Delle conferme
…E poi ci sono giorni come questo in cui allunghi una mano e non trovi niente da stringere, niente che ti stringa.
Giorni in cui avresti bisogno di una dimostrazione nitida e invece senti freddo, seduta nel mezzo della tua stanza bianca, su una sedia bianca, la tua pelle bianca, schiena dritta.
Perché, alla fine, tu ti senti sempre quella bambina che aspetta e respira piano.
Il cui pensiero ricorre a te con la frequenza attiva di un muscolo involontario.
Dicono che se non ti prendi cura di quello che hai non meriti di averlo.
Non so se sia questione di meritare o meno. Di certo, ciò di cui non ci si prende cura è destinato a perdersi, pur restando immobile su di una sedia bianca.
Quindi, ti prego, vieni qui e prendimi la mano.
“Di me,
di te, tutto conosco, tutto
ignoro.“
[E.M.]
Giorni bianchi in cui si finisce con lo stringere il lembo del lenzuolo, anch’esso bianco, e tirarselo su…per coprirlo il freddo. Che resta comunque dentro. O sotto, che è lo stesso…
vengo, vengo! ma poi? a che serve in fondo questo richiamo?
la conferma è nell’ora. ancor prima che giunga tu già lo sai. l’invito è un gioco a cui rispondo. il resto, non appartenendoci, possiamo e vogliamo fortunatamente ignorarlo
Serve, Poe.
Serve a far capire che ho pazienza, ho comprensione, ho amore.
Ma ho bisogno di una mano.
il bisogno evidenzia: è problematico. è assolutamente probabile che la mano non serva. meglio concentrarsi su ciò che ci appartiene. ciao
E cosa ci sarebbe di sbagliato nel sottolineare ciò di cui si ha bisogno? Evidenziare l’acquisito ed evidenziare il necessario hanno pari dignità, credo.
non ho mai detto che sia sbagliato. non è questa la mia logica: ognuno deve percorrere il suo cammino. personalmente privilegio presenza e comunione. come dire: il mio sguardo vede, riconosce la mano nella sua non necessità
Presenza e comunione, ok.
Ma se la mano è tesa tu cosa fai?? La contempli nella sua tensione?
non sono solo contemplativo. anzi: mi piace l’espressione attraverso tutte le forme. vibrerò cercando di rimare, riconoscendo. naturalmente occorre la partecipazione. ciao
…occorre reciprocità.
sì, anche. ma la reciprocità è più un atteggiamento dal mio punto di vista. la partecipazione richiede oggettiva capacità (senza con questo giudicare)
Elenco dei miei bisogni:
– entusiasta reciprocità
– capace partecipazione
– nitide conferme
[roba da far tremare le ginocchia. ma anche no]
ti leggo sempre con immenso piacere
🙂 addirittura nitide! (non derido. sorrido di noi)
vorresti saltare il fosso della certezza? la nitidezza non è una garanzia. non è l’unico fosso, per quel che ne so. ciao
Dopo anni di impaludamenti e nebbie, sì, nitide! 😀
Se poi muore anche la Szymborska mi sento realmente un po’ più sola…
quei giorni li conosco fin troppo bene.
L’importante è che quella bambina continui a desiderare di essere presa per mano. Desiderare è anche un pò come sperare. Solo che il desiderio è puro. Si colora di speranza quando qualcuno lo afferra.
E non ti senti. Lo sei.
Ed è un bene che tu lo sia.
Quella bambina.
Sabbie mobili di attesa… Non c’è nulla da aspettare. La vita non si aspetta, si vive. A volte la comprensione è l’ultimo stratagemma, l’ultima ancora gettata a mare per non raccontarsi la verità. Spero che tu abbia trovato una maniera per ritirarla a bordo, quest’ancora…