Roba breve
Ieri sera aspettavo Effe.
Per inciso, l’amica Effe s’è fidanzata con un soggetto diametralmente opposto all’ideale che ha sempre e costantemente auspicato di incontrare. Un tatuatore, divorziato da una russa, amante delle Harley. I quaranta incipienti stan facendo danni… Ho provato a farglielo sommessamente notare ma pare che l’idea della solitudine sia più atterrente di una compagnia improbabile.
Comunque, aspettavo Effe, nel viale, seduta sotto il tiglio e mi sono messa a pensare.
Cosa pensassi è roba nota ai più, non mi dilungo.
Sono stata fortunosamente distratta da un pianto inconsulto, improvviso. Qualche metro più in là c’erano due donne di origine asiatica, una delle quali piangeva disperatamente, di quei pianti esondanti, singhiozzanti che strozzano il respiro. Emetteva suoni gutturali e parole a me incomprensibili e poi, di nuovo, s’abbandonava ad un pianto angosciato e alle braccia dell'amica. Per un momento il suo sguardo annebbiato ha incrociato il mio, poi s'è perso nel vuoto.
Ho dedotto si trattasse di questioni d’amore, non so perché.
Quel pianto mi ha turbato.Totalmente scevro da pudore e da freni, s’è insinuato nella parte più remota di quella che sono stata, tempo fa.
Non ricordo da quanto non piango così. Non perché io non pianga, figuriamoci. Piango talmente che talvolta mi sembra di piangere anche gli occhi nel fazzoletto e finire, così, col non piangere più. Ma il mio è un pianto tranquillo nella sua tristezza. Piango mentre faccio le cose, mentre guido, prima d’addormentarmi. Piango senza farmi sentire, senza appoggiarmi ad alcuna spalla, senza rumore.
Mi sono domandata se quella donna conoscesse la differenza tra piangere per dolore e per tristezza. Credo di no ma non è su questo che ho ragionato.
Ho mestamente –appunto- constatato che nel mio caso la reazione al dolore è stata più facile che quella ancora incompiuta alla tristezza. Tutto qui.
Si piangono le lacrime che si hanno, credo.
Come vengono, come possono.
Ché poi a pensarci le lacrime sono come quelle nuvole, che "vanno, vengono, ogni tanto si fermano e quando si fermano sono nere come il corvo…".
Si piange rosso, di dolore. Si piange giallo, di rabbia.
Si può piangere anche verde, ora che ci penso.
Di speranza. O blu, di tristezza.
Proprio come nella vita. Si piange quel che (non) si ha.
Bentornata.
Le lacrime di dolore sono come un torrente in piena, travolgono e infliggono ferite. Quando però la piena passa, tutto ritorna in fretta alla normalità ed è facile ricostruire.
Le lacrime di tristezza sono come un fiume: per quanto la sua forza non sia distruttiva, è difficile evitarlo e cercare di porre subito rimedio ai danni che causa.
Io sono per quelle di gioia, ma sono rare come le vergini ad un rave party.
…Allora cerco di "addolcirti" i pensieri,
passa a prendere un respiro di colori…
ciao!
I pianti mesti sono forse quelli più spaventosi,come un foglio che taglia di traverso e affonda anche se da fuori non lo diresti.
Ma forse lo dico perchè piango così, ed in questi pianti ci leggo la mia condizione di solitudine, imprescendibile dalle variabili umane.
In questi giorni sto pensando che piangere toglie spazio al sentire, e al vivere, forse, pienamente, quello che fa male anche se non viene per farcene.
Una carezza sul palmo, Cris…
chiaralice
(che ti ha scritto, qualche volta)
Maledimiele: che piacere ritrovarti! Piango blu da molto tempo e mi piacerebbe tanto piangere lilla 😉
Hai ragione, comunque: si piange quel che non si ha o quel che non si ha più, e perfino quel che non si ha mai avuto, aggiungo io.
Anonimo: (ma perchè accidenti non vi firmate mai??) bella metafora 🙂
lacrime di gioia, son sincera, mai nella vita. Peccato.
Chiaralice: adesso che ho focalizzato chi sei ti ringrazio, dei messaggi e dei commenti. Ri-abbraccio.
Konan: apprezzo sempre le buone intenzioni.
Lilla, il mio colore preferito.
Lilla, come la bouganville che vedo da questo morso di camera.
E che ti dedico. Con un abbraccio.
Ti leggo sempre……non commento mai…..e non ti nascondo che in questo tuo lungo silenzio, ho sempre sperato che tornassi: non smettere mai di scrivere……hai un filo infinito di perle che lasciano dolci melodie.
mai rimpianto gli errori fatti. naturalmente mi riferisco alle conseguenze psicologiche.
il meccanismo del pianto è sempre lo stesso. possono variare circostanze, motivazioni e modalità, come dici nel post.
ma la differenza fondamentale sta nel piangere per se stessi o per altri, a parer mio.
un abbraccio
C'è un silenzio strano in questa casa.
Conosco molto bene questo tipo di pianto, il peggiore di tutti è quello con le lacrime secche.
già te l'ho detto….scrivi in maniera splendida…e pur nella brevità suoni le corde dell'anima….
c'era un tempo una barzelletta che elencava tutta una serie di disgrazie per le quali il disgraziato ringraziava il cielo per avere insegnato pazienza forza coraggio…
la stessa si chiudeva con l'auspicarsi….una botta di culo!
spero che la tua arrivi presto….purtroppo ho poco da ridere anche io…
ma ti auguro di cominciare a rifarlo…il prima possibile…
ciao
Fish
mi ha fatto un piacere immenso rileggerti..
un abbraccio
estraneappartenenza ..
quanto tempo che non passavo da qui 🙂
mi è preso quasi un attacco di nostalgia… così, generale, senza nessun riferimento a qualche cosa di particolare.
una bella nostalgia fine a sé stessa che ti massaggia da dentro la pancia, e da cui ci si lascia cullare.
Ciao cara ….
Mi sento persa in questo periodo, anzi, mi sento persa forse da sempre, solo che ancora non me ne sono abituata, così ogni tanto capito qui, con la smania di trovare parole nuove, per sentirmi meno sola, ed ogni volta che, ormai da settimane e settimane, trovo come ultimo post questo datato trenta maggio mi sento un po' più sola. Mi andava di dirtelo.