Dei lutti
Poi mi muore Alda Merini.
Mi muore perchè per me è un lutto reale. Reale come le visioni terribili di Libra, come l’odore delle corsie degli ospedali, come il bruciare delle castagne, come le voci degli isolati.
Muore Alda e al telegiornale viene annunciato dopo la notizia della maratona di New York.
Muore, e sembra morire perfino dopo la Blefari, per fare meno rumore. Lei che rumore l’ha fatto solo scrivendo. Rumore, sconquasso, luce, schiaffi.
Con le poesie della Merini, con i fiori di poesie che scriveva, le sassate che scagliava, io ci sono maturata. E adesso mi sento un po’ più povera e credo che il mondo sia un po’ più povero. Ma forse lo era anche prima, quando ignorava il suo disagio, la sua indigenza e lei sorrideva, scrollava le spalle, si accendeva una sigaretta e diceva "la poesia è un’incredibile occasione di vita".
La poesia si sconta vivendo, fino all’ultimo. Perchè ci è dato tanto soffrire, a tutti, ma c’è chi soffre e s’incattivisce con la vita, e c’è chi soffre e sublima la vita rivelandola in corolle di fiori di parole. Come Alda.
A tutte le Donne
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.
[ Alda Merini – 1931/2009 ]
Alda Merini è una grande. La poesia che qui ho letto (e che non conoscevo), dal titolo "A tutte le donne" va oltre se stessa (va oltre le donne) e arriva anche a me che sono un uomo… e mi fa invidiare per qualche istante le donne. Le donne come lei.
Simone
"Mi piaceva il tuo volto
era un paesaggio pieno
di rose selvaggie.
Mi piaceva vivere nella tua foresta
dove tu uomo completamente nudo
lottavi contro le belve
della mia tentazione.
Mi piaceva vivere con te
con te e basta
poi sono venuti gli uomini"
Ho il tuo stesso vuoto, forse perchè per la prima volta la incontrai qui da te, ormai 5-6 anni fa.. troppo piccolo per capirla del tutto
e ancora troppo giovane per apprezzare ogni filo d’erba che non c’è più. Triste passare di qua dopo tantissimo tempo che non mi vedi
in questo giorno, ma sei stata colei che mi ha fatto questo regalo..
uno dei più belli sulla mia libreria di poeti..
Infinitamente Grato. ad entrambe.
Sono rimasta così male, io che spesso mi sono fatta accompagnare dalle sue parole, sofferte nelle quali trovavo qualcosa di mio …
Sì ci è morta Alda …
Anch’io mi sento un po’ (molto) più povera.
Grazie, Cris, per il tuo bellissimo post per lei.
Chi ha voluto provare ad entrare nel suo mondo (o per lo meno a conoscerlo meglio), oggi sente davvero che è venuta a mancare una Donna immensa.
Un vuoto emotivo che colmeremo sempre con le parole che ha lasciato.
Ha sempre detto che la vera morte è in vita.
Per quanto io poco ci creda, spero che ora sappia che è davvero così.
In questo giorno in cui ognuno di noi ha i propri lutti da riaffrontare (perchè così detta la società e anche se ti ribelli il cuore và dove gli pare), proprio in questo giorno, la donna che viveva la morte in vita forse vivrà.
Devo essere sincero, conoscevo qualche sua (bella) poesia perche’ ampiamente presente in rete e nei blog che frequento, ma di lei conoscevo poco. Ne ho letto ieri e l’impressione che mi ha dato e’ stata quella di una persona che in un certo qual modo scelse e porto’ avanti volutamente la sua indigenza e forse la sua solitudine.
Probabilmente se non fosse stata cosi’, non sarebbe stata Alda Merini.
Non l’avevo mai sentita nominare data la mia età…Ma leggendo questi bellissimi quanto veri versi, andrò a documentarmi…
grazie di cuore…
veny…
Così come s’apre il fiore dopo immenso lavorio e preparazione, una nuova vita è fiorita nel passaggio all’aldilà.
Io, sempre Silenzio
mi è capitato occasionalmente di leggere qualcosa di suo e ho intuito la follia. traduttrice di sentimento senza mediazione culturale
Andrò a renderle omaggio, è il minimo che io possa fare.
Bellissimo questo tuo post.
Ho pianto e mi sono sentita un po’ piu’ sola
ghita
In ogni anima semplice e sensibile resterà un pò di Lei!
Bellissimo ricordo!
Mi unisco al tuo lutto. Che è il nostro, che mi piacerebbe tanto fosse quello di tutti.
Mancherà. La sua autenticità coraggiosa. Mancherà.
E*
Una grande scrittrice, che nella poesia ha superato il disagio della malattia, ed anzi, sulle orme di Dino Campana, ha trovato nel disagio la forza di cantare la vita. Mi piace che tu abbia citato in qualche maniera Ungaretti nel tuo post, trasformandolo in positivo. Ciao!
Siamo orfani.
Di Colei che usava la poesia per educarci Figli della Terra.
Senza alzare la voce. Nella Sua e nostra cattiva o buona sorte.
grazie ad alda.
grazie a te.
Ricordo in un collegamento televisivo che sentiva molti chiederle di disagio emarginazione e sofferenze dei poeti. Lei intervenne per dire: "Ricordatevi che il poeta è un gaudente". Voleva che fosse chiaro.
Ho avuto la fortuna di incontrarla, una sera. Che grande spirito, veramente.
siamo un pò più poveri.è vero.
*
lei è e sarà la POESIA.
“Forse gli psichiatri ci avevano messo, senza volerlo, in diretto contatto con la divina provvidenza perché avevamo imparato a considerare tutto ciò che ci veniva dato come un dono del cielo, elettroshock compresi. E così, pregando e andando avanti come i montoni, ci facevamo strada in una strada che non era percorribile e che ovviamente non aveva sbocchi.
Ma andavamo verso la messe. Oh, sì! avremmo un giorno raccolto il fascio luminoso delle nostre sofferenze inumane e il fardello oneroso di tutte le responsabilità che avevamo lasciato indietro, lungo la nostra strada” (da L’altra verità, di Alda Merini).
Felice mietitura, Alda.
Ecco..cris..vedi,ho scelto proprio questo tuo post per esordire tra i tuoi scritti..perché con ada ho avuto in comune la creatività confusa col disagio..e come lei,nessuna rabbia cieca contro la società,semmai contro la cretineria saccente di tracotanti esperti di ciò che è il più grande mistero,la mente umana..così tanto per ricordare che la disdoria di genere veniva equiparata alla schizofrenia non eoni fa.ma solo poco più d’un ventennio..ed allora..quanti errori e quanta sofferenza verrà distribuita,per mera routine protocollare,dimentichi,che ogni individuo è un’entità a se stante..dove le capacità dell’individuo,la sua essenza,la sua intuizione,la sua umanità..non valgono specialistiche attestazioni,se non seguono un percorso di reale intelligenza?..ora quando parli della lettera,d’una restituzione all tessuto fatto d’emozioni,empiriche interazioni,trasudanti il carattere e le vette gloriose e le cadute vergognose,salite ardite,discese infami…proprio come recitavano le parole d’una bellissima canzone-come altre sue al di la dell’estremismo politico-di max manfredi:..si,ma in basso puoi scoprire le sottili incrinature,che non puoi studiare all’università..ecco,gentile amica,scusandomi per questo mio commento,mix tra dotta disquisizione e mero sfogo-ne ho ben donde come avrai compreso;)-personale.,avendo percepito che è anche parte del tuo lavoro ed avendo altresì compreso,che i problemi d’interposizione te li poni con sensibilità,tentando-com’è giusto che sia-di non venirne travolta,apprezzo questa tua-solo apparente-fredda elaborazione-perché forse in libra ci siamo te,io,noi…buone cose amica,con l’auspicio che il tuo impegno sia lieve e fruttifero..vn abbraccio affettuoso,sinceramente tua jackie.