Dei lìmiti
Sono materia viva.
Vivo e mi scortico appena vengo a contatto con gli altri.
La verità -come m’ha scritto Moka, l’altro giorno- è che la gente non ha quasi mai niente da dire, ancor meno da dare.
La verità è che questa gente non parla di emozioni, sesso, fotografie, libri. Parla di te che parli di emozioni, sesso, fotografie, libri.
Il mondo gioca di rimessa; persone su persone che si affaccendano a ributtare indietro le palle di coloro che hanno il coraggio di cominciare a giocare.
Io prendo posizione, oscillando vertiginosamente tra il bianco ed il nero in cui vivo, incapace di indifferenza, incapace di languire nel brodo tiepido del grigio.
E sono pure intollerante, l’ho sempre detto.
Strepito, impreco, scuoto forte la testa, sono un’idealista, infantile, come quasi tutti gli idealisti.
Mi ammalo di stupide e fastidiose malattie di origine psicosomatica. Gastrite, duodenite, esofagite, ulcera. Perchè penso penso penso.
Cerco sguardi complici e scopro pupille da rettilario.
Arrivo stremata alla fine di ogni conoscenza, quando credo di esserne all’inizio. Guardo le mie mani e trovo solo le mie mani.
Fondamentalmente ho la nausea. E non è una metafora.
Così cerco di prendere le distanze dal circostante leggendo un libro, guardando film, facendo qualche passeggiata, scattando foto, potanto il limone anche se non è tempo di potatura.
E poi oggi c’è questo cielo cupo da entrambe le direzioni, est-ovest-, e non c’è verso di bucarlo, nemmeno con l’immaginazione.
Come quando si chiude il sipario tra due atti e nella scena seguente sai che muteranno alcuni dettagli –non si sa bene quali–
Anche se tutto sembrerà identico in realtà peserà un’atmosfera differente.
“Mi ammalo di stupide e fastidiose malattie di origine psicosomatica…”
purtroppo il pensare è una brutta bestia, arriva a bucarti lo stomaco. Però è un bene che ci siano persone ancora in grado di snodare un pensiero di senso compiuto dalla proprio testa, e tu ci sei riuscita benissimo… ho capito quello che intendi dire, sei arrivata. sì.
i colori Cri, i colori non son grigi. spetta
http://www.flickr.com/photos/crimilda/3936642211/sizes/o/
🙂
cit. non ha quasi mai niente da dire, ancor meno da dare….ti dirò la gente ha ancora meno da fare!è questa la cosa brutta,mentre io non trovo il tempo per fare tutto!:) ciao!
intollerante. già. io lo sono sempre stata. e viva! le mie sensazioni non sono mai state a metà. ho sempre vissuto scottandomi. ho cercato l’altrui brillio degli occhi. lo sfiorarsi delle mani. l’incontro di sospiri.
non riesco a vivere nel grigio. mi faccio spazio tra l’arcobaleno….
a volte ci sono cose che ti colpiscono come una mazzata e ti tolgono ogni desiderio di reagire… a me è capitato un anno fa, e ogni mattina contemplo allo specchio il mio sguardo senza alcuna forza di volontà (non saprei dire se da rettile… forse da serpente in un rettilario, costretto a vivere tra 4 pareti di vetro).. restano solo le fughe virtuali per cercare di non pensarci
● DolceOfelia: preferirei che qualcosa arrivasse a me, ogni tanto. E non parlo di blog o commenti. Il mio problema è che arrivo, e finisce qui.
● Crim: a leggerla m’è salito fastidio. In questi giorni va così…
● Sbrodolo: io credo che invece la maggior parte delle persone saturi le sue giornate di cose da fare per non porsi nemmeno il problema di pensare o dare.
● Medea: eh, scrivi bene… Brillìo. Tu lo trovi?
● DeadManWorking: credo si tratti del tempo necessario a metabolizzare la mazzata. Una mattina ti sveglierai e andrà bene così, ti ritroverai con voglia di fare, dire, dare. Così mi piace credere 🙂
effettivamente avrei dovuto rileggerla. 🙂 ma tu guardaci solo i colori.
a volte……..mooooooooooolto poco…..
Io ho deciso che quei quattro amici veri che ho possono bastare. Dagli altri non mi aspetto un gran che, ma lascio aperta la porta allo stupore, che qualche volta arriva.
prima di parlar edella gente in generale ci penserei bene.
in mezzo alla gente c’è un sacco di gente.
● David: quando parlo della gente è ovvio mi riferisca a coloro che ho conosciuto più o meno piacevolmente.
Quanto al resto del mondo, aspetto solo d’essere smentita.
Saluti.
● Dianthus: io arrivo a dubitare anche degli Amici, talvolta. Sai come si dice? Il gatto che s’è scottato con l’acqua calda ha paura anche di quella fredda 😉
una volta ad un seminario parlai male della gente in generale, il tipo del seminario s’incazzò un poco.
mi disse di non sentirmi un super uomo solo perché avevo un po’ di cervello ero giovane e non scrivevo male.
pensai che si sbagliava che in fondo tranne me erano tutti stronzi.
poi a quel tizio anni dopo fu dato il premio nobel della letteratura.
non so se rendo.
Non invidio i commenti stupidi che ti tocca leggere.
bo, che ti devo dire.
A volte involontariamente lasciamo dei messaggi tra le righe che qualcuno crede di interpretare o recepisce chiaramente.
Altrimenti non esisterebbero i lapsus, le incomprensioni ecc.
Sinceramente mi hai fatto venire un dubbio ed ho letto e riletto, ma la mia idea non è cambiata.
Magari sei sfortunata che cerchi sguardi complici e trovi pupille da rettilario, la gente è grigia, prendi le distanze e trovi conforto solo con le tue cose personali.
Il post l’ho interpretato così e sono intervenuto dicendo quello che penso, portando una mia esperienza che mi ha cambiato la prospettiva di come mi rapporto verso gli altri.
forse a volte ci vuole amore e desiderio di avvicinarsi e non “intolleranza”.
Secondo me il mio non era un post impertinente.
riguardo ai commenti stupidi tutto è possbile, non sono un super uomo, mi posso sbagliare, posso essere tranquillamente stupido, ma ho l’amore dentro, di questo ne sono sicuro.
Ciao.
Decisamente non hai commentato il post ma una presunta idea che ti sei fatto della blogger.
Poco pertinente.
> La verità è che questa gente non parla di emozioni, sesso, fotografie, libri. Parla di te che parli di emozioni, sesso, fotografie, libri.
Capisco molto bene quello che scrivi,
ma temo che non smetteremo mai di essere il riflesso di ciò che gli altri cercano in noi; quante volte subiamo le proiezioni, come si dice, delle altre persone senza sapere neppure a che cosa andiamo incontro? Io stavo riflettendo sul fatto che, forse, le uniche possibilità di incontro, di rispecchiamento o di superare la nausea, come scrivi tu, ci vengono dagli imprevisti, diciamo pure dagli incidenti…Se ti aspetti qualcosa dalla “gente”, come si dice, giorno dopo giorno non arriverà mai nulla. La “gente”, in un certo senso, è proprio l’equivalente del nulla; soltanto ognuno di noi, singolarmente, fa sostanza…Oggi, non domani. Non ti pare? Soltanto nell’incontro con qualcuno che rompe il patto del silenzio puoi trovare davvero un riscontro concreto, ma come tu sai molto bene si tratta di eventi piuttosto rari…Questo però non è un buon motivo per dubitarne.
Prima ancora di aspettare, di dire, di “prendere posizione”, di lottare – è tutto giusto e legittimo, direi persino che è il destino delle donne ma prima rilassati: prova ad accettare che il silenzio ti possa dire qualcosa (le cose migliori che ho letto qui sono state scritte a partire da questo spazio che ti sei costruita, questa crisalide).
@david la gente in massa diventa popolo bue e branco. C’è poco da dire quando il mondo intorno è sempre tutto uguale. Bisogna fare un gran lavoro per andare a cercare e scoprire il singolo e a volte c’è pure poco da scoprire. Per il resto non ho ben capito i commenti che fai che non c’entrano con il post.
E per quanto quell’essere intollerante uno se lo tatui pure sulla fronte perchè non bastano le parole, le nausee, gli “atti”, rimane quella nausea nient’affatto metaforica per quelle pupille da rettilario.
Io, lo sai, ti leggo dal tuo primo post, anni che ho riletto e sfogliato più volte, io i tuoi occhi li ho visti, seduta con lo sguardo verso l’alto nella tua stanza, ho visto una delle tue collane, ed i segni incisi, e ho capito che eri tu – anni fa – in quella foto in bianco e nero, una delle poche che hai postato qui e quella alla quale sono più affezionata.
Se potessi regalarti qualcosa sarebbe un pensiero positivo che compare all’improvviso mentre quello negativo prende piede, sarebbe il pensare meno, mica tanto sennò poveri noi 😉 e sarebbe una voce nell’orecchio che ti sussurra lasciati andare Cris, lasciati andare, proprio mentre stai pensando a non …
Mica è un esercizio facile sai, richiede ore ed ore di allenamento, ma i risultati poi arrivano, soprattutto quando la salute un pochino ne guadagna …
Una carezza :*
● Passaggi: Grazie per la tua totale assenza d’arroganza e presupponenza. Non giudicare è talento di pochi.
● Vanylla: essere intollerante non significa falciare le persone per sport o rompere i coglioni sistematicamente. Se così fosse non c’avrei la gastrite 🙂
Tu sei ancora sana?? Rido.
● Remy: parole sante. E ho scritto tutto.
● Crim: …e menomale che non sono la sola! 😉
Io? Ulcera!
diciamo che sorrido?
😀
non sai quanto ti capisca, mi comporto esattamente come te… che fatica!
Le stesse difficoltà che hai tu le ho anch’io. A volte sembra di vagare in una sorta di “Nube della non conoscenza”, per cui nulla è come appare, ma ciò che appare viene spesso interpretato in malo modo. Per cui rimango sovente nello spazio piccolo e rassicurante della mia cucina virtuale di Casalingo, senza però perdere la speranza. In fondo ogni tanto qualcuno che ci sorprende o che ci sopporta si trova. E questo è già molto. Coraggio! 🙂
“Cerco sguardi complici e scopro pupille da rettilario” … mi chiedevo: e le tue, di pupille, che forma hanno?
Curiosamente – D&L
per il commento numero 13.
provinciale il “non so se rendo”…. Non rendi. Non rendi. Eppoi i premi nobel li danno gli svedesi, ma noi italiani continuiamo a citarli e trattarli come se li dessero alla baggina (vedi su internet per speigazioni) e noi fossimo nel consiglio direttivo della stessa.
Eppoi, due, noi che bloggiamo e commentiamo mica siamo venuti giù con la piena. Al punto che lo facciamo in prima persona, senza l’appoggio morale di nessuno che abbia passato week end in svezia.
…ps, scusa, ma sui premi nobel sono dalla parte di jp sartre. Quindi quando hanno sondato la mia disponibilità qualche anno addietro ti lascio immaginare cosa gli ho detto.
Capperi, un anonimo che mi lascia un commento che m’è piaciuto leggere. Insolito.
Concordo sui premi Nobel.
Concordo sul fatto che qui si parla in prima persona realmente senza paracadute morale e non si fanno lezioncine sommarie di parafrasi ai contenuti né tantomeno le vogliamo sentire.
Grazie.
Grazie.
Tanta gente evita il pensiero come la peste e delega altri a farlo. Spesso vivono sereni; ma chi è nato per pensare non può evitare di farlo, anche se può essere doloroso.
apprezzo molto cio’ che scrivi …il tuo e’ un blog che ti catapulta in una dimensione al cospetto con il pensiero …. un saluto e un complimento sincero Marzia