Degli smarrimenti
A me che riesco a nominare l’essenza delle cose e non la loro assenza.
A me che l’orgoglio mi tappa la bocca e dallo spiraglio entrano spifferi e suoni lontani.
A me fa male tutto perchè niente diventa innocuo, col tempo.
Nemmeno scoprire che un amico s’è sposato, che le persone vivono e camminano lungo paesaggi che cambiano quando tu non cambi mai – e se cambi nessuno te lo viene a dire perchè a nessuno forse importa e se importa tu non lo sai -.
Per me che mi si spezza il respiro davanti ad un bronzo fuso di Rabarama perché quei solchi lungo i corpi e la postura di quegli arti parlano a voce alta con un linguaggio universale. Per me che sto così e non lo dico né lo spiego.
Per me che come si fa non l’ho mai imparato e che la felicità di una coppia è data dalla somma delle individuali felicità.
Per me che il ricordo è una coperta gelata e il futuro dipende da una strategia che non so imparare.
Ecco.
A me. Per me.
Nessuno sguardo arriva dove deve arrivare.
Parole meravigliose che mi commuovono.
Grazie. Avevo bisogno di leggere parole così.
io mi copro bene, tu?
forse se non si va in giro nudi non si riesce a vedere
Se non ci si arriva con lo sguardo si procede a tastoni. Forse il fatto è che si arriva fin dove si è disposti ad arrivare. O forse non conta nulla e l’importante è provarci. Sempre. E comunque. Chi lo sa? A te, comunque, fai bene a dedicar qualcosa. Indipendentemente da quello che potranno dedicarti altri. Perché a te devi comunque tenere -anche- tu.
Per te e non solo per te, qui è come specchiarsi, parola per parola.
Per te, che stai così e lo spieghi benissimo.
Forse sei come me: basterebbe guardarti negli occhi e tutto sarebbe rivelato.
Ho passato minuti a leggere quello che ti piace, ho sorriso a trovare molte delle cose che piacciona anche a me…voglio leggere il resto…mi serve il tempo.
Per te, che opponi frammenti di cristallo di bianchi e di neri per contrarre un grigio che ti sembra non definirti abbastanza. Per te che sei polpo rannicchiato, camaleonte impazzito tra una mimesi che non ti soddisfa e un arcobaleno che non ti basta. Per te che sei giardino da curare e cura di giardiniere. Lo sguardo arriva e si posa, sempre. Sei tu a farlo passare oltre, perché sei presa a guardare le tue macchie.
Non ci sono strategie per il futuro, perché il futuro non è a te e per te. Il futuro è con o senza di te, e tocca a te scegliere da che parte stare. chi ti ama può solo farti sentire che per lui con te è meglio.
Un abbraccio forte, da me che ti leggo anche quando non ti scrivo, e che qualche volta per troppo abbracciarti mi porto addosso il tuo bianco e il tuo nero, stampati sulla pelle.
tu non lo sai?!
tu lo sai.
forse vorresti solo leggerlo con gli occhi e sentirlo risuonare nel silenzio
Stai come una statua che fa ingessare in Sardegna, e non lo si sa, ma qui è un fulmine a cielo in tempesta 😛
Per me che Rabarama non me la posso permettere….
un saluto
Capisco.
Perfettamente e -forse- anche più.
Puoi non crederci, non importa… ma capisco.
…e ora vado dal bianconiglio, mi faccio consegnare -con affabilità e cortesia; e fermezza- il suo orologio da taschino e attendo che le lancette si fermino. Poi, forse, qualcosa migliorerà.
Una possibilità, forse…
Alla fine è tutto un po’ faticoso.
Anche saper guardare.
Anche riuscire ad arrivare.
E’ tutto un imparare.