Del tempo sul corpo
Sto invecchiando.
So che questa informazione non è rilevante per i più ma io sto invecchiando in un modo che considero molesto.
Inizio a togliermi gli occhiali per leggere i bugiardini dei medicinali; medicinali che porto in una pochette sempre con me. Guardo adolescenti che potrebbero essere i miei figli con sguardo severo di disapprovazione che mi stava tanto sulle palle quando l’adolescente ero io. Trovo sopportabili i tacchi 12 solo con un’opportuna soletta in gel inserita nel plantare. La pelle nella zona perioculare inizia ad assottigliarsi tanto da meritare una crema notte, ogni notte. Ingurgito più Maalox che alcool.
Ai capelli bianchi che sbocciano odiosi non penso più, dieci anni fa il trauma è stato superato con discreta bravura.
Fortunatamente non ho mai avuto un corpo da urlo e anche con quello ho un rapporto molto più simile all’indifferenza che all’inquietudine.
Mi sto preoccupando, anziché occuparmi, per tutto. Persone, animali, situazioni, eventualità, imprevisti.
Ciò che meno riesco a gestire è l’intollerabile sensazione di stare perdendo tempo quando non mi impegno in qualcosa di fondamentale. Come se avessi sempre meno tempo e meno occasioni per tutto. Dipenderà dal fatto che di tempo ne ho buttato tanto, nel tempo. Credevo che aspettare fosse un’ottima occupazione, meritevole di un’adeguata ricompensa. E’ stato così ma quegli anni sono stati tanti, davvero tanti, e non ho ricordi di nulla se non di quel che provavo, aspettando.
Ho ricordi di ciò che sentivo quando nasceva la figlia di Hawk, quando Effe ha comprato casa, quando Libra se ne è andata, quando Chance si è sposato. Quando la gente faceva io sentivo e basta. Mi sembra poco. É poco?
Ci sono due tipi di sofferenti in questo mondo. Quelli che soffrono per una carenza di vita, e quelli che soffrono per un’abbondanza di vita. Ho sempre resistito nella prima categoria tanto che, adesso, ho addosso come una febbre, un’irruente volontà sterminatrice di ostacoli, bisognosa di costruzione, affamata di cose da fare, subito, perché ho il terrore che in un attimo tutto possa ripiombare nel vuoto dell’attesa.
La vita non procede a ritroso e non perde tempo con ieri, anzi, oggi è già domani.
Ormai non sono più quella donna; me la ricordo come una sorella minore, incosciente e piena di dubbi.
L’incoscienza è un miracolo più fragile della neve [cit.]
E l’incalzare della vita, ora.
molto molto bella. grande 🙂
Io non ci credo che tu abbia buttato via il tempo in quegli anni. Potrà essere la tua sensazione e la rispetto ma permettimi di dubitare che tu per anni sia stata semplicemente ferma ad aspettare mentre tutti intorno vivevano la loro vita. Tanto per incominciare ci hai regalato un blog bellissimo, in cui molte persone si rispecchiano e nel quale trovano posto pensieri profondissimi che sono inevitabilmente il frutto di un lavoro su te stessa continuo e incessante. Un blog da cui traspare l’ evoluzione interiore avvenuta in questi anni e che si manifesta nella tue parole, nel tono, nello stile…cambiamenti lenti e quasi impercettibili ma che non sfuggono ad una lettura attenta.
Il resto lo si evince da ciò che hai scritto: hai coltivato amicizie (fin quando ha avuto senso), hai incontrato alcune persone a cui hai dato molto, “macinato kilometri”, letto libri, visitato luoghi, scattato fotografie. Sicuramente hai anche lavorato molto e con zelo nonostante che del tuo lavoro non parli mai e poi chissà quante altre cose ancora…
E non sopravvalutare quelle persone che sembrano eternamente impegnate, quelle che vanno in giro per il mondo facendoti credere che non hanno “neanche il tempo per respirare”…spesso (non sempre ma spesso) è solo uno schermo dietro cui nascondere il loro vuoto interiore e una vita che nonostante le apparenze non va da nessuna parte.
Capisco la fame di vita che ti assale ora e fai bene ad assecondarla, ma credo sia altrettanto importante fermarsi e godere del momento magico, del qui e ora, della meraviglia che hai tra le mani adesso.
Ethel
Hai ragione, Ethel.
Ho fatto cose, letto libri, percorso strade.
Però, non lo so, ho come la sensazione di non aver costruito nulla. Nella costruzione c’è il senso della nostra vita; penso agli anni trascorsi e non ho un solo ricordo di reale costruzione e condivisione di un progetto.
Quando mi sono impegnata per “creare”, ogni volta, mi sono trovata ad affrontare un aborto più o meno spontaneo.
Forse sopravvaluto le vite altrui.
Probabilmente qualcuno che invidio bonariamente sta scrivendo sul suo blog quanto la sua vita sia allo sbando o, addirittura, vuota.
Io racconto la mia e le sue parentesi sospese nell’attesa.
Forse in quell’attesa è accaduto qualcosa di impercettibile ma fondamentale che mi ha portato fin qui. Non dovrei lamentarmi e non era mia intenzione.
Semplicemente, spero che l’aspettare ceda il posto al fare. Fare con.
Ecco.
scusa, ma stasera sono in vena di essere rompiscatole. Colpa del mio amatissimo gatto che ha appena rovesciato…
Ma lui non lo sculaccio, non lo sgrido.
Sgrido chi si sgrida. Te. Che a questo punto prego di cassare, pù che moderare, questo mio commentucolo.
Per la cronaca, io di anni ne ho 59, non sono mai stato uno strafigo, e l’unica cosa che posso ragionevolmente indicarti di fare è questa:
cerca su google “bocce arciere supremo”. Sentiti fortunata.
A me qualcosa così ha cambiato la vita.
M.
Solo un suggerimento – se non conosci la storia del Supremo Arciere
Invece è un buon sintomo non sentirsi appagata dalla vita, vuol dire che hai ancora voglia di fare e molto da dare. Non sentirsi pienamente soddisfatti da uno stimolo in più a continuare a migliorarsi. E’ il bello della vita, darsi sempre nuovi obiettivi. Ho appena cominciato a leggerti, e penso che tu stia dando molto con quello che scrivi, non stai perdendo tempo! 🙂