertà.Siete sicuri che esista?C’è mai stata davvero una persona libera che voi abbiate conosciuto?La libertà non è un oggetto,è un’idea,la libertà puoi averla in carcere,la libertà puoi averla anche se ti dicono “non fare questo”.Le idee,come l’amore,l’amicizia,sono così relative che possono anche non esistere.Cercare la libertà in modo “terreno” non aiuta perchè questa appartiene al nostro microcosmo interiore,fuori c’è solo l’indipendenza,la libertà è una cosa intraorganica.Mi piacerebbe però che tu venissi a farti un giro sul mio blog…
forse non era libertà, cri, ma poco interesse (non per te, magari, ma per il loro ruolo di genitori)?
Io non ho mai sperimentato tutta questa libertà.
Io non ho mai potuto fare tutto quello che volevo. A nessuna età.
Che forse derivi da lì la nostra incredibile complementarità emotiva?
Chissà Cris. Chissà.
cara cris, un giorno qualcuno riuscirà a liberarti, facendoti prigioniera.
p.
certo che associare la libertà all’indifferenza! quando invece per me significa stima e riconoscimento della capacità di giudicare e scegliere e anche sbagliare
mah, sai, dipende… il “vuoi andare in vacanza da sola. fatti tuoi” dà da pensare. fosse stato “vuoi andre in vacanza da sola. bene, so che sei perfettamente in grado di farlo” avrebbe avuto un altro effetto.
la mia migliore amica aveva una mamma che le lasciava fare tutto. o meglio, che se ne fregava altamente di quello che faceva. purchè non rompesse i cosiddetti.
non mi sembra sia gran segno di amore materno, di fiducia nelle capacità del figlio o palle del genere.
c’è caso e caso, lo so. volevo solo farti capire che non era ‘na cazzata quella che avevo scritto.
E poi, ecco, oggi mi sveglio e c’è tutto questo bianco e questo silenzio ed è come se la stanza si fosse dilatata e la mia sedia si fosse rimpicciolita.
Ed io.
già! bello vero? buonissima giornata
Cara Cris, come sai, “il prezzo della libertà è un’eterna vigilanza” (Wendell Phillips, secondo le fonti; Thomas Jefferson, secondo il Mic di nostra comune conoscenza. Irrilevante in questo momento, secondo me). Può valere anche fuori dal contesto in cui è stato affermato.
Personalmente, credo che l’eterna vigilanza risultante da una reale autonomia sia migliore di qualunque altra condizione, malgrado l’evudente fatica che essa comporta.
Un bacio,
Lisa
*evIdente, non evUdente… uff…
La libertà è preziosa ma, come scrivi tu, rappresenta un’arma a doppio taglio. Per questo motivo, forse, è meglio prima educare alla libertà e poi donarla. Una persona deve autoimporsi dei limiti con la propria coscienza altrimenti brucerà ogni cosa perdendo di vista il reale significato della parola LIBERTA’.
Felice giorno di neve.
Cosa posso dire che ho anche io vissuto un simile clima ti capisco benissimo, bello essere liberi, ma tragico se poi hai difficolta’ a realizzare quello che vuoi veramente per l’assenza di supporto da chi ti circonda…
No, non ho goduto della tua libertà, la mia è sempre stata mediata con ampi colloqui e decisa di comune accordo, quindi alla fine il dover rinunciare a qualcosa non mi pesava poi molto …
Mi godo il tuo bianco. Qui oggi di neve nemmeno un fiocco.
Mai avuto tanta libertà.. i miei spazi me li sono sempre sudati, per questo forse ora sono tenace e testarda.
Anche se è da un pò che non commento, ti leggo sempre, un abbraccio
…una gabbia o un grande sogno ^_^ …
La libertà che porta inevitabilmente all’essere assolutamente autonome è una bella peculiarità, ma non ha fatto altro che catalizzare su di me l’attenzione, l’interesse, non ultimo l’amore di chi dalla libertà e dall’autonomia è terrorizzato. E questo è diventato un prolema.
‘ci sono zebre che starebbero anche in gabbia pur di passare per cavalli bianchi’, stanislaw j.lec
La libertà è una forma di disciplina. C.S.I.
Sono passata qui per caso, e credo proprio ritornerò.. sarà perchè metti in parole come spesso mi senta anche io. Strano..