Dei titoli di coda
Torno a galla e prendo una boccata d’ossigeno.
Di tanto in tanto mi inabisso come quei pesci dagli occhi grandi e le bocche piccole che vivono scivolando rasenti i fondali marini.
Quei pesci senza colori sgargianti, mimetizzati al grigio scuro dell’acqua intorbidita e al buio.
Il Natale è qui, ci siamo quasi, e nessuno lo sente, nessuno lo vede, nessuno lo vuole.
Quest’anno bisesto sta finendo. Mi stava già alle spalle ancor prima di iniziare, anzi, mi stava sulle spalle, come un gufo. E’ trascorso ai bordi delle mie percezioni, seguendo una traiettoria costante e piatta.
Ho alimentato qualche desiderio docile e l’ho visto imbizzarrirsi, recalcitrante, dopo qualche occhiata allusiva.
Ho desistito, ho giocato di sponda, ho provato a tamponare una progressiva emorragia di entusiasmo; sono stanca senza aver raggiunto una singola meta.
Sabato mi sono torturata i piedi lungo il centro storico di Torino.
E’ stato come un piccolo miracolo, un atto di indulgenza, un sorriso che s’allarga inatteso.
Ho accarezzato scorci illuminati ad arte, facce di residenti e rifugiati, mani e guance arrossate dal freddo, occhi.
Ho camminato e commentato e cercato oltre i vetri appannati, trovando. Svoltato angoli, allargato braccia, alzato spalle.
Mi sono fatta prendere in giro, ridendo, e ringraziato abbracciando.
Quest’anno ad angolo piatto sta terminando.
Ho scoperto le prime rughe tra le sopracciglia, tipiche di chi corruga la fronte, spesso.
Quelle resteranno.
sì. quelle resteranno…
Complimenti, bella sintesi.
“Che poi, la mia vita si riassume nella ricerca del piacere, nel suo timore e, soprattutto, nell’insoddisfazione degli intervalli. Il problema, spesso, è la durata dell’intervallo”. Ti invito al mio blog per ovvi motivi: infatti affronto il tema suddeto. E ciunga ! Leo
Nonostante la mia concezione neutra del tempo, non relativistica, alla fine del post, lo odiavo, il 2008 🙂
Mh, quante omissioni…hai forse dimenticato di citare l’appagamento dell’olfatto e del gusto?
Ti abbraccio.
E in culo il 2008 (perdona, noblesse oblige:)
Hai ragione, sembra che il Natale nessuno lo voglia e lo veda davvero. E non capisco. Sarà che io arrivo a dicembre e ogni anno me lo sento appiccicato addosso come fossi una bambina.
Vero. Dovevo parlare del ristorante sciccoso e avaro.
Dei profumi comprati in uno slancio di incoscienza.
Dei profumo del risotto ai frutti di bosco.
E di due gattoni rossi che sembravano gatti veri! [chi l’ha mai visto un gatto vero? io ho una pantera]
Uffa ma vedi? Avremmo potuto vederci a Torino. Non so come, ma anche solo un caffè.
Uno dei propositi del 2009, rincontrarci. Ecco.
Sarà stato un anno importante?
E’ stato un anno pesante per tanti, me incluso…. Mi riservo i miei auguri per te verso la fine dell’anno ma voglio dirti che mi sta a cuore il tuo benessere. Il meglio sarebbe il giusto.
Eh vedi?
Avremmo anche potuto fare assaggiare a viridian il miglior caffè del nordovest!
I gattini rossi stamattina hanno messo le zampette sulla neve…e via veloci dentro!
La Vì ti piacerebbe eccome, sai??
Due gemelline 😉
Tanto per iniziare è torinese come te, anche se non da generazioni.
Nel 2009 cambieranno tante cose.
p e r f o r z a.
Son comparse anche sul mio viso quelle rughe e riflettevo sulla medesima abitudine [emotiva].
C’è una canzone di Ivano Fossati che si muove come i tuoi passi, piano, anzi pianissimo, con circospetta cautela. L’ho risentita nelle orecchie mentre ti leggevo, e immaginavo i portici e le vetrine scintillanti sul grigio-nero di un pomeriggio di inverno. Te la lascio, così ti ci specchi un pò e mi dici se ti ci vedi. Come un abbraccio, ma senza stringere troppo e, ovviamente, baci e saluti…
Ho mille posti dove andare
Come i pesci qualunque
Se passa un’ombra sul fondo del lago
Posso nascondermi e aspettare che ritorni
Tutto l’immenso stellato
Dove a Dio piace improvvisarsi pescatore
Di così poco si contenta la natura
Dei pesci
E di chi vuole pigliare
Ho avuto mille posti dove andare
Nelle città dei bugiardi
Dove si può giurare e negare fino all’alba
Con certi giovani mercanti bastardi
Che, non li conosco, signor giudice
Io non so chi sono
Io ho mille posti dove sono stato
Ciao, ciao baci e saluti
Baci e saluti, come sempre
“Non aspettarti niente”
É quello che ho scritto alla ragazza
Che mi era apparsa nel letto
Bellissima, sfrontata, nuda e
Bugiarda
Ma di una bellezza senza sentimento
Di una bellezza così rara
Ti porterò un regalo al mio ritorno
Un cucchiaio, un bottone, un vestito
Forse niente
Con quei fianchi perfetti
Inganneresti
Tutte le leggi di questo mondo
Per questo avrai baci per regalo
Ogni Natale
E vino allungato con l’acqua delle rose
Ti daranno amore, amore, amore, amore
E non filo spinato
Per questo avrai baci per regalo di Natale
E vino allungato con l’acqua delle rose
Ti daranno amore, amore, amore, amore
Mica filo spinato
Le ho scritto: “credi a me
Che ho mille posti dove sono stato”
Ciao, ciao baci e saluti
Alla ragazza
Baci e saluti
Ho mille posti ancora dove andare
Come i pesci qualunque
Se passa l’ombra dell’amore
Posso nascondermi aspettando che ritorni
Tutto quel vuoto stellato
Dove a Dio piace improvvisarsi pescatore
Di così poco si contenta la natura umana
E quella dei pesci sul fondo
Che stanno a guardare
Baci e saluti
Baci e saluti alla ragazza
Baci e saluti
Ivano Fossati
no, non resteranno.
( ho letto la canzone qui sotto, mi sono innamoratissima di Ivano Fossati ).
È bellissimo il centro storico di Torino…
Insomma, ma quanto hai speso in quella giornata?!
Tanto, Jack.